Come hanno fatto a sopravvivere i 4 bambini ritrovati nella giungla colombiana?

Luna Luciano

10 Giugno 2023 - 13:24

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Sono stati ritrovati i 4 bambini dispersi nella giungla colombiana dopo l’incidente aereo. Ecco cosa è accaduto e come hanno fatto a sopravvivere per 40 giorni nella giungla.

Come hanno fatto a sopravvivere i 4 bambini ritrovati nella giungla colombiana?

Una storia che ha del miracoloso. Dopo 40 giorni nella giungla colombiana sono stati ritrovati i 4 bambini dispersi a seguito di un incidente aereo.

Originari della comunità indigena Huitoto, Lesly Jacobombaire Mucutuy di 13 anni, Soleiny Jacobombaire Mucutuy di 9, Tien Noriel Ronoque Mucutuy di 4, e Cristin Neriman Ranoque Mucutuy che ha compiuto il 1° anno di vita nella giungla, stanno bene, benché siano denutriti e debilitati.

La notizia del ritrovamento dei 4 fratellini dispersi è stata accolta con gioia e un sospiro di sollievo da tutta la Colombia. Ora i bambini sono stati portati all’ospedale militare di Bogotà con un velivolo dell’esercito: a bordo anche il padre, uno dei loro nonni e altri membri della famiglia.

Una storia che ha dell’incredibile e che ha commosso l’intera comunità internazionale: ecco cosa è accaduto e come sono riusciti a sopravvivere.

Ritrovati i 4 bambini dispersi nella giungla colombiana: dall’incidente in aereo al ritrovamento

I 4 bambini sono sopravvissuti all’ incidente aereo avvenuto lo scorso 1° maggio, dove hanno perso la vita la madre, il pilota e il leader indigeno Yarupari Herman Mendoza Hernandez. Il piccolo velivolo - un Cessna 206 - era stato trovato il 16 maggio in una zona boscosa del municipio di Solano, nel dipartimento di Caquetà, nel sud del Paese, ma se erano stati rivenuti i corpi degli adulti, dei piccoli non ’era traccia.

Sono così partite le ricerche dei quattro fratellini e il ritrovamento di resti di frutta, del biberon di Cristin, di un suo pannolino, di forbici e di impronte avevano acceso la speranza di trovarli vivi, facendo scattare una massiccia operazione di ricerca guidata dai militari, con oltre un centinaio di truppe delle forze speciali e circa 70 esploratori indigeni che hanno setacciato l’area senza sosta.

Dopo la smentita del ritrovamento del 18, i ricercatori non si sono arresi e nuove tracce del passaggio dei bambini nel corso delle settimane hanno incoraggiato le ricerche. Nel frattempo sono stati lanciati anche oltre 100 kit di sopravvivenza contenenti acqua e cibo per aiutare i 4 bambini a sopravvivere.

Questa mattina è giunta la notizia tanto attesa: i 4 bambini sono stati ritrovati a circa 5 km a ovest dal luogo dell’incidente. Il presidente colombiano Gustavo Petro ha affermato che al momento i 4 fratellini “sono deboli” e che ora spetterà ai medici prendersi cura di loro. Il ministero della Difesa ha poi ringraziato i militari e gli indigeni, la loro cooperazione ha “regalato il miracolo che la Colombia si aspettava”.

Come hanno fatto a sopravvivere i 4 bambini nella giungla colombiana?

Tutti si staranno domandando come abbiano i 4 bambini a sopravvivere per 40 giorni nella giungla colombiana. La nonna materna dei bambini non ha molti dubbi su come ci siano riusciti: il sapere acquisito nella loro tribù è riuscito a guidare i fratelli, soprattutto Lesly, la sorella maggiore di 13 anni, che si è presa cura dei più piccoli.

Il leader indigeno guananese di Vaupes John Moreno ha infatti spiegato che la giungla colombiana è una giungla “vergine, fitta e pericolosa”, i bambini per sopravvivere hanno dovuto ricorrere alle conoscenze che hanno appreso nella comunità indigena: “la conoscenza ancestrale per sopravvivere”. Infatti, il nonno dei bambini ha spiegato che i piccoli “sono molto abili a camminare attraverso la giungla”. Moreno ha infine raccontato che i 4 fratellini sono stati cresciuti dalla nonna, un’esperta nella riserva indigena di Araracuara.

La stessa nonna che è sicura che i nipoti siano sopravvissuti grazie alla sorella maggiore Lesly, che da sempre ha un’indole “guerriera” e che è riuscita a tenere al sicuro i fratellini: “Si è sempre presa cura di loro quando la loro madre lavorava. Dava loro farinita, casabito - farina e pane di manioca - qualsiasi frutto del cespuglio”. Teoria che trova conferma nei ritrovamenti di frutta morsa lungo la strada, la stessa frutta che è riuscita a fornire lo stretto necessario per sopravvivere.

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