Economia Cina: dalla Banca centrale altri 400 miliardi

Luca Fiore

3 Aprile 2020 - 15:22

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Nuovo intervento della Banca Centrale Cinese che ha annunciato di aver ridotto i coefficienti di riserva a carico degli istituti minori. Gli analisti rilevano che una simile misura potrebbe non avere successo.

Economia Cina: dalla Banca centrale altri 400 miliardi

Anche se, fatti i debiti scongiuri, il peggio per l’economia cinese sembrerebbe essere passato, dalla Banca centrale arrivano nuovi stimoli per far ripartire l’economia cinese.

In un momento in cui, secondo le stime diffuse dal Ministero del Commercio cinese, circa l’80% dei ristoranti e il 90% delle strutture commerciali hanno riaperto i battenti, la People’s Bank of China (PBOC) ha annunciato di aver ridotto il coefficiente di riserva obbligatoria a carico di piccoli e medi istituti di credito.

Secondo le stime, la nuova mossa messa in campo dalle autorità cinesi è destinata a liberare circa 400 miliardi di yuan, pari a circa 52 miliardi di euro.

Banca Centrale Cina: coefficiente riserva scende di 100 punti base

La banca centrale cinese ha annunciato una riduzione del coefficiente di riserva obbligatoria (RRR, Reserve Requirement Ratio) per i piccoli e medi istituti di credito di 100 punti base.

La misura, ha precisato la PBOC, sarà attuata in due fasi: il primo taglio, da 50 punti base, entrerà in vigore il 15 aprile, il secondo sarà effettivo a partire dal 15 maggio.

In aggiunta a questa misura, la banca centrale cinese ha detto che il tasso che sarà applicato alle riserve in eccesso sarà ridotto, a partire dal prossimo 7 aprile, dallo 0,72 allo 0,35 per cento. Si tratta del primo intervento di questo tipo dalla crisi finanziaria del 2008.

Martedì scorso la People’s Bank of China aveva fatto sapere di aver messo in campo il taglio del costo del denaro maggiore degli ultimi cinque anni.

Stimoli Bank of China: cosa ne pensano gli esperti

In primo luogo, ha rilevato Iris Pang, capo economista di ING, la misura è particolarmente importante dal punto di vista della tempistica: “il taglio segnala che i danni dell’epidemia di Coronavirus a livello globale potrebbero persistere almeno fino a maggio e quindi l’efficacia di questa politica è estremamente importante per valutare la velocità della ripresa economica” .

L’intervento della Banca Centrale cinese, che nelle intenzioni è destinato a favorire i prestiti alle piccole e medie imprese, potrebbe però incontrare ostacoli. “Le banche si sono finora rivelate poco propense a prestare alle Pmi in difficoltà”, continua Pang. Questo è tanto più vero “per le aziende esportatrici, alle prese con il ritiro degli ordini dai clienti occidentali”.

Secondo l’esperto di ING, delle misure messe in campo dalla Banca Centrale cinese potrebbero beneficiare di più le imprese grandi e solide, “visto che il loro profilo creditizio è migliore rispetto a quello delle piccole aziende del manifatturiero, dei servizi e delle aziende esportatrici”.

Per ovviare a questo inconveniente, “il profilo creditizio potrebbe essere rafforzato da stimoli fiscali e tagli delle imposte: una combinazione di politica monetaria e di una fiscale è in questo momento necessaria”.

Cina: crollo Pil nel primo trimestre

Per il vice-governatore della Banca centrale cinese, Liu Guoqiang, l’impatto della pandemia di Coronavirus sull’economia cinese non è superiore a quello della crisi finanziaria del 2008. Guoqiang ha inoltre rilevato che anche se i dati relativi i primo trimestre non saranno buoni, a marzo è stato registrato un miglioramento.

Secondo le stime degli analisti, nel corso dei primi tre mesi del 2020, l’economia cinese dovrebbe far segnare un calo tendenziale di 9 punti percentuali.

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