Centrali nucleari francesi, 320 saldature a rischio: cosa succede e quali sono le più vicine all’Italia

Giorgia Bonamoneta

18 Marzo 2023 - 13:09

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Le centrali nucleari francesi presentano delle crepe (almeno 320) che ne compromettono la sicurezza. Ecco cosa sta succedendo e quali sono i rischi per l’Italia.

Centrali nucleari francesi, 320 saldature a rischio: cosa succede e quali sono le più vicine all’Italia

Sono state scoperte alcune crepe nelle saldature delle centrali nucleari francesi. Si chiama fenomeno di tensocorrosione, ovvero il degrado del materiale dovuto a una combinazione tra corrosione e applicazione di un carico costante.

La crepa era stata segnalata in una nota pubblica il 24 febbraio 2023, ma era passata inosservata fino al 7 marzo. Eppure, rispetto alle micro-crepe rilevate negli altri rettori (come Chooz nelle Ardenne e Civaux nel dipartimento di Vienne) quella osservata nella centrale nucleare di Penly è decisamente più grave. Si tratterebbe infatti di una crepa di 155 millimetri, un quarto della circonferenza della tubazione.

La crepa era stata precedentemente riparata, ma è stato osservato che proprio le riparazioni aumentano il rischio di corrosione delle centrali nucleari. L’Électricité de France S.A.(EDF), ovvero l’azienda produttrice e distributrice di energia in Francia, ha identificato 320 saldature riparate e quindi a rischio di corrosione. In particolare sono però 69 quelle più vicine alle condizione della tubatura della centrale di Penly.

Centrali nucleari in Francia a rischio? Cosa sappiamo

Il dibattito pubblico sulle centrali nucleari in Francia è molto acceso, tra futuro climatico e condizioni delle centrali nucleari. Non è una novità per la Francia la presenza di crepe nelle tubature delle strutture, ma in alcuni ambienti si nega l’inefficienza del settore nucleare. Per questo le fonti energetiche rinnovabili sono state relegate in un angolo, preferendo puntare al nucleare.

Mentre in Francia il dibattito sul nucleare è dettato da disinformazione e la possibilità di corruzione - quest’ultimo punto è stato analizzato sul giornale Le Monde - l’EDF ha identificato le saldature che necessitano di essere riparate. Il numero è piuttosto alto, ovvero 320 saldature, ma non tutte sono allo stesso libello di tensocorrosione. EDF ha proposto una revisione di quasi la totalità delle saldature (90%) entro la fine del 2023. Il progetto sembra quasi cozzare con la decisione di snellire i processi decisionali e di revisione dell’Autorità per la Sicurezza Nucleare (ASN), fortemente discusso e criticato.

Cos’è la tensocorrosione e perché colpisce le centrali nucleari francesi?

Per tensocorrosione si intende un fenomeno di degrado, appunto di corrosione, dovuto a diversi fattori quali carico costante e corrosione del materiale. Può portare alla rottura improvvisa di materiali metallici, specialmente a temperature elevate.

I punti più critici sono, per esempio, le saldature e anche la riparazione può essere motivo di ulteriore stress. In Francia non è la prima volta che una centrale nucleare viene posta sotto la luce indagatrice per la presenza di una frattura dovuta a tale fenomeno e in questi casi la centrale viene spenta per compromissione della sicurezza.

Cosa rischia l’Italia in caso di rilascio di materiale dalle centrali più vicine?

Uno dei punti usati da chi è a favore del nucleare in Italia per convincere i più scettici è quello della vicinanza delle centrali nucleari francesi. Inutile non averne di proprie e non guadagnarci, quando i rischi li corriamo anche solo per la vicinanza a quelle francesi, si sente dire spesso. Ma sarà vero? Vicino al confine italiano sono almeno quattro le centrali nucleari: Cruas, Saint Alban, Bugey e Tricastin. Quest’ultima è stata presa come esempio per una simulazione di rischio.

In caso di “incidente grave”, come per esempio il rilascio di materiale radioattivo da uno dei quattro reattori più grandi e vecchi della Francia come Tricastin, l’Italia sarebbe coinvolta. A dirlo è uno studio di Greenpeace che, attraverso una simulazione - sono stati analizzati almeno mille casi con condizioni meteo differenti - la nube radioattiva sorvolerebbe Milano e l’area della pianura padana. La nube impiegherebbe poche ore ad arrivare in Italia e coinvolgerebbe almeno 13 milioni di persone. La risposta è quindi sì (per la simulazione), potremmo essere direttamente coinvolti in un incidente di tipo radioattivo avvenuto su suolo francese.

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