Carrefour Italia ha annunciato 175 esuberi nella sede centrale di Milano. Accelera la trasformazione verso il franchising e aumenta la paura di una possibile uscita del gruppo dal mercato italiano.
Carrefour Italia ha annunciato un nuovo piano di riorganizzazione che prevede la riduzione di 175 posizioni nella sede centrale di Milano. Il gruppo, che nel nostro Paese conta circa 1.200 punti vendita (di cui oltre 900 in franchising) e impiega oltre 10.000 persone nella rete diretta e circa 8.000 nei negozi affiliati, ha motivato la scelta con la necessità di accelerare la trasformazione del business e rilanciare la sostenibilità finanziaria e commerciale dell’azienda.
La riorganizzazione coinvolge circa un quarto dei 700 dipendenti attualmente impiegati nella sede milanese, che negli ultimi anni aveva già visto una significativa riduzione dell’organico. Carrefour ha assicurato che la gestione degli esuberi avverrà nel pieno rispetto delle normative vigenti, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto sociale e promuovere il dialogo con le parti sociali e i sindacati.
Riorganizzazione Carrefour: 175 posti di lavoro in eccesso negli uffici centrali
La decisione di Carrefour si inserisce in un contesto di difficoltà strutturali per la GDO italiana. Il mercato è segnato da una competizione sempre più serrata, con margini di profitto erosi dall’aumento dei costi energetici, logistici e finanziari, oltre che da una domanda interna debole. Secondo i dati più recenti, nel 2024 Carrefour Italia ha registrato un calo delle vendite del 2,6%, fermandosi a 4,18 miliardi di euro, mentre la produttività per metro quadro dei suoi negozi (5.716 euro) resta ben al di sotto della media nazionale (7.770 euro). Dal 2019 al 2023, le perdite cumulate in Italia hanno superato gli 870 milioni di euro, spingendo il gruppo a rivedere radicalmente la propria strategia.
Il modello scelto da Carrefour per rispondere a queste sfide è quello del franchising, già adottato su larga scala negli ultimi anni. Oggi oltre il 75% dei punti vendita italiani opera in affiliazione, una scelta che consente all’azienda di ridurre i costi fissi e aumentare la flessibilità operativa, pur mantenendo una presenza capillare sul territorio. Tuttavia, questa transizione ha comportato una progressiva riduzione dell’occupazione diretta e una ridefinizione dei rapporti con i lavoratori e le comunità locali.
Gli impatti sociali degli esuberi
L’annuncio dei 175 esuberi a Milano si aggiunge a una lunga serie di ristrutturazioni che hanno interessato Carrefour Italia negli ultimi anni. Già nel 2021 erano stati formalizzati 769 esuberi a livello nazionale, di cui 168 nelle sedi amministrative, e la tendenza alla riduzione dell’organico diretto è proseguita con la cessione di numerosi punti vendita a imprenditori affiliati.
Negli ultimi mesi si sono intensificate anche le voci su una possibile uscita del gruppo dal mercato italiano, anche se la multinazionale non ha mai confermato ufficialmente questa ipotesi.
Per i dipendenti, la fase che si apre sarà caratterizzata da trattative sindacali e dalla ricerca di soluzioni condivise per limitare l’impatto sociale della riorganizzazione. Carrefour ha ribadito la volontà di gestire il processo con responsabilità e trasparenza, coinvolgendo attivamente le istituzioni e le rappresentanze e impegnandosi a ricercare misure di sostegno per i lavoratori coinvolti.
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