Chi è Abel Avellan? L’uomo che sta sfidando Musk nella connettività satellitare

Giorgia Paccione

27 Maggio 2025 - 12:29

Imprenditore visionario, Abel Avellan guida AST SpaceMobile nella corsa globale per portare internet satellitare direttamente sugli smartphone. La sfida con Starlink è aperta.

Chi è Abel Avellan? L’uomo che sta sfidando Musk nella connettività satellitare

Se Elon Musk, con la sua SpaceX e la costellazione Starlink, domina la scena con oltre 7.100 satelliti in orbita, un nuovo sfidante si sta facendo strada con un approccio radicalmente diverso: si chiama Abel Avellan ed è il fondatore e CEO di AST SpaceMobile.

Imprenditore di origini venezuelane, Avellan ha lanciato la sfida ai giganti della Silicon Valley con l’obiettivo di portare internet a banda larga direttamente sui telefoni cellulari, senza la necessità di hardware dedicato o infrastrutture terrestri tradizionali. La sua visione? Garantire una copertura globale, anche nelle aree più remote, grazie a una rete di satelliti dotati di antenne giganti e tecnologie avanzate.

Dal Venezuela alla Silicon Valley, la storia di Abel Avellan

Abel Avellan nasce in Venezuela e si forma come ingegnere prima di trasferirsi negli Stati Uniti, dove inizia la sua carriera presso il colosso delle telecomunicazioni Ericsson. Nel 2000, con soli 50.000 dollari e una famiglia in crescita, fonda la sua prima azienda, Emerging Markets Communications, specializzata in servizi satellitari per Africa e Medio Oriente. L’impresa viene venduta nel 2016 per 550 milioni di dollari, permettendo ad Avellan di reinvestire nel sogno di una connettività globale senza confini.

Nel 2017 nasce AST SpaceMobile, con l’obiettivo di superare i limiti dei telefoni satellitari tradizionali e offrire una vera banda larga direttamente sugli smartphone esistenti. Il progetto attira rapidamente l’interesse di investitori globali come Vodafone, Rakuten e AT&T, oltre a venture capital di primo piano. La società debutta in borsa tramite una SPAC, raccogliendo ulteriori capitali e vedendo il valore delle proprie azioni più che raddoppiare nel giro di pochi anni.

Oggi Avellan, che detiene circa il 25% delle quote, vanta un patrimonio personale stimato in oltre 2 miliardi di dollari. La sua strategia si basa su una tecnologia distintiva rispetto ai competitor: invece di migliaia di piccoli satelliti, AST punta a coprire il pianeta con appena 90 satelliti dotati di enormi antenne dispiegabili (fino a 223 metri quadrati), capaci di garantire una copertura più ampia e una connessione stabile anche in movimento.

L’obiettivo è lanciare 60 satelliti entro la fine del 2026, con i primi cinque già operativi e in grado di effettuare videochiamate.

La vera rivoluzione proposta da Avellan e AST SpaceMobile è la connettività diretta da satellite a smartphone, senza la necessità di dispositivi aggiuntivi. Una soluzione che, se realizzata su larga scala, potrebbe eliminare il digital divide nelle aree rurali, nei Paesi in via di sviluppo e persino in mezzo all’oceano.

A differenza di Starlink, progettato principalmente per connessioni fisse tramite terminali dedicati, AST mira a integrare la rete satellitare con le infrastrutture mobili esistenti, stringendo partnership con oltre 35 operatori globali, tra cui gli stessi AT&T e Verizon.

Il modello di business, però, non è privo di rischi: ogni satellite AST costa circa 21 milioni di dollari, contro gli 1,2 milioni di quelli Starlink, e la società ha registrato nel 2024 ricavi ancora limitati rispetto agli ingenti investimenti (4 milioni di dollari di entrate contro 300 milioni di spese). Nonostante ciò, la community di investitori retail è molto attiva, con oltre 30.000 membri su Reddit e una partecipazione entusiasta ai lanci dei satelliti.

La rivalità con SpaceX si gioca anche sul piano regolatorio e mediatico: Musk ha bollato AST come una “meme stock” nei documenti ufficiali, mentre la società di Avellan continua a ottenere riconoscimenti per l’innovazione tecnologica, in particolare per le sue antenne a phased-array e le soluzioni brevettate per la gestione del traffico dati in orbita.

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