Intel vola del 35% con l’ingresso della Casa Bianca e l’alleanza con NVIDIA: un intreccio tra politica e chip che divide il mercato. Siamo di fronte alla rinascita di questo titolo?
Se vi dicessi che la Casa Bianca ha fatto una sorta di trade in borsa? È successo davvero: ad agosto è stato annunciato l’ingresso diretto del governo americano nel capitale di Intel, con una quota del 10%. Una mossa che ha sorpreso i mercati e che, in meno di un mese, ha già prodotto un risultato clamoroso: il titolo è salito di circa +35% rispetto ai livelli dell’annuncio. Troppo tardi per entrare? O siamo davanti a un segnale destinato a durare?
Un’operazione senza precedenti
L’intervento del governo statunitense non è solo simbolico: con questa mossa, gli Stati Uniti sono diventati il terzo maggiore azionista di Intel, consolidando il ruolo strategico del colosso dei semiconduttori nel cuore della politica industriale americana. Non si tratta di un investimento qualsiasi, ma di una scelta geopolitica e tecnologica: garantire che la produzione dei chip rimanga sotto influenza statunitense in un contesto di crescente tensione con la Cina. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA