Concessioni balneari, cosa può cambiare ancora: ecco la nuova scadenza

Giorgia Bonamoneta

20 Gennaio 2023 - 23:03

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Concessioni balneari rimandate con l’ennesima proroga a firma Fratelli d’Italia. Ecco cosa cambierà e qual è la nuova data.

Concessioni balneari, cosa può cambiare ancora: ecco la nuova scadenza

Il termine per le concessioni balneari è il 31 dicembre 2023, ma il partito di Giorgia Meloni potrebbe cancellarlo. Sono diversi i segnali che lasciano presagire un ulteriore proroga della scadenza in vista di una riforma complessiva del settore. Infatti già all’interno del decreto milleproroghe è stato inserito un emendamento per l’estensione delle attuali licenze fino a una futura “riforma complessiva”.

È intervenuto anche Maurizio Gasparri, oltre a Menunni, con il deposito di una proposta per il rinvio delle gare delle concessioni balneari di ulteriori 2 anni. Le proroghe erano state bocciate lo scorso novembre 2021 dal Consiglio di Stato e la legge sulla Concorrenza, che prevedeva la messa in gara delle concessioni, è uno degli obiettivi del Recovery Plan.

Da parte dell’opposizione è chiaro che l’ennesima proroga lascerebbe soltanto nell’incertezza comuni e operatori del settore che, come ricorda il deputato Andrea Gnassi (PD), “si troverebbero ancora nell’impossibilità di programmare investimenti, riqualificazione e certezze sul lavoro”.

Emendamento per il rinvio delle concessioni balneari: riforma dopo il 2023

Sono giunti circa 1.300 emendamenti al decreto Milleproroghe e tra questi c’è anche uno a firma della senatrice Lavinia Menunni di Fratelli d’Italia. Il testo richiede l’eliminazione del termine, fissata al 31 dicembre 2023, per le concessioni balneari. Ricomincia così il tira e molla tra Italia e Unione Europea per quanto riguarda la concorrenza sulle concessioni balneari, fissata proprio dalla legge sulla Concorrenza del governo Draghi e confermata dal Consiglio di Stato.

Con l’eliminazione del termine al 31 dicembre 2023 viene eliminata la cessazione di efficacia dei termini delle proroghe stabilite per le concessioni demaniali marittime, lagunari e fluviali per l’esercizio di attività turistico-ricreative e sportive, nonché dei rapporti di gestione relativi ad attività con finalità turistiche-ricreative e sportive. La nuova data per la messa in gara delle concessioni balneari è quindi rimandata entro il 31 dicembre 2024, quando il governo avrà riformato il settore.

Lega e Forza Italia sottoscrivono l’iniziativa di Fratelli d’Italia, dichiarando di proseguire l’attività di sostegno nei confronti delle imprese balneari che rappresentano uno dei tessuti più importanti per il turismo e l’economia del Paese. Parte della motivazione sembra essere quella dei danni subiti a causa delle ultime calamità climatiche, ma per l’opposizione questa è una vergogna e non solo.

Opposizione all’attacco: parole dure contro la proroga per le concessioni balneari e il conflitto di interesse

È alleanza Verde-Sinistra che richiama lo spettro del conflitto di interessi. “La regia di questo emendamento è della ministra Santanchè, che per non essere accusati conflitto di interessi, dal via libera al suo partito”, scrive Angelo Bonelli.

Altro che sostegno alle attività balneari danneggiate; secondo l’opposizione, e in maniera più esplicita da parte del deputato e co-portavoce nazionale di Europa Verde, Fratelli d’Italia sta tutelando i privilegi inaccettabili di chi paga le concessioni 1 euro al metro quadro ogni anno.

Lo stabilimento di Briatore e Santanchè ne è un esempio, perché questo paga allo Stato soltanto 18.000 euro a fronte di un fatturato di 4 milioni. Perché svendere le coste? Non c’è soltanto la perdita economica dovuta a un mancato rinnovo dei prezzi con la messa gara delle concessioni balneari, ma è stata registrata anche un 50% di evasione fiscale.

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