Ideato un nuovo algoritmo basato sull’intelligenza artificiale che potrebbe aiutare a prevenire infarti ed ictus. Vediamo di cosa si tratta e come funziona
L’intelligenza artificiale fa ormai parte di moltissimi aspetti della nostra vita quotidiana. Sempre più persone utilizzano strumenti come ChatGPT e quasi tutti i nuovi smartphone vengono venduti con sistemi di AI preinstallati. Ma non solo. L’AI è entrata nel mondo del lavoro, del design, della moda, dell’edilizia e della sanità. E proprio in quest’ultimo settore è arrivato un nuovo algoritmo che promette di rivelarsi preziosissimo per la prevenzione di eventi molto pericolosi come infarti e ictus.
Come funziona il nuovo algoritmo
Il congresso dell’European Society of Cardiology 2025, tenutosi a Vienna, potrebbe passare alla storia della diagnostica medica.
Durante l’evento è stato infatti presentato un algoritmo basato sull’intelligenza artificiale nato con l’obiettivo di prevenire infarti ed ictus identificando i soggetti a rischio di patologie cardiovascolari gravi.
Molto interessante la procedura con cui il sistema è stato “addestrato”. Ovvero analizzando circa 400mila ECG raccolti in 15 anni e validati su un dataset indipendente di circa 100mila ECG. Un database incredibilmente vasto che viene utilizzato per stabilire la differenza tra età biologica del cuore ed età anagrafica del paziente.
Un passo avanti potenzialmente decisivo nel campo della diagnostica. Un algoritmo del genere potrebbe infatti permettere ai medici di individuare i soggetti a rischio e di approntare per loro percorsi di prevenzione mirata.
Siamo ancora in fase sperimentale ma la strada, una volta risolte le questioni relative a privacy e trattamento dei dati personali, sembra tracciata.
Le altre applicazioni di successo dell’intelligenza artificiale nella medicina
Il nuovo algoritmo presentato a Vienna non è l’unico esempio virtuoso di binomio medicina-intelligenza artificiale. Basti pensare che negli USA ci sono già 500 applicazioni di questa tecnologia in campo medico già autorizzate dalla Food and Drug Administration
Applicazioni che stanno ottenendo notevoli risultati nel campo della diagnostica, in particolare nelle aree oncologiche, respiratorie e cardiologiche, in quello del supporto operativo ai medici (alcuni programmi di AI sono capaci di fornire in pochi secondi consigli sui trattamenti farmacologici basati sulle linee guida vigenti e sulle maggiori evidenze scientifiche internazionali) e in quello della chirurgia.
La chirurgia robotica, in grado di combinare automazione e AI, sta infatti dando notevoli riscontri nel miglioramento della precisione e nella riduzione dell’invasività delle operazioni, riducendo complicazioni e tempi di recupero per i pazienti.
La situazione in Italia
Se negli USA l’intelligenza artificiale si sta affermando con sempre maggior forza in campo medico, in Italia stenta a decollare.
Secondo un recente studio condotto da Univadis Medscape Italia, portale informativo di riferimento dei medici italiani, soltanto il 21% dei medici utilizza l’AI per scopi prettamente sanitari, mentre l’11% si accontenta di sfruttarla soltanto per i compiti amministrativi.
Un problema principalmente culturale: soltanto il 10% degli intervistati nello studio è informato sulle nuove tecnologie ed è pronto a usarle.
Ma anche nel nostro Paese c’è qualche esempio virtuoso. La Croce Rossa Italiana sta sperimentando con successo un sistema basato su intelligenza artificiale e cloud per migliorare l’efficienza della gestione della ambulanze e per pianificare in maniera più produttiva i trasporti non urgenti.
Un sistema che, fin qui, ha ottenuto risultati positivi sulla riduzione dei tempi di risposta e su quella del numero di ambulanze in circolazione.
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