Come proteggere i propri soldi quando la banca fallisce

Claudia Cervi

14 Marzo 2023 - 18:31

condividi

Come proteggere i propri soldi in caso di fallimento della banca? Tutto quello che devi sapere per la tutelare i risparmi e mitigare il rischio.

Come proteggere i propri soldi quando la banca fallisce

Come proteggere i propri soldi quando la banca fallisce? Cosa succede a conti corrente e conti deposito quando la propria banca va in difficoltà? La protezione dei depositi è un aspetto fondamentale da considerare quando si sceglie di affidare i propri soldi a una banca. Nonostante le banche siano soggette a regolamentazione bancaria e debbano rispettare determinati standard di sicurezza finanziaria, esiste sempre un rischio di credito associato all’attività bancaria.

Nel caso in cui una banca dovesse fallire è importante conoscere le misure di salvaguardia finanziaria a disposizione per proteggere i propri soldi. Tra queste misure si possono citare il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi , che in Italia si estende ai depositi a risparmio liberi o vincolati (conti di deposito), ai certificati di deposito e agli assegni circolari.

Inoltre, la liquidità e la diversificazione degli investimenti sono elementi importanti da considerare per mitigare il rischio associato a una banca fallita. È possibile proteggere i propri soldi scegliendo investimenti sicuri, come i titoli di Stato, e affidandosi a banche regolamentate dalle banche centrali. In ogni caso, è importante comprendere il funzionamento delle istituzioni finanziarie e le loro regolamentazioni per proteggere i propri soldi nel migliore dei modi.

Cosa succede quando una banca fallisce

Quando una banca fallisce significa che non è in grado di onorare i propri debiti e non dispone di liquidità sufficiente per coprire le richieste dei propri clienti. In questa situazione, l’istituto di credito viene sottoposto a un processo di liquidazione, durante il quale i creditori vengono ripagati in base alle priorità stabilite dalla legge. Tuttavia, questo processo può richiedere del tempo e comportare una riduzione sostanziale del valore dei beni della banca, il che può portare a perdite significative per i depositanti.

In Italia, i depositanti sono protetti dalla presenza di un Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), che viene attivato in caso di fallimento della banca per proteggere i risparmi dei clienti fino a 100.000 euro per depositante e per banca, limite che sale a 200.000 euro nel caso di conti cointestati.

In ogni caso, quando una banca fallisce, i depositanti possono subire un’immediata perdita del proprio denaro o una temporanea indisponibilità dei fondi mentre si attende la liquidazione della banca e l’attivazione del fondo di garanzia. Inoltre, se i depositanti avevano investito in prodotti finanziari, come obbligazioni emesse dalla banca, possono subire una perdita permanente del proprio capitale.

Per evitare queste possibili conseguenze, è importante per i depositanti cercare di diversificare i propri investimenti in modo da non concentrare tutti i propri risparmi presso una sola banca e valutare attentamente la scelta della banca stessa, preferendo quelle regolamentate dalle banche centrali e con buona reputazione di affidabilità finanziaria.

Come proteggere i propri soldi in caso di fallimento della banca

Per proteggere i propri soldi in caso di fallimento della banca, i depositanti possono adottare diverse strategie.

Innanzitutto, è consigliabile verificare la presenza di un fondo di garanzia dei depositi nel Paese dove si intende depositare i propri soldi e conoscere i limiti di copertura per depositante e per banca.

Ad esempio, in Italia il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) garantisce i depositi fino a un massimo di 100.000 euro per banca e per titolare di deposito.

È importante sottolineare che il Fitd non è un organo statale, ma un fondo istituito dalle stesse banche aderenti al fine di tutelare i propri clienti. Tuttavia, il Fitd è soggetto alla vigilanza della Banca d’Italia e alla regolamentazione bancaria nazionale ed europea, al fine di garantirne la solidità e l’efficacia nel garantire la protezione dei depositi.

Il Fitd garantisce non solo le persone fisiche, ma anche le persone giuridiche come le aziende, con l’eccezione di banche, fondi, assicurazioni, enti pubblici e altri soggetti non compresi dalla normativa antiriciclaggio.

Per minimizzare il rischio di perdere i propri risparmi, è consigliabile diversificare i propri conti correnti su più istituti bancari ed eventualmente utilizzare conti esteri per diversificare il rischio Paese e di cambio. Inoltre, è opportuno considerare anche strumenti di risparmio diversi dal denaro, come le polizze vita e i beni rifugio come l’oro fisico e gli oggetti d’arte, naturalmente consultando prima un consulente finanziario.

