Concorsi pubblici, importanti novità legge 104: ha sempre la precedenza chi assiste un familiare disabile

Simone Micocci

13 Settembre 2022 - 11:53

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Concorsi pubblici e legge 104: chi assiste un familiare con grave disabilità ha sempre la precedenza, potendo decidere la sede di lavoro più consona alle sue necessità.

Concorsi pubblici, importanti novità legge 104: ha sempre la precedenza chi assiste un familiare disabile

Chi rientra tra le categorie tutelate dalla legge 104 ha sempre diritto a delle agevolazioni a margine di un concorso pubblico, anche quando ciò non è indicato nel bando. A darne conferma è il Tar del Lazio, il quale nelle ultime ore si è espresso a riguardo ribadendo che le tutele garantite dalla legge 104 valgono in ogni caso, anche quando non se ne parla nel bando di concorso.

Chi rientra tra le categorie tutelate dalla legge 104, dunque, ha diritto a delle agevolazioni anche quando partecipa a un concorso pubblico. Va detto che non si tratta di tutele che facilitano la vittoria del concorso, quanto di agevolazioni che intervengono in un secondo momento, ad esempio nell’ambito della procedura di assegnazione della sede di lavoro.

Vista la sempre maggiore attrattività di un lavoro nella pubblica amministrazione, dimostrata dall’elevato numero di candidati agli ultimi concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni (emblematico il caso del comune di Napoli, dove per soli 1.394 posti sono arrivate più di 120 mila candidature), è bene approfondire quanto sostenuto dai giudici del Tar del Lazio, così da capire quali sono le tutele che spettano ai soggetti che rientrano tra le categorie indicate dalla legge 104, ad esempio a coloro che hanno necessità di assistere un familiare con grave disabilità e che decidono di partecipare a un concorso pubblico.

Concorsi pubblici: quali tutele per chi rientra nella legge 104?

Sono diverse le categorie che hanno la precedenza nei concorsi pubblici: ad esempio i disabili e gli orfani di guerra. Altre, invece, hanno solamente la precedenza nell’ambito delle procedure di assegnazione della sede di lavoro: è il caso, ad esempio, di quei soggetti che godono delle tutele previste dalla legge 104 in quanto assistono un loro familiare con grave disabilità.

Quando si prende parte a un concorso su base nazionale, infatti, si rischia di essere assegnati a una sede di lavoro molto lontana dall’attuale indirizzo di residenza. Nell’assegnare la sede, infatti, l’amministrazione tiene sì conto delle preferenze indicate al momento della domanda di concorso, ma anche della posizione ottenuta in graduatoria.

Chi si posiziona più in alto, quindi, ha diritto a scegliere per primo la sede di lavoro, mentre gli ultimi dovranno accontentarsi delle posizioni rimaste vacanti. Tuttavia, ci sono dei bandi di concorso dove viene data la precedenza a coloro che hanno necessità di assistere un familiare disabile e rientrano tra le categorie tutelate dalla legge 104, indipendentemente dalla posizione ottenuta in graduatoria: in tal caso, quindi, a questi viene data la precedenza nel decidere la sede di lavoro, a patto ovviamente che questa coincida - o comunque sia vicina - con il luogo di residenza del parente che si assiste.

Pensiamo, ad esempio, a un concorso Inps con assegnazioni su tutto il territorio nazionale. Un candidato residente nel Lazio è dubbioso se partecipare o meno in quanto teme un possibile trasferimento fuori regione, il che gli renderebbe difficile assistere la madre disabile residente a pochi chilometri da casa. Ebbene, questo non deve preoccuparsi in quanto la sua situazione, espressamente riconosciuta ai sensi della legge 104, gli dà il diritto di scegliere la sede di assegnazione prima di altri candidati.

Diritto di precedenza nei concorsi pubblici: vale anche quando non indicato espressamente dal bando

Come detto sopra, ci sono dei bandi di concorso che danno la precedenza ai candidati con la legge 104 nell’ambito delle procedure che portano all’assegnazione della sede.

Tuttavia, la prassi vuole che tale agevolazione venga riconosciuta solamente quando espressamente indicato dal bando. Per questo motivo, negli anni è stata lasciata alle singole amministrazioni la discrezionalità di scegliere se garantire o meno tale diritto.

Secondo il Tar del Lazio, come si legge nell’ordinanza dell’8 settembre pronunciata dalla quarta sezione, ciò non è corretto in quanto le tutele riconosciute ai sensi della legge n. 104 del 1992 riguardano dei diritti costituzionali e come tali dovrebbe valere indipendentemente dal fatto che questi siano chiaramente esplicati nel bando di concorso.

Secondo il tribunale amministrativo, quindi, chi partecipa a un concorso pubblico ha sempre la precedenza nello scegliere la sede di lavoro, preferendo quella più vicina al familiare disabile che necessita di assistenza anche quando tale possibilità non sia prevista dal bando.

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