Prima di pagare una cartella esattoriale è sempre fare i dovuti controlli: ecco le 7 regole d’oro per sapere se il debito va pagato o no o quanto spetta uno sconto sull’importo.
Le cartelle esattoriali non sempre vanno pagate, ci sono casi precisi in cui, anche se il debito esiste il pagamento non è dovuto. Come fare a sapere se la cartella ricevuta si deve pagare o no? Ci sono delle regole d’oro da seguire per comprendere se la richiesta è avanza è legittima o meno. Ovviamente, se il debito per il quale si richiede il pagamento è inesistente o è già stato saldato il contribuente può presentare un ricorso (in autotulela o giudiziario) entro 60 giorni dalla notifica.
Ci sono casi, però, in cui per il versamento preteso dalla cartella esiste il pagamento non è dovuto. Per potersi rifiutare di pagare, però, bisogna conoscere i propri diritti e dimostrare che l’amministrazione tributaria ha commesso un errore formale. Vediamo, quindi, tutto quello che bisogna prendere in considerazione quando si riceve una cartella esattoriale per decidere se deve essere pagata o se si ha diritto a uno sconto su quello che richiede.
Attenzione ai falsi miti sulle cartelle esattoriali
Le notizie che circolano sulle cartelle esattoriali non sempre sono veritiere e a volte si è portati a pensare che il pagamento non sia dovuto anche quando lo è. Proprio per questo motivo raccomandiamo a tutti i contribuenti di consultare sempre un professionista del settore prima di decidere di non pagare una cartella di pagamento poiché se fosse legittima si potrebbe correre il rischio di incappare in pignoramenti, ipoteche o fermi auto.
Ad esempio, fino a qualche tempo fa era credenza comune ritenere che una cartella esattoriale recapitata via Pec fosse valida (e da pagare) solo se contenente un file allegato .mp7, escludendo dall’obbligo dal pagamento tutte le cartelle esattoriali con allegati nel formato .pdf. La Corte di Cassazione con una recente sentenza, però, ha affermato il contrario e se si riceve una cartella esattoriale con un allegato in formato .pdf il pagamento è, in ogni caso, dovuto.
Le regole per non pagare una cartella esattoriale
1) Presenza di un sollecito di pagamento prima della notifica
La prima cosa da verificare è se l’Agenzia delle Entrate è l’ente che vanta il credito ha sollecitato il pagamento del debito prima della notifica della cartella esattoriale. Prima di ricevere la cartella esattoriale, infatti, al contribuente deve essere arrivata una richiesta di pagamento (anche con avviso bonario) per quello stesso debito: se così non fosse la cartella di pagamento può essere contestata perché quest’ultima non può mai essere il primo atto con cui il contribuente è messo a conoscenza del debito.
2) Prescrizione cartella esattoriale
Un’altra cosa da controllare sempre prima di pagare è che la cartella esattoriale non sia prescritta. In questo caso va ricordato che la prescrizione del debito (così come quella della cartella) è variabile dai 10 anni (per debiti erariali come Irpef o Iva) ai 5 anni (per i tributi locali come Imu e Tari) e a 3 anni per il bollo auto.
3) Decadenza cartella esattoriale
Quello che non tutti sanno, poi, è che oltre al termine di prescrizione esiste anche un termine di decadenza per la cartella esattoriale: tra l’iscrizione a ruolo del debito e la notifica della cartella non deve essere passato più di un preciso periodo temporale, in caso contrario l’Ader perde il diritto di esercitare il potere impositivo (e chiedere legittimamente le somme al debitore). Come per la prescrizione anche la decadenza ha periodi variabili.
4) Causale della cartella esattoriale
Prima di pagare è sempre bene controllare la causale della cartella esattoriale: al contribuente deve sempre essere specificato, quando si richiede un pagamento, a cosa è riferito e a che titolo le somme vengono richieste. Se la causale è troppo vaga e non si riesce a risalire alla motivazione la cartella esattoriale potrebbe non essere legittima.
6) Distinzione delle varie voci
La cartella non può mai richiedere una somma da pagare senza distinguere quale importo è riferito al debito e quale a sanzioni e interessi. Al contribuente, inoltre, deve essere chiaro come sono stati calcolati gli interessi e per quali anni. Se questa distinzione e separazione manca la cartella di pagamento può essere impugnata.
7)Modalità di ricorso
Da controllare sempre tra le diverse pagine che compongono la cartella esattoriale, se sono indicati modalità e termini entro cui fare ricorso. Se così non fosse l’atto di pagamento resterebbe lo stesso valido e deve essere pagato, ma se si sbagliano le modalità o i tempi del ricorso il giudice dovrà concedere il tempo per rimediare e non si sarà penalizzati dalla mancanza.
Quando sulla cartella spetta uno sconto
In alcuni casi, anche se il pagamento è dovuto, non è necessario versare tutto l’importo richiesto con la cartella esattoriali e potrebbe spettare anche il “taglio” di parte dell’importo.
Uno dei casi che rientrano in questa fattispecie riguarda la cartella esattoriale di un familiare defunto: in questo caso l’erede è tenuto al pagamento del debito, ma non al pagamento di multe e sanzioni (che non si trasmettono mai agli eredi): si deve chiedere all’Agenzia delle Entrate uno stralcio delle somme riferite a sanzioni e multe per poter pagare solo il debito originario.
Allo stesso modo va considerato che i termini di prescrizione di sanzioni e interessi sono di 5 anni: se il debito contenuto nella cartella ha prescrizione decennale superato il limite dei 5 anni si può chiedere lo stralcio di sanzioni e interessi già prescritti.
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