La rivoluzione della tecnologia finanziaria ha fatto molta strada da quando gli entusiasti del Bitcoin, 10-15 anni fa, immaginavano di aggirare valute nazionali e regolamentazioni governative.
Il Bitcoin e le criptovalute in generale non sono più la novità scintillante. Il *Journal of Economic Perspectives*, dove lavoro come Managing Editor, descriveva e discuteva il mondo delle crypto già un decennio fa. Che fine hanno fatto tutte quelle previsioni secondo cui il Bitcoin avrebbe rapidamente sostituito le valute esistenti? In “Crypto, tokenisation, and the future of payments” Stephen Cecchetti e Kermit L. Schoenholtz discutono cosa ha frenato le crypto, e sostengono che la spinta per le “stablecoins” difficilmente potrà migliorare rispetto alla possibilità della tokenization gestita da gigantesche società finanziarie globali come JP Morgan e BlackRock (CEPR Policy Insights 146, agosto 2025).
Cecchetti e Schoenholtz scrivono:
Secondo alcune stime, esistono oltre 20.000 cripto-asset – strumenti la cui proprietà è registrata su un registro basato su qualche forma di crittografia (FCA 2023). Al momento della scrittura, questi hanno un valore cumulativo di circa 4 trilioni di dollari, con il Bitcoin che rappresenta circa il 60% del totale. Sebbene funzioni come riserva di valore, al di fuori del mondo crypto il Bitcoin non è ancora né un mezzo di scambio comune né un’unità di conto popolare. … Quando gli storici guarderanno ai decenni successivi all’introduzione del Bitcoin, si chiederanno: “Perché le crypto non hanno ‘preso piede’ nel modo in cui i loro creatori e primi sostenitori speravano?” Offriamo tre risposte provvisorie. [...]
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