Chi è María Corina Machado e perché ha vinto il Nobel per la pace

Emanuele Di Baldo

10 Ottobre 2025 - 16:03

Nonostante le forti pressioni per Trump, il premio Nobel per la pace 2025 è andato a María Corina Machado: ecco chi è e perché ha vinto l’attivista venezuelana.

Chi è María Corina Machado e perché ha vinto il Nobel per la pace

Come ogni anno, anche nel 2025 la Fondazione Nobel ha comunicato l’ambito premio per la pace. Ad aggiudicarselo è María Corina Machado, una figura che ha messo d’accordo un po’ tutti, nonostante i rumors degli ultimi giorni stessero spingendo per il presidente USA. Ma in un anno in cui il dibattito globale sulla democrazia e l’autoritario è tornato ad essere centrale in politica internazionale, la scelta di premiare un’attivista simbolica ed esecutiva che ha resistito in un contesto di repressione ha dato un segnale forte. Il comitato ha motivato il premio sottolineando «il suo lavoro instancabile nel promuovere i diritti democratici del popolo venezuelano» e «la sua lotta per una transizione giusta e pacifica da una dittatura alla democrazia».

Dietro questo riconoscimento c’è una storia di coraggio, scelte difficili e anche di grande visibilità internazionale. María Corina Machado non è una «donna secondaria»: è diventata un emblema di speranza, portavoce di chi lotta in condizioni estreme per rivendicare il proprio spazio libero. Ma cosa ha fatto nel concreto per aggiudicarsi il Nobel per la pace 2025? Perché la Fondazione ha scelto lei?

Chi è María Corina Machado? La biografia della politica e attivista

Partiamo dal principio per fare un vero e proprio identikit. María Corina Machado Parisca nasce il 7 ottobre 1967 a Caracas, Venezuela. Viene da un contesto imprenditoriale: suo padre era coinvolto nell’industria siderurgica venezuelana e, proprio per questo, la famiglia le ha permesso di accedere a un’educazione solida. Machado si laurea in ingegneria industriale e approfondisce negli anni le sue conoscenze in materie manageriali e di amministrazione - una formazione che più avanti le servirà non solo a gestire ruoli politici, ma a comunicare visioni concrete di riforma.

Negli anni Duemila emerge come una delle voci più attive nella società civile: è cofondatrice dell’organizzazione Súmate, dedicata al monitoraggio dei processi elettorali e alla promozione della trasparenza. Il progetto lancia la sua carriera critica verso il governo e diventa un punto di riferimento per l’opposizione. Parallelamente, fonda il movimento politico Vente Venezuela, che si posiziona come alternativa liberale all’interno del fronte anti-Chavismo.

La sua vita parlamentare comincia nel 2010, quando viene eletta all’Assemblea Nazionale per lo stato Miranda con una partecipazione storica di voti. Resta in carica fino al 2014, anno in cui viene privata del suo seggio in seguito a un provvedimento giudiziario che per molti rappresenta solo una manovra politica contro di lei.

Con il passare degli anni, Machado assume un ruolo sempre più centrale nell’opposizione venezuelana. Nel 2023 vince le primarie dell’alleanza antiregime con grande margine, guadagnandosi consenso e visibilità. Tuttavia, il Consiglio di Stato e la Corte Suprema venezuelana la escludono formalmente dalle candidature per accuse amministrative, impedendole di partecipare alle elezioni del 2024.

Nonostante ciò, Machado non fugge: rimane in Venezuela, muovendosi in clandestinità per evitare arresti, minacce e azioni della sicurezza. Vive ormai da mesi lontana dalla luce del giorno, dirigendo la sua campagna politica da un luogo non reso pubblico. Tant’è che in rare occasioni è comparsa in manifestazioni pubbliche: a gennaio 2025 è stata persino arrestata per poche ore, prima di essere rilasciata e tornare alla clandestinità. Da allora ha fatto perdere completamente le proprie tracce.

Insomma, Machado è il profilo di una donna che ha percorso la propria strada senza compromessi: una personalità polarizzante, definita da molti come la “Iron Lady” venezuelana - non per un’aggressività ideologica, ma per la sua fermezza in un contesto di repressione costante.

Perché ha vinto il Nobel per la pace 2025?

Negli ultimi giorni si è parlato molto di Trump e della sua possibile candidatura al Nobel per la pace, dato il suo ruolo nell’accordo di pace tra Israele e Hamas. Ma, in qualche modo, anche l’elezione di María Corina Machado è comunque legata agli USA, soprattutto per le tempistiche, dato che Trump stesso ha annunciato da poco la lotta senza confini ai grandi cartelli della droga.

Come detto, il comitato norvegese ha spiegato che María Corina Machado riceve il Nobel per la pace:

«per il suo instancabile lavoro nel promuovere i diritti democratici del popolo venezuelano e per la lotta volta a una transizione giusta e pacifica da una dittatura alla democrazia».

La motivazione richiama un concetto cruciale: la pace non è solo assenza di guerra ma condizioni in cui esprimersi liberamente, votare e partecipare.

Il fatto stesso che Machado abbia scelto di restare in patria, anche quando la sua vita era minacciata, ha avuto grande peso simbolico. Tra le sue virtù viene menzionata la resilienza: non ha cercato rifugio all’estero, anzi, ma ha continuato a guidare l’opposizione facendo resistenza. È una testimonianza di coraggio civile che, in un momento di deterioramento democratico in America Latina, ha attirato l’attenzione mondiale.

Parallelamente, il contesto internazionale ha reso di per sé la sua candidatura potente: in un anno segnato da crisi globali, inasprimento di conflitti e lo spettro di una nuova guerra fredda mondiale, dare il Nobel a una figura che lotta dall’interno contro un regime autoritario diventa un messaggio politico non indifferente.

Ma da questo premio passa anche un’altra storia: Machado batte Trump. Sì, perché il presidente USA ha ammiccato tanto a questa nomina, facendo una vera e propria campagna pubblica e vantando anche interventi diplomatici in diversi conflitti. Non ultimo, quello sulla tregua a Gaza. Tuttavia, il comitato ha respinto le pressioni: durante la conferenza stampa, Jørgen Watne Frydnes ha affermato che la decisione è stata presa con «coraggio e integrità», facendo intendere di aver respinto al mittente qualsiasi interferenza.

Il premio, quindi, ha scelto di riconoscere non un mediatore di pace «tradizionale», ma chi rappresenta la resistenza democratica in un Paese che ne ha bisogno. Maria Machado è un simbolo concreto di resistenza attiva.

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