Caro-bollette, la Germania cede all’Italia? Il piano dell’Ue per abbassare i prezzi: quanti soldi possono arrivare a famiglie e imprese

Giacomo Andreoli

11/10/2022

11/10/2022 - 13:24

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Secondo fonti vicine al presidente tedesco Olaf Scholz, la Germania si è convinta a dare l’ok a un nuovo fondo europeo, simile a Sure ideato con il Covid, per combattere il caro-bollette in Europa.

Caro-bollette, la Germania cede all’Italia? Il piano dell’Ue per abbassare i prezzi: quanti soldi possono arrivare a famiglie e imprese

Si accelera in Europa per un nuovo fondo comune contro il caro-bollette. Un’operazione alla Sure, lo strumento per la cassa integrazione europea messo in campo durante le prime ondate di Covid-19. Ancora una volta il via libera più importante che si attendeva era quello della Germania. Secondo fonti del governo di Olaf Scholz, citate da Bloomberg, Berlino avrebbe aperto all’uso di eurobond per finanziare prestiti agli Stati membri contro i rincari.

Un’altra fonte governativa, citata da Reuters, ha però subito smentito, parlando di “piani che non sono noti nel governo” tedesco. In ogni caso l’opzione è calda, così come aumenta il pressing di Italia, Francia e una decina di altri Paesi europei, affinché qualcosa si muova in Europa tra tetto al prezzo del gas, riforma del mercato speculativo Ttf di Amsterdam (con Cingolani che ha spiegato di aver “convinto” Berlino), potenziamento del RePower Eu e un nuovo intervento di bilancio comune.

A metterci la faccia non sono stati solo i vari governi, con Mario Draghi che nell’ultimo Consiglio Ue di Praga ha parlato di passi avanti importanti sul capitolo energia da parte dei 27 Paesi membri, ma anche commissari europei di spicco. Il titolare dell’Economia Paolo Gentiloni e quello per il mercato interno, il francese Thierry Breton, hanno scritto una lettera pubblica in cui invitano tutti ad approvare un nuovo Sure. Ma come funzionerebbe? Quanti soldi possono arrivare per famiglie e imprese italiane?

Italia a rischio recessione

Nel nostro Paese, sul fronte energetico, la situazione continua a essere complessa. Secondo l’Istat l’aumento dei costi dell’energia potrebbe rendere negativi i margini operativi dell’8,2% delle imprese attive, che impiegano circa il 20% dei lavoratori. Secondo l’Istituto nazionale di statistica l’elemento di rischio è forte. Le stime più allarmistiche di Confindustria e Confcommercio parlano di centinaia di migliaia di imprese in difficoltà e milioni di posti di lavori a rischio, mentre si contrae fortemente il potere d’acquisto dei consumatori e per Coldiretti crescono notevolmente le persone a rischio fame.

Nel frattempo Gentiloni parla di un prossimo inverno “impegnativo”, tra guerra in Ucraina, prezzi dell’energia “molto elevati” e inflazione a “nuovi record”. Per il commissario le condizioni di finanziamento sui mercati si stanno inasprendo e il clima economico si sta deteriorando, per cui “non si può più escludere una recessione”.

Cos’è Sure e a cosa è servito

Il fondo Sure (cioè “Support to mitigate unemployment risks in an emergency”) è stato creato nella tarda primavera del 2020 per finanziare la cassa integrazione straordinaria in Europa dovuta al Covid-19, prevenendo i rischi di disoccupazione.

In tutto ha garantito 100 miliardi agli Stati membri, tramite prestiti (eurobond). I soldi sono andati alle imprese più colpite nei Paesi in difficoltà per la pandemia. Di quei 100 miliardi ben 27 sono andati all’Italia, che dovrà rimborsarli nel corso dei prossimi anni a tassi di interesse bassissimi.

Bollette, come Meloni può usare i fondi europei

Un nuovo Sure potrebbe quindi fornire sostegni diretti alle imprese contro il caro-bollette e forse anche aiuti economici per elevare il potere d’acquisto delle famiglie.

L’Italia potrebbe beneficiare di un’altra ventina di miliardi da prestiti agevolati, da impiegare subito per famiglie e imprese. Faremmo sì ulteriore debito, ma “coperto” dall’Unione europea, quindi a costo notevolmente ridotto rispetto ai Btp e senza spaventare gli investitori sul mercato. Con queste risorse si potrebbe finanziare il nuovo bonus da 150 euro per i redditi fino a 20mila euro su cui sta ragionando Giorgia Meloni, in vista della formazione del prossimo governo.

Ma soprattutto i soldi potrebbero servire per: rateizzare le bollette, rinnovare i crediti d’imposta o fornire sostegni diretti alle imprese (energivore e non) e varare una nuova cassa integrazione straordinaria e scontata per i settori più in difficoltà (come: ceramica, legno, automotive, siderurgia e agricoltura).

I possibili tempi lunghi in Europa

Il nodo sono i tempi. Costruire una proposta legislativa complessiva tra Consiglio europeo e Commissione Ue entro il 20 ottobre, in tempo per la prossima riunione dei capi di governo europei, sarà difficile. Più probabilmente servirà attendere un nuovo Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia, che la presidenza della Repubblica ceca convocherà a novembre.

L’apertura di Scholz, poi, sarebbe con riserva, cioè orientata prima di tutto alla messa in campo di prestiti e non di sovvenzioni. Servirebbe a ridurre le critiche sullo scudo da 200 miliardi annunciato dal governo tedesco nei giorni scorsi. Scholz, però, secondo quanto riferito dall’agenzia Bloomberg, “prima d’impegnarsi a nuovi programmi finanziati con debito Ue vorrebbe prima vedere il programma della nuova coalizione e discutere con Meloni sull’integrazione europea”. Un eventuale scontro tra il governo italiano di centrodestra e Berlino potrebbe quindi raffreddare l’apertura del secondo al debito comune.

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