Come cambia il mercato del lavoro, “il lavoratore sarà conteso, la competenza diventerà centrale”: l’intervista al presidente di Fondimpresa

Stefano Rizzuti

12 Aprile 2023 - 17:28

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Il mondo del lavoro è destinato a cambiare, con il lavoratore che diventerà centrale e conteso, anche grazie a competenze e formazione: l’intervista al presidente di Fondimpresa, Aurelio Regina.

Come cambia il mercato del lavoro, “il lavoratore sarà conteso, la competenza diventerà centrale”: l’intervista al presidente di Fondimpresa

I lavoratori saranno al centro del nuovo modello occupazionale. Gli ultimi anni hanno rivoluzionato il mercato del lavoro e la svolta epocale è solamente all’inizio. Nei prossimi anni assumerà sempre maggiore centralità la competenza dei lavoratori e la loro formazione. Questa è la convinzione di Aurelio Regina, presidente di Fondimpresa.

A margine dell’evento ‘Il lavoro al centro’, organizzato da Fondimpresa, il suo presidente parla in un’intervista a Money.it del futuro del mondo del lavoro e della centralità della formazione e del lavoratore stesso in futuro.

Secondo Regina il lavoratore sarà sempre più conteso e inizierà a valutare elementi diversi rispetto al passato: non solo il posto fisso, ma anche la conciliazione con la vita privata. Fondamentale sarà la competitività del lavoratore, su cui già da oggi bisogna concentrarsi per permettere di acquisire maggiori competenze attraverso la formazione.

In che modo è possibile migliorare davvero le competenze dei lavoratori?

Utilizzando al meglio tutti gli strumenti che noi abbiamo, ci sono sufficienti risorse se mettiamo insieme tutti i programmi regionali, statali e privati, dobbiamo capire come utilizzarli al meglio. Noi crediamo che sugli avvisi che abbiamo portato avanti sulle politiche attive, per esempio, si possono sviluppare competenze, lavoro a tempo indeterminato e utilizzare al meglio le risorse. Certamente c’è molto da fare, abbiamo bisogno di liberare la formazione dal novero degli aiuti di Stato: è impensabile che la formazione venga ancora concepita come un aiuto all’azienda, è un supporto al lavoratore che nel corso degli anni avrà molte aziende in cui lavorare. Dobbiamo migliorare il rapporto tra i fondi interprofessionali e le Regioni, mettere a sistema i fondi regionali. Noi siamo un anello fondamentale tra il mondo delle imprese (ne rappresentiamo oltre 210mila) e il mondo pubblico, quindi sappiamo come gestire il denaro pubblico, interpretando i bisogni delle aziende.

Chiedete di non far rientrare la formazione tra gli aiuti di Stato: può bastare questo per cambiare approccio sulla formazione o serve anche altro?

Questo può sembrare un elemento burocratico, ma semplifica i processi di finanziamento e dà la possibilità alle imprese di poterne usufruire a pieno. L’altro aspetto è programmare molto bene il modello di formazione, considerando i bisogni delle imprese. Fondimpresa, avendo un rapporto diretto con le imprese, sa esattamente come riprogrammare per il futuro e non ricadere negli errori fatti in passato. Il processo deve essere pianificato con i bisogni dal basso: è l’impresa a dirci di cosa ha bisogno.

C’è il rischio che la formazione sia esclusivamente appannaggio delle grandi aziende?

Fondimpresa ha 211mila aziende, il 98% sono piccole imprese, già questo indica come questo elemento venga smentito. Più i fondi sono grandi più permettono alle piccole imprese di partecipare, perché possono partecipare a una componente di fondi di sistema che è molto più alta.

Il mondo del lavoro sta cambiando, come dimostrano le discussioni su smart working e settimana corta. In futuro il lavoratore sarà davvero al centro del mercato?

Il lavoratore sarà conteso, quello che dovrò fare è prepararsi a questa contesa e farlo nella maniera più struttura possibile. Utilizzando proprio la formazione come suo patrimonio. Anche oggi veniva ricordato come saranno centrali altri elementi oltre a quello del posto fisso, quindi la corporate reputation, la possibilità di fare smart working. Il lavoratore cercherà un bilancio maggiore anche della propria vita privata, tanti elementi in cui la competenza diventerà fondamentale per la sua competitività: ci spostiamo dalla competitività dell’azienda alla competitività del lavoratore e questa è una trasformazione epocale.

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