La biografia di Greta Thunberg e cosa fa oggi la ragazza svedese attivista per clima e diritti civili, diventata un’icona mondiale assoluta.
Greta Thunberg è tornata al centro dell’attenzione globale nel 2025 per un impegno che va oltre le questioni climatiche: come tutti sapranno, infatti, è tra gli attivisti a bordo della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria formata da oltre 50 imbarcazioni provenienti da 44 paesi, diretta a Gaza nel tentativo di rompere il blocco navale israeliano e consegnare aiuti alle popolazioni colpite. Un sostegno per la Palestina «scomodo» dal punto di vista politico e che potrebbe segnare un punto di svolta per il conflitto.
Non a caso, durante la missione, la flottiglia è stata oggetto di attacchi con droni, esplosioni segnalate e interferenze radio (tra cui la trasmissione ripetuta di musica ABBA via radio).
In tutto questo, Greta ha lasciato il comitato direttivo della flottiglia il 14 settembre scorso, probabilmente per divergenze strategiche, ma continua a partecipare attivamente alla spedizione.
Questo coinvolgimento segna un’evoluzione nel percorso del sua attivismo: da punto di riferimento per il movimento climatico, oggi si spinge verso battaglie più ampie di giustizia ambientale e diritti umani.
Chi è Greta Thunberg? Biografia e origini della giovane attivista svedese
Greta Thunberg è nata il 3 gennaio 2003 in Svezia. Fin da giovanissima si è distinta per una forte sensibilità verso i temi ambientali. A partire dal 2018 – quando aveva 15 anni – decise di non andare a scuola fino alle elezioni generali del 9 settembre, per protestare davanti al Parlamento svedese con un cartello che riportava la scritta Skolstrejk för klimatet (sciopero scolastico per il clima).
Un’azione che ha fatto epoca e nata dopo un’estate segnata da ondate di calore e incendi senza precedenti in Svezia: con il suo gesto, la giovane Greta ha voluto evidenziare l’urgenza di una reazione politica.
Dopo le elezioni, non ha interrotto il suo impegno: ogni venerdì continuava a manifestare davanti al Parlamento, lanciando hashtag come #FridaysForFuture che hanno ispirato in breve tempo un movimento studentesco globale.
Da lì è partita la sua lotta internazionale. Il suo discorso al COP24 (Katowice, 2018) ha rappresentato un momento decisivo: con tono diretto, ha invitato i leader mondiali ad agire senza ulteriori ritardi.
Nel gennaio 2019 è comparsa al Forum Economico Mondiale di Davos, dove ha pronunciato una frase divenuta celebre:
“Come se la vostra casa fosse in fiamme, voglio che andiate nel panico.”
Nel 2019, il 15 marzo, ha chiamato a una mobilitazione globale studentesca: in oltre 2.052 città si sono svolte manifestazioni per il clima.
L’impegno ha travalicato comizi, azioni e discorsi politici ed è arrivato anche in libreria. Il suo primo libro, pubblicato in Italia da Mondadori con il titolo La mia casa è in fiamme, racconta la sua esperienza familiare e il percorso che l’ha portata all’attivismo.
Greta Thunberg icona mondiale di una nuova generazione che non sta in silenzio
Negli anni Greta Thunberg ha ricevuto premi, riconoscimenti e candidature che ne hanno consolidato il ruolo di icona globale. È stata perfino proposta per il Nobel per la Pace da un gruppo di parlamentari norvegesi, un segnale di quanto la sua voce abbia superato i confini del semplice attivismo giovanile. Nonostante la giovane età, Greta ha saputo parlare al mondo intero, diventando simbolo di una generazione che non vuole più restare in silenzio di fronte alle crisi ambientali e sociali.
Dietro l’immagine dell’attivista instancabile, però, c’è anche la sua storia personale. A soli 11 anni le è stata diagnosticata la sindrome di Asperger, che lei stessa ha descritto non come un limite, ma come una sorta di “superpotere”: la capacità di concentrarsi sui dettagli e di mantenere uno sguardo lucido e radicale sull’ingiustizia. Greta ha raccontato di aver attraversato momenti difficili, segnati da episodi di mutismo selettivo e disturbi ossessivo-compulsivi, ma ha anche spiegato che l’attivismo le ha dato una nuova energia, trasformandosi in una vera ragione di vita.
Con il passare del tempo, l’immagine pubblica di Greta si è trasformata. Pur rimanendo un punto di riferimento per la lotta al cambiamento climatico, ha ampliato il proprio impegno verso cause a 360°, legate alla giustizia sociale e ai diritti umani. Si è notato come, negli anni, la giovane attivista abbia ridotto la sua esposizione mediatica, lasciando spazio ad altri ragazzi del movimento (creato da lei), ma senza abbandonare del tutto la scena.
Greta Thunberg: da attivista per il clima a simbolo della Flotilla, ecco cosa fa oggi
Nel giugno 2023 Greta si è diplomata in Svezia, un traguardo che ha raggiunto dopo aver ricevuto già in precedenza diversi riconoscimenti accademici simbolici, come la laurea honoris causa in Teologia dell’Università di Helsinki. Parallelamente, ha continuato a sostenere iniziative internazionali tramite la Fondazione Greta Thunberg, che finanzia tutt’oggi progetti a favore della lotta contro il climate change.
La sua militanza, però, come detto, non è più «limitata» alle questioni ambientali. Il 4 settembre 2024 Greta è stata arrestata a Copenaghen durante una manifestazione studentesca pro-Palestina all’interno dell’università cittadina. Il fermo è durato poche ore, ma ha fatto scalpore: era la conferma che Thunberg non si considerava più soltanto “l’attivista climatica”, bensì una voce pronta a schierarsi in difesa dei diritti e contro le ingiustizie in diversi contesti geopolitici.
Questa evoluzione è apparsa con ancora maggiore evidenza nel 2025, quando Greta ha deciso di unirsi alle missioni navali dirette verso Gaza. Nel giugno ha preso parte alla spedizione della Freedom Flotilla Coalition, imbarcandosi sulla nave Madleen, salpata da Catania con un carico di aiuti umanitari. Pochi giorni dopo, la nave è stata intercettata dalla marina israeliana in acque internazionali e scortata al porto di Ashdod. L’equipaggio, incluso Greta, è stato trattenuto temporaneamente e poi rimpatriato. Le autorità israeliane hanno liquidato l’operazione come un atto provocatorio e dal valore meramente simbolico, ma Thunberg ha ribattuto che nessuno metterebbe a rischio la propria vita solo per un “colpo di marketing”.
Dopo quell’episodio, a luglio 2025 è nata la Global Sumud Flotilla, evoluzione della coalizione precedente, con l’obiettivo dichiarato di rompere il blocco navale di Gaza e consegnare aiuti. Greta partecipa anche a questa missione, entrando inizialmente nel comitato direttivo, da cui però si è dimessa a settembre, pur restando a bordo. La flottiglia ha affrontato numerose difficoltà: droni e ordigni hanno colpito alcune imbarcazioni, un incendio è divampato nel porto tunisino di Sidi Bou Said, e persino la radio di bordo è stata hackerata con musica degli ABBA trasmessa in loop, un evidente riferimento alla nazionalità svedese di Greta. A complicare le cose, una perdita nella sala macchine di una delle navi ha costretto parte dell’equipaggio a trasferirsi altrove, rallentando l’intera spedizione.
Israele ha più volte giustificato i propri interventi con motivi di sicurezza nazionale e, in alcuni casi, ha accusato gli organizzatori della flottiglia di legami con Hamas. Gli attivisti hanno respinto tutte le accuse, ribadendo che la loro missione è puramente civile e umanitaria. Una situazione ancora in divenire e in cui l’attivista svedese è a tutti gli effetti una protagonista.
© RIPRODUZIONE RISERVATA