Carige, ecco la soluzione privata: è sfida tra queste due banche

Luca Fiore

8 Luglio 2019 - 10:32

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Secondo quanto riportato dalla stampa, due banche avrebbero avviato le trattative con il Ministero dell’economia per rilevare l’istituto genovese. In entrambi i casi, c’è però un problema.

Carige, ecco la soluzione privata: è sfida tra queste due banche

Neutralità di capitale. Questa la formula magica attraverso la quale è destinata a passare la soluzione privata per il salvataggio di Carige.

In campo, secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, ci sarebbero due istituti che punterebbero alla liquidazione dell’istituto, azzerando così gli azionisti, e a neutralizzare l’impatto sul capitale.

Carige: si punta a replicare quanto fatto in passato

Si tratterebbe nella pratica di ricalcare quanto fatto da Intesa Sanpaolo che, con Matteo Renzi premier, si è aggiudicata Popolare di Vicenza e Veneto Banca senza ricadute sul capitale.

Nella pratica, per Banca Carige si punterebbe a replicare questo tipo di operazione, ormai diventata un punto di riferimento in questi casi. Chi compra, insomma, non vuole pagare.

Carige: ecco chi sono gli istituti interessati

Stando alle indiscrezioni pubblicate da La Repubblica, i due istituti che avrebbero avviato le trattative con il Tesoro sarebbero UniCredit e Bper.

In avvio di settimana, le azioni UniCredit passano di mano a 11,536 euro (-0,12%) mentre il titolo Bper sale a 3,945 euro (+1,23%).

“Credo sia difficile prospettare operazioni su Carige senza che ci sia un modo per neutralizzare gli impatti patrimoniali di un’operazione di questo tipo”, ha detto qualche giorno fa a margine dell’assemblea degli azionisti l’Ad di Bper, Alessandro Vandelli.

Carige: decisivo l’intervento della SGA

Questa volta però c’è un problema: lo Stato non può e non vuole metterci fondi. A questo punto, il buco dovrebbe essere coperto dalla SGA (Società per la Gestione di Attività) tramite l’acquisizione dei crediti deteriorati. In questo caso il conto potrebbe salire dagli attuali 3 a 10 miliardi di euro (tra intervento diretto e garanzie).

È proprio sul prezzo, riporta la testata romana, che si gioca una partita che, per forza di cose (leggasi BCE) va chiusa entro 20 giorni, il termine ultimo entro cui l’istituto guidato da Mario Draghi esige una soluzione dell’operazione.

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