Come funziona il trucco degli ospedali che falsa le liste d’attesa

Patrizia Del Pidio

15 Settembre 2025 - 16:15

Caos per le liste d’attesa infinite in sanità, gli ospedali mettono in atto stratagemmi per falsare le liste di attesa. Vediamo quali sono i trucchi utilizzat

Come funziona il trucco degli ospedali che falsa le liste d’attesa

Da tempo l’esecutivo dichiara di voler risolvere il problema delle liste d’attesa troppo lunghe, cui sta riservando particolare attenzione. Finti appuntamenti, agende non disponibili e visite di notte sono solo alcuni dei trucchi messi in atto dagli ospedali per falsare le liste di attesa e farle sembrare più corta.

Il ministro Orazio Schillaci ha inviato nell’ultimo anno due lettere alle Regioni per sollecitarle a gestire meglio le liste d’attesa per visite ed esami in maniera migliore definendo come “indegni” gli escamotage utilizzati dagli ospedali per nascondere i ritardi.

Molto spesso le Regioni non sono al corrente della reale situazione delle liste di attesa a causa dei dati alterati e trasmessi dagli stessi ospedali.

Quali sono i trucchi degli ospedali per falsare le liste d’attesa?

Gli ospedali hanno messo in atto diversi trucchi per falsare le liste d’attesa, che riguardano principalmente l’urgenza dell’appuntamento. Quando il medico prescrive visite ed esami appone sulla ricetta un codice che indica l’urgenza dell’appuntamento:

  • con la lettera U la visita o l’esame deve essere effettuato entro 72 ore;
  • con la lettera B l’esame o la visita deve essere effettuato entro 10 giorni;
  • con la lettera D, che prevede un’urgenza differibile, la visita deve essere effettuata entro 30 giorni;
  • con la lettera P, riferita alle visite programmate, ci sono 120 giorni di tempo.

Quasi mai queste scadenze vengono rispettate e nella maggior parte delle Regioni l’attesa per poter effettuare una visita varia da diversi mesi a un anno.

Uno degli escamotage adottati dagli ospedali per ritardare la prenotazione è quello di dire, quando un paziente chiama per prenotare un appuntamento, che non ci sono le agende disponibili: in questo caso il Cup non può mettere a disposizione alcun appuntamento, neanche a distanza di molto tempo. La pratica, pur essendo assai diffusa, è vietata perché le strutture pubbliche devono sempre avere appuntamenti a disposizione (nei casi estremi, infatti, hanno il dovere di rivolgersi a strutture private convenzionate laddove non riescano a garantire una visita).

Un altro metodo messo in atto per ritardare visite ed esami è quello di chiedere al paziente che telefona per prenotare di richiamare di richiamare dopo un certo numero di giorni per vedere se si sono liberati posti. Così facendo si ritardano i dati delle liste di attesa che decorrono, effettivamente, solo dal momento in cui viene fissato l’appuntamento: i tempi di attesa trasmessi, in questo modo risultano più bassi.

I pazienti che non riescono a fissare un appuntamento in tempi brevi, nella maggior parte dei casi si rivolgono a strutture private. La conseguenza di questo è che chi non ha la disponibilità economica per sostenere la spesa, rinuncia a curarsi.

I casi denunciati

Solitamente le verifiche sulle liste di attesa falsate si effettuano solo dopo le segnalazioni dei pazienti. In questo modo emergono situazioni surreali della sanità italiana.

Il caso del Piemonte

La gestione delle liste di attesa in Piemonte è ora oggetto di verifiche a tappeto. Dopo il caso sollevato dalla consigliera regionale Giulia Marro le agende delle prenotazioni e la loro gestione sono oggetto di attenti controlli.

A Cuneo, ad esempio, vengono rilasciati appuntamenti fittizi, con orari assurdi durante la notte, promettendo di ricontattare il paziente interessato successivamente. In questi casi vengono rimandati anche appuntamenti con urgenza a 72 ore o 10 giorni senza dare il minimo peso allo stato di salute di chi lo richiede. L’Asl di Cuneo si difende spiegando che si tratta di appuntamenti provvisori.

L’assessore alla Sanità Federico Riboldi commenta che:

“La Direzione regionale della Sanità sta effettuando una dettagliata verifica su tutte le prenotazioni delle agende del Sovracup. Non appena disponibili, i risultati della verifica saranno resi noti e condivisi.”

Non va meglio a Modena

Le liste di attesa a Modena sono un argomento molto critico: per un esame sono necessari fino a 550 giorni. Modena risulta essere una delle province peggiori dell’Emilia Romagna, pur vantando quattro strutture ospedaliere principali che erogano tutte le stesse prestazioni. Il problema è che vengono trascurati gli esami di base o di routine per concentrarsi su quelli più complessi e più remunerativi.

Un altro nodo evidenziato a Modena è che l’attività degli ospedali è pubblica fino alle ore 14 mentre in altre Province si prosegue fino alle 16. Dopo le 14 a Modena inizia l’attività in intramoenia con tempi di attesa brevissimi (pochi giorni). In questo modo gli specialisti sfruttano l’attività privata per incrementare i propri introiti.

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