Canone Rai in bolletta, arriva l’ufficialità del governo: cosa ne sarà nel 2023

Ilena D’Errico

14 Novembre 2022 - 23:18

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Il governo ha ufficializzato la permanenza del canone Rai in bolletta per l’anno 2023, contrariamente a quanto auspicato dal governo Draghi. La reazione dei sindacalisti.

Canone Rai in bolletta, arriva l’ufficialità del governo: cosa ne sarà nel 2023

Il ministero dell’Economia ha spiegato in un comunicato che il canone Rai sarà riscosso nella bolletta della luce anche per l’anno 2023. In particolare risulta che tutte le voci riguardo a una possibile esclusione del canone dalla bolletta siano infondate, oltre che immotivate secondo l’esito del lavoro istruttorio.

L’Unione europea aveva infatti domandato una forma di riscossione alternativa già durante lo scorso anno, al fine di migliorare la tutela della concorrenza del mercato dell’energia elettrica, così come proposto dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Nonostante questo le informazioni riportate nel comunicato evidenziano come questo fattore non venga intaccato dal mantenimento del canone in bolletta.

In particolar modo l’istruttoria ha rilevato che l’esigenza di tutela della concorrenza viene perfettamente rispettata, in quanto sussiste la totale trasparenza del pagamento per gli utenti finali. Si tratta comunque di un’inversione di tendenza rispetto al precedente governo, intenzionato a modificare il sistema di riscossione del canone Rai proprio a partire dal 2023.

I sindacalisti: un incontro immediato con Giorgetti

La conferma riguardo alla permanenza del canone Rai nella bolletta della luce non è stata invece presa bene dai sindacati, i quali hanno sollecitato un incontro immediato con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, a cui è stata indirizzata una lettera firmata da:

  • Slc Cgil
  • Fistel Cisl
  • Uilcom Uil
  • Ugl Fnc
  • Snater
  • Libersind Confsal
  • Adrai
  • Usigrai

Il contenuto della lettera sottolinea il programma del precedente governo, con particolare riferimento alla deliberazione parlamentare che ha descritto la riscossione del canone Rai nella bolletta come un onere improprio da eliminare entro il primo gennaio 2023.

I sindacalisti hanno anche evidenziato come la vicinanza temporale con questa data provochi una profonda incertezza in merito al sistema di finanziamento della Rai, che potrebbe risultare penalizzata drasticamente.

La lettera, poi, come ulteriore motivazione alla necessità urgente di un incontro con il ministero dell’Economia, adduce proprio le conseguenze su quest’ultimo in qualità di azionista della stessa Rai.

La Rai in quanto prima azienda culturale del paese non può infatti essere privata di un sistema di finanziamento certo, in assenza del quale si presenterebbero pesanti ricadute a livello occupazionale. Nel complesso, ciò che prospettano i sindacati è dunque un clima incerto, fondato sulla preoccupazione, che peraltro agirebbe sullo stesso ministero, in una specie di circolo vizioso.

Codacons, l’abolizione del canone

In proposito del canone in bolletta è intervenuto anche il Codacons, il quale si è espresso decisamente a favore dell’abolizione completa del canone, considerato un sistema ormai superato e fra l’altro mal sopportato dagli italiani. Il Codacons ha anche ricordato il ricorso presentato al Tar del Lazio, proprio con oggetto la mancanza di logica di questo tributo.

Secondo l’opinione del Codacons, che si occupa proprio della tutela degli utenti, l’inserimento del canone Rai nella bolletta elettrica voluto dal governo Renzi ha provocato un aumento esponenziale dei costi delle fatture, rappresentando perciò una vera e propria vessazione a danno dei cittadini italiani.

La legge di Stabilità del 2016 ha previsto infatti non solo l’addebito diretto del canone Rai all’interno della bolletta elettrica, ma anche la sua validità prevista per la sola detenzione di un apparecchio televisivo. Questo significa, come ormai tutti sanno, che il canone non viene influenzato dall’uso effettivo che gli utenti fanno della Tv e tanto meno dalla loro scelta di canali.

Semplicemente per il fatto di possedere uno strumento adatto alla visione dei contenuti Rai, il canone è quindi dovuto per tutti i residenti. Per questi motivi il canone Rai è spesso considerato un tributo ingiusto e dispendioso, la cui rimozione è stata spesso domandata dai cittadini ma anche da alcuni esponenti politici.

Allo stesso tempo, e come in parte sottolineato dai sindacati, è fondamentale individuare un sistema di finanziamento certo e sicuro che possa integrare i ricavi pubblicitari. Questo perlomeno se il governo dovesse cambiare idea.

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