Il mercato dell’AI companion, chatbot progettato per offrire supporto emotivo, è in costante crescita. Ma chi lo utilizza deve prestare attenzione.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre 1 miliardo di persone nel mondo soffre di solitudine cronica. Mentre alcuni decidono di affrontarla e altri ne restano sopraffatti, sviluppando patologie psicologiche più gravi, cresce sempre di più il numero di individui che sceglie di lenire la propria sofferenza pagando l’intelligenza artificiale per avere compagnia.
Da questo bisogno è nato uno dei business più redditizi del momento, quello legato all’AI companion.
Come funziona l’AI companion
Per combattere la solitudine, in molti scelgono di affidarsi a un AI companion, chatbot progettato specificatamente per offrire una presenza empatica e coinvolgente per gli utenti. A differenza degli assistenti virtuali generici, questi sistemi sono creati per riconoscere le emozioni, rispondere con tono umano e fornire un sostegno emotivo che sembra autentico.
Una delle loro funzioni più popolari è quella del roleplay, un tipo di interazione in cui l’utente e l’AI interpretano ruoli immaginari, spesso all’interno di un contesto narrativo - ad esempio, possono interpretare il personaggio di un libro, un film o una serie televisiva - in cui si sviluppa una relazione emotiva e, molto spesso, sentimentale.
L’economia della solitudine: numeri da capogiro
Secondo la società di ricerca statunitense Grand View Research, entro il 2030 il mercato dell’AI companion raggiungerà 140,8 miliardi di dollari, mentre le app di incontri arriveranno a 17,3 miliardi e quelle per la salute mentale a 20,9 miliardi entro il 2033. In altre parole, il questo mercato sarà circa 8 volte più grande rispetto a quello delle app di incontri e quasi 7 volte superiore a quello delle app per la salute mentale, evidenziando una crescita molto più rapida rispetto a quella dei settori più tradizionali.
John Lannerborg, autore del canale YouTube “Economic Circuit”, stima che l’intera “industria dell’isolamento” supererà i 500 miliardi di dollari entro il 2030.
Tra gli strumenti su cui punta maggiormente il mercato della solitudine troviamo non solo l’AI companion, ma anche gli animali domestici virtuali, i robot sociali per fare compagnia agli anziani, le app di incontri, gli amici a noleggio, i corsi di sviluppo sociale e le cliniche digitali per il benessere mentale.
Le AI più utilizzate da chi soffre di solitudine
Tra i numerosi modelli di AI companion presenti sul mercato, ecco quali sono i sistemi più utilizzati:
- Character.ai: una piattaforma di chatbot AI che consente agli utenti di interagire con numerose personalità virtuali tramite conversazioni naturali ed empatiche con l’utilizzo di roleplay;
- Replika: Chatbot progettato come un amico virtuale che offre supporto emotivo e compagnia personalizzata, Replika conta circa 35 milioni di utenti, con una stima del 60% degli abbonati che sviluppa sentimenti di affetto nei confronti del bot;
- XiaoIce: assistente virtuale sviluppato da Microsoft in Cina, è capace di simulare emozioni complesse per intrattenere gli utenti, in particolar modo gli anziani;
- Timeleft: una piattaforma che organizza eventi sociali reali come cene condivise, con una community attiva di 27.000 utenti settimanali in oltre 300 città;
- Rent-A-Friend: servizio che permette di “noleggiare” amici per avere compagnia, con oltre 40.000 personalità disponibili nel sistema.
I rischi dell’AI companion
Nonostante siano un’effettiva fonte d’aiuto per chi soffre di solitudine, i sistemi di AI companion non mancano di criticità. Ci sono rischi significativi per la privacy, dato che molte piattaforme che offrono questa tipologia di servizio raccolgono una grande quantità di dati sensibili sugli utenti.
Inoltre, la problematica del “digital divide”, o divario digitale - cioè la disuguaglianza nell’accesso e nell’uso delle tecnologie digitali dovuta a fattori economici, geografici o culturali - impedisce a molte persone di accedere a questi sistemi.
Gli algoritmi non sono perfetti e possono comportare rischi reali. In alcuni casi, persone particolarmente vulnerabili a causa della solitudine sono state indirizzate verso scelte dannose o addirittura pericolose per loro stesse.
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