Cosa fare se la propria banca fallisce

Se la propria banca dovesse fallire, è importante agire prontamente e seguire le procedure stabilite per recuperare i propri soldi.

In Italia, se la banca fallisce, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) interviene per restituire ai depositanti i loro risparmi fino a un massimo di 100.000 euro per banca e per titolare di deposito. In tal caso non è necessaria alcuna richiesta di rimborso da parte del depositante: il Fitd procede direttamente al rimborso tramite la propria banca agente entro 7 giorni lavorativi dalla data in cui si producono gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta della banca. L’istituto di credito ha 5 giorni di tempo elaborare e inviare al Fondo le posizioni aggregate per ogni depositante. Il Fitd contatterà direttamente ogni avente diritto e procederà con il rimborso.

Come già detto, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) garantisce il rimborso dei depositi fino a un massimo di 100.000 euro per titolare di deposito e per banca. Gli importi eccedenti tale limite non sono coperti dal FITD e quindi non vengono rimborsati direttamente dal fondo.

In caso di fallimento della banca, i depositanti che hanno depositi superiori ai 100.000 euro potrebbero quindi subire delle perdite. In particolare, il credito residuo del depositante viene iscritto nello stato passivo della banca in liquidazione coatta amministrativa e può concorrere successivamente ai riparti di liquidazione. In questo contesto, è possibile che i depositanti ottengano il rimborso dei propri crediti solo in parte, in proporzione alle risorse disponibili e ai creditori presenti.

Quando spetta il rimborso per depositi superiori a 100.000 euro

Il limite di 100.000 euro per la protezione dei depositi non si applica per un periodo di 9 mesi ai depositi di persone fisiche derivanti da alcune specifiche situazioni.

Queste includono operazioni relative a:

  • trasferimento di immobili,
  • divorzio,
  • pensionamento,
  • scioglimento del rapporto di lavoro,
  • invalidità o morte,
  • pagamento di prestazioni assicurative, risarcimenti o indennizzi in relazione a danni per fatti considerati dalla legge come reati contro la persona o per ingiusta detenzione.

Questi depositi, noti come saldi temporanei elevati, sono protetti per un importo superiore ai 100.000 euro per un periodo di 9 mesi successivi al loro accredito o alla loro disponibilità. Ciò significa che se, ad esempio, si riceve un pagamento elevato come l’incasso dalla vendita di un immobile o l’accredito del TFR per effetto dello scioglimento del rapporto di lavoro, l’importo sarà protetto presso la banca per i successivi 9 mesi.

In tal caso il rimborso da parte del Fondo sarà effettuato su richiesta del cliente e previa verifica dei requisiti da parte del Fitd entro 6 mesi dalla data in cui si producono gli effetti della liquidazione coatta amministrativa della banca.

Quali strumenti non sono garantiti dal Fitd?

Occorre tenere presente che alcuni strumenti non sono garantiti dal Fitd e pertanto sono esclusi dal rimborso:

  • depositi effettuati in nome e per conto proprio da banche, imprese di investimento, imprese di assicurazione e di riassicurazione, fondi comuni d’investimento (OICR), fondi pensione ed enti pubblici;
  • depositi derivanti da transazioni in relazione alle quali sia intervenuta una condanna definitiva per i reati previsti dagli artt. 648-bis (Riciclaggio) e 648-ter (Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita) del codice penale;
  • depositi i cui titolari, al momento dell’avvio della procedura di liquidazione che interessa la banca, non risultino identificati ai sensi della disciplina in materia di prevenzione antiriciclaggio e antiterrorismo;
  • azioni (ovvero partecipazioni o quote relative a fondi propri);
  • obbligazioni subordinate;
  • obbligazioni ordinarie (eventualmente assicurate dal Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti);
  • obbligazioni bancarie garantite (“covered bonds”, che sono di per sé già protette da una propria e specifica garanzia);
  • crediti derivanti da accettazioni, pagherò cambiari e operazioni in titoli (da notare, tuttavia, che nel caso specifico di operazioni “pronti contro termine”, il cliente risulta comunque garantito dal controvalore del titolo sottostante all’operazione, che corrisponde al ricavato dalla possibile vendita del titolo stesso sul mercato).

Iscriviti a Money.it