Rodrigo Duterte attualmente è detenuto all’Aja per crimini contro l’umanità: l’ex presidente delle Filippine però è candidato sindaco a Davao, la sua città natale dove potrