Come investire in banconote rare e fare soldi con la cartamoneta? Scoprilo attraverso i consigli dell’esperto Gerardo Vendemia.
Investire in banconote, specialmente negli ultimi anni, non è più soltanto una passione per collezionisti, ma anche una reale opportunità di diversificare il proprio patrimonio in un settore in crescita.
Il collezionismo di cartamoneta sta vivendo un momento di grande interesse, complici banconote rare, poco studiate e spesso reperibili in pochissimi esemplari, che possono trasformarsi in investimenti redditizi. Ma come orientarsi nel mercato della cartamoneta senza correre rischi? E soprattutto, conviene puntare sulle banconote dell’euro o su valute straniere?
Per fare chiarezza su come fare soldi con le banconote, abbiamo intervistato Gerardo Vendemia, uno dei massimi esperti italiani di numismatica che gestisce anche cartamoneta.com, il più vasto e-commerce di banconote italiane da collezione, punto di riferimento per appassionati e investitori.
Perito, autore di cataloghi di riferimento, docente e responsabile numismatico di una prestigiosa casa d’aste, Vendemia ci accompagna alla scoperta delle strategie vincenti per investire sulla cartamoneta, svelando quali siano oggi le banconote più interessanti sul mercato e quali errori evitare.
Partiamo dalle basi: perché una persona dovrebbe scegliere di investire sulle banconote, invece che sulle monete o su altri tipi di collezionismo?
Il collezionismo di cartamoneta è molto giovane. I cataloghi specializzati per i collezionisti risalgono agli anni sessanta del XX secolo. Esistono tipologie ancora poco studiate, o collezionate, in cui sono presenti banconote conosciute in pochissimi esemplari, talvolta uniche. La moneta metallica, settore molto affine, è ben più longevo.
Potenzialmente un investimento in cartamoneta, di gran lunga inferiore per importo rispetto all’acquisto di un’opera d’arte, potrebbe provocare una variazione considerevole delle quotazioni di uno specifico esemplare, o di una categoria.
È quello che accade in un libero mercato, in cui vale la legge dalla domanda e dell’offerta. Di recente lo hanno messo in pratica miei clienti asiatici, acquistando banconote italiane della Repubblica di tagli elevati, in alto stato di conservazione. Ad esempio la banconota da 50.000 lire della Banca d’Italia con Leonardo Da Vinci, emessa tra il 1967 e il 1974 veniva venduta a circa 1.000 euro in FDS quando un gruppo di clienti del sud-est asiatico ha iniziato ad acquistarle. In poco più di un anno il valore di mercato è arrivato all’incirca al doppio).
Molti pensano di potersi improvvisare collezionisti o investitori. È davvero così semplice entrare in questo mercato o ci sono dei rischi importanti per chi non è esperto?
Con la diffusione di Internet, dai primi anni del nuovo millennio è diventato più semplice acquistare banconote da collezione. Fino a qualche decennio fa le transazioni si concludevano solo di persona in convegni numismatici, di cui il più famoso si svolge ancora oggi presso la Fiera di Verona due volte l’anno (Veronafil).
Oggigiorno esistono decine di siti internet di commercianti numismatici, piattaforme e-commerce specializzate nel collezionismo e case d’asta con un dipartimento di numismatica, per cui qualsiasi privato può acquistare comodamente da casa confrontando le offerte. Inoltre, numerosi privati, si cimentano nella compravendita sfruttando la visibilità gratuita offerta dai social, specialmente sui gruppi Facebook.
Tuttavia, non esiste un canale che garantisca un affare sicuro. Un prezzo molto interessante potrebbe celare un difetto non citato, che solo l’occhio esperto è in grado di riconoscere. Questo è il rischio più probabile. Molto più di rado (soprattutto rispetto ad altre categorie merceologiche) accade che si acquisti per buono un esemplare falso.
Il miglior consiglio che si possa dare a un collezionista è quello di affidarsi a un fornitore competente e qualificato, disponibile a garantire l’autenticità, la qualità e il valore di ciò che propone. Anche se questo potrebbe escludere, apparentemente, la possibilità dell’affare, in realtà salvaguarda i meno esperti dai rischi dell’inganno e, nel mondo del collezionismo, l’esperienza insegna che chi compra bene, investe con profitto.
Proprio per evitare errori, come ci si può rivolgere a un esperto? Che tipo di figure professionali esistono in questo settore e quali garanzie offrono?
Come anticipato, conviene sempre affidarsi a un professionista, soprattutto quando si inizia a collezionare. L’associazione di categoria per la Numismatica è la NIP, acronimo di “Numismatici Italiani Professionisti”, nata nel 1993, che nel 2016 ha ottenuto il riconoscimento di «Associazione professionale non iscritta in ordini o collegi» da parte del Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) previsto dalla disciplina (legge n.4/2013). Alla NIP possono iscriversi soltanto commercianti che esercitano la professione di numismatico in forma esclusiva o prevalente da almeno quattro anni, presentati da due colleghi e con condotta ineccepibile.
