Si può riavere il bonus Renzi perso? Ecco come e quando

Patrizia Del Pidio

9 Gennaio 2024 - 15:46

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Per chi non ha ricevuto il trattamento integrativo nelle buste paga del 2023, c’è la possibilità di riavere il bonus Renzi perso? Vediamo come si deve fare.

Si può riavere il bonus Renzi perso? Ecco come e quando

Il bonus Renzi, o trattamento integrativo, negli ultimi anni ha subito profonde modifiche e anche la platea dei beneficiari è cambiata con il passare del tempo. Per quei lavoratori che non hanno ricevuto il bonus Renzi in busta paga è possibile riavere quanto perso? C’è da considerare, infatti, che dal 2022 è cambiato il limite di reddito per avere diritto al trattamento integrativo: fino al 2021, infatti, era dovuto per redditi fino a 28.000 euro in forma piena e poi a scalare per i redditi superiori. Dal 1° gennaio 2022, invece, spetta di diritto a chi ha redditi fino a 15.000 euro e a determinate condizioni anche a chi ha redditi tra 15.000 e 28.000 euro.

Molto spesso, soprattutto chi ha redditi superiori ai 15.000 euro, proprio per l’incertezza del diritto, si preferisce non ricevere il bonus Renzi in busta paga mese dopo mese per non correre il rischio di doverlo restituire, poi, a conguaglio. Come fare per riaverlo, e soprattutto quando è possibile recuperarlo?

Con le nuove regole il trattamento integrativo è sparito dalla busta paga di molti contribuenti (cioè i lavoratori con redditi da lavoro dipendente o assimilato tra 15mila e 28mila euro): c’è un modo per recuperare il bonus Renzi? Vediamo cosa bisogna fare per riavere gli importi spettanti.

Come riavere il bonus Renzi sparito dalla busta paga

Per capire come fare per recuperare il bonus Renzi bisogna innanzitutto avere chiare le novità che riguardano il trattamento integrativo, chi lo riceve e come viene erogato. La legge di Bilancio 2022 ha cambiato i parametri del bonus erogato come credito Irpef e ha cancellato l’ulteriore detrazione che prima spettava ai lavoratori dipendenti o assimilati con redditi da 28mila a 40mila euro.

I beneficiari del bonus Renzi sono quindi i lavoratori dipendenti con redditi fino a 15mila euro, ma bisogna fare una distinzione:

  • per i redditi fino a 15mila euro, il bonus rimane in busta paga in forma piena (100 euro);
  • per i redditi compresi tra 15mila e 28mila spetta solo se le detrazioni superano l’imposta dovuta e per capire se si rientra nel diritto bisogna fare il calcolo in base alla somma delle detrazioni spettanti per le spese sostenute nell’anno di imposta precedente.

È chiaro, quindi, che il bonus Renzi è sparito dalla busta paga dei lavoratori in quest’ultima fascia di reddito, quella tra i 15mila e i 28mila. Le spese da prendere in considerazione per il calcolo delle detrazioni sono quelle previste dagli articoli 12 e 13 del Tuir, per esempio carichi di famiglia, lavori edilizi, mutui.

Questo il quadro generale, per capire che fine ha fatto il bonus Renzi. Per recuperare gli importi spettanti c’è solo un modo: fare la dichiarazione dei redditi il prossimo anno. Nella dichiarazione dei redditi 2024, infatti, si prenderà in considerazione quanto percepito nell’anno di imposta precedente, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023. Nel modello 730/2024 si dichiarerà invece quanto percepito nel 2023, mettendo anche nero su bianco se sono state fatte spese rientranti negli articoli 12 e 13 del Tuir.

Quando arriva il rimborso del bonus Renzi

Un altro aspetto da prendere in considerazione riguarda la tempistica dell’erogazione del rimborso eventualmente spettante relativo al bonus Renzi. Di solito, la dichiarazione dei redditi dei lavoratori dipendenti viene messa a disposizione dei contribuenti intorno al mese di maggio, così che da maggio/giugno possano iniziare i primi invii all’Agenzia delle entrate. In linea generale, prima si invia la dichiarazione e prima verrà erogato il rimborso spettante.

I primi conguagli per il rimborso di solito vengono erogati nella busta paga di luglio (quindi, quella pagata ad agosto). Questo significa, in termini pratici, che bisognerà attendere agosto 2024 per vedersi erogati i rimborsi di importi già spettanti. Fino ad allora, la busta paga continuerà a essere più leggera, con la conseguente diminuzione della capacità di spesa e della possibilità di prendersi impegni economici (dal pagamento delle spese più onerose a rate o la possibilità di accollarsi un mutuo).

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