Cartelle esattoriali, per ora è meglio non pagare perchè il Fisco non rimborsa

Lorenzo Rubini

4 Febbraio 2023 - 10:39

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In attesa di sapere se una determinata cartella rientra nella cancellazione, nello stralcio o nella rottamazione è meglio non pagarla.

Cartelle esattoriali, per ora è meglio non pagare perchè il Fisco non rimborsa

Con le nuove disposizioni in tema cartelle esattoriali, portate dalla Legge di bilancio, i contribuenti sono molto confusi su quello che è meglio fare e non fare in merito a carichi pendenti. Ovviamente la parola d’ordine, in questo caso, è risparmiare. E proprio per pagare al Fisco il meno possibile e, al tempo stesso, sanare la propria posizione, bisogna scegliere la strada maggiormente conveniente.

Rispondiamo alla domanda di un lettore di Money.it che ci scrive:

Ho delle cartelle esattoriali per le quali ho già richiesto un piano di rateazione. Non sono rientrato in precedenti rottamazioni e quindi ho scelto una rateazione ordinaria. Ora il debito residuo che resta è inferiore ai 1.000 euro per ognuna di esse e potrebbero rientrare nella cancellazione. Ma sono debiti che avevo con il Comune ed il mio Comune non ha aderito allo stralcio. Ho presentato domanda di rottamazione delle stesse, per vedere se almeno riesco a risparmiare qualcosa. Ma sto continuando a pagare le rate man mano che scadono (ho pagato quella di gennaio e quella di febbraio appena scaduta). Se la rottamazione dovesse essere accolta mi rimborseranno quanto ho pagato in più?

In attesa della risposta alla domanda di rottamazione che fare?

Quando si presenta domanda di adesione alla definizione agevolata (rottamazione quater) la cosa da fare è smettere di pagare quanto previsto dalla precedente rateazione.

Con l’accettazione della domanda di rottamazione, infatti, verrà definito unnuovo piano di scadenze da rispettare con prima rata già fissata al 31 luglio 2023. Purtroppo se continua a pagare le rate previste dal vecchio piano, il Fisco considererà come acquisite quelle somme e le calcolerà la rottamazione solo su quelle residue e non pagate.

Su quanto viene pagato a partire dal 1° gennaio 2023, quindi non si avrà diritto a nessun rimborso e a nessuno sconto sulle rate successive. La cosa da fare, quindi, quando si presenta la domanda è smettere di pagare, per il momento, in attesa della risposta dell’Agenzia delle Entrate. Se poi la domanda di rottamazione non verrà accolta, ovviamente, ci si dovrà mettere in pari con le rate non pagate durante l’attesa.
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