Il numismatico professionista deve in ogni caso garantire non solo l’autenticità, ma anche il preciso stato di conservazione, caratteristica fondamentale per determinare il valore economico. Non soltanto, mediante la certificazione il venditore tutela l’acquirente anche riguardo la lecita provenienza, in ottemperanza all’art. 64 del codice dei beni culturali D.l. 22.01.2004 - n. 42. Lo stesso articolo obbliga il venditore “ove possibile in relazione alla natura dell’opera o dell’oggetto” ad apporre la certificazione su “copia fotografica” (certamente possibile per la cartamoneta).
Altre certificazioni di “professionalità” possono essere rappresentate dalle iscrizioni negli albi dei tribunali e delle camere di commercio, come Consulente Tecnico o Perito.
Inoltre, la frequentazione di convegni, il confronto tra acquisti da differenti venditori e le recensioni online aiutano ulteriormente l’investitore a comprendere le dinamiche del settore.
In ambito internazionale, molto più che in Italia (dove il fenomeno resta ancora abbastanza limitato, ma in espansione), si stanno diffondendo sempre più le certificazioni di società di grading, perlopiù americane, che sigillano le banconote chiudendole in appositi “blister” e attribuendogli un grado di conservazione secondo una scala numerica (denominata scala Sheldon) che prevede un numero da 1 a 70, dove il maggiore identifica la migliore conservazione possibile. Il limite in questo caso è rappresentato solo dall’assenza di uno specifico esperto, all’interno del team, per ogni tipologia di banconota e quindi possono sorgere alcuni sporadici errori. Questi ultimi, tuttavia, non stanno inficiando sensibilmente la diffusione di questo servizio.
Chi decide di investire si chiede spesso se serva un capitale importante: esiste un investimento minimo per iniziare? E con cifre più basse, ha comunque senso entrare in questo mercato?
Con piccole cifre è più difficile avere guadagni rilevanti, tuttavia conviene sempre entrare in un nuovo mondo gradualmente.
La tendenza del collezionismo, dal punto di vista dell’investitore, sta premiando sempre più i biglietti in elevato stato di conservazione, facendo registrare un sensibile incremento della forbice dei prezzi tra esemplari molto circolati (nel gergo tecnico MB – Molto Belli) e perfetti (ovvero FDS – Fior Di Stampa).
In questa situazione si consiglia dunque di focalizzare maggiormente l’attenzione verso le elevate conservazioni, a prescindere dall’importo investito.
Ci tengo inoltre a informare i potenziali investitori, che al di là delle plusvalenze di tipo meramente economico, chi acquista banconote da collezione entra in possesso di testimonianze tangibili del nostro passato, che ci restituiscono inalterato l’aspetto storico e politico, ma anche gli usi e costumi del periodo in cui erano in circolazione.
E poi, naturalmente, ci si chiede qual è il margine di guadagno realistico e dopo quanti anni un investimento sulle banconote può iniziare a dare frutti concreti.
Il collezionista è per sua natura un cacciatore. Se non compra per rivendere, ha comunque il desiderio di dimostrare, così come l’investitore, che aveva intuito in anticipo ciò che sarebbe accaduto.
Generalmente un acquisto bel ponderato restituisce utili entro qualche anno, tuttavia è come acquistare azioni: se anche altri collezionisti si dirigono nella medesima direzione, il prezzo aumenta, e viceversa.
Parliamo ora di cosa acquistare: conviene puntare sulle banconote in euro o ci sono altre valute più interessanti oggi sul mercato?
Nel catalogo di cui sono autore “La Cartamoneta Italiana”, la cui ultima edizione è stata pubblicata nel mese di maggio 2025, riporto solo le quotazioni di banconote in euro della prima serie (quella che ha iniziato a circolare il 1 gennaio 2002) stampata con il primo cliché (si può evincere da alcuni dettagli stampati con microscrittura).
Le tendenze del collezionismo non sono ancora stabilizzate e chiare, tuttavia gli esemplari di taglio più elevato (200 e 500) della prima serie sono già difficili da reperire. Il biglietto da 500 euro è stato firmato solo in pochi esemplari (Austria) con la firma di Mario Draghi e se trovato tra le banconote in circolazione, oppure acquistato a poco più del facciale, potrebbe regalare ottimi guadagni in futuro, peraltro conservando sempre il valore facciale.
A tal proposito è consigliabile consultare il grafico della Banca centrale europea dove viene indicato il valore di queste banconote in tempo reale.
A proposito di mercato, ci sono delle banconote particolarmente attenzionabili in questo momento, magari perché rare o legate a contesti storici specifici?
In forte ascesa, tra la cartamoneta del XX secolo, ritroviamo gli esemplari delle occupazioni relative ai conflitti mondiali, specialmente il secondo, che coinvolgono più stati e, ancora oggi, i collezionisti di tutto il mondo.
Decisamente sottovalutate, invece, sono al momento le antiche banche italiane, spesso con grandissime rarità, ma con quotazioni accessibili. E se il futuro fosse proprio nascosto dove oggi gli altri oggi non scommettono?
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