C’era tempo fino al 26 maggio per opporsi all’utilizzo dei propri dati personali. Ecco che cosa accade ora a chi non l’ha fatto.
L’intelligenza artificiale rappresenta il futuro, e anche Meta non intende farsi trovare impreparata. Da tempo l’azienda ha lanciato Meta AI, il suo assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale, già integrato nelle app di messaggistica Messenger e WhatsApp. Si tratta di un chatbot a cui è possibile chiedere qualsiasi cosa, dai suggerimenti pratici alle risposte su curiosità di ogni tipo. Ma, come ogni AI, ha bisogno di essere addestrato. E per farlo in Europa, Meta ha pensato di servirsi dei dati pubblicati dagli utenti sui propri social network.
Meta userà i dati degli utenti per addestrare l’intelligenza artificiale
Foto, video, reel, post, chat, commenti: ogni attività compiuta su Facebook e Instagram potrà essere utilizzata per addestrare Meta AI, con l’obiettivo di aiutare l’algoritmo a comprendere meglio linguaggio, esigenze e comportamenti del pubblico europeo, rendendolo sempre più efficiente e personalizzato nelle sue risposte.
L’addestramento dell’intelligenza artificiale è iniziato ad aprile, ma è stato momentaneamente sospeso per adeguarsi alla normativa europea sulla protezione dei dati personali. Il regolamento ha infatti imposto a Meta di lasciare libertà di scelta a ciascun utente: acconsentire oppure opporsi all’uso dei propri dati per finalità di addestramento.
Per rispondere a questo obbligo, Meta ha messo a disposizione degli utenti un modulo opt-out, attraverso il quale era possibile impedire che i propri contenuti venissero utilizzati. Il termine per inviare la richiesta di opposizione con valore retroattivo era fissato al 26 maggio. Questo significa che chi si è opposto entro tale data ha bloccato l’uso dei propri dati, sia passati che futuri. Nessuna foto, video, reel, commento o altro contenuto pubblicato prima dell’invio del modulo potrà essere utilizzato da Meta per addestrare la sua AI. Un diritto importante, che permette agli utenti di esercitare un controllo consapevole sui propri dati digitali.
Ma cosa succede a chi non ha fatto in tempo a opporsi entro quella data?
Dal 27 maggio si è aperta una nuova fase, in cui è ancora possibile inviare l’opposizione tramite gli stessi moduli disponibili su Facebook e Instagram. Tuttavia, c’è una differenza fondamentale: l’opposizione non ha più valore retroattivo. Significa che Meta potrà utilizzare tutti i contenuti pubblicati fino al giorno in cui viene inviato il modulo. Solo quelli successivi all’opposizione non saranno presi in considerazione per l’addestramento.
In sintesi:
- chi ha inviato l’opposizione entro il 26 maggio ha garantito la totale esclusione dei propri dati, passati e futuri;
- chi si oppone dal 27 maggio in poi impedirà solo l’uso dei dati pubblicati dopo l’opposizione.
Una differenza apparentemente sottile, ma che cambia radicalmente il controllo sulla propria storia digitale. Per chi ha a cuore la propria privacy, resta fondamentale conoscere e usare questi strumenti messi a disposizione, seppur con modalità e tempi strettamente regolamentati. In un mondo sempre più guidato dall’intelligenza artificiale, il controllo sulle proprie informazioni personali diventa un diritto da difendere con consapevolezza.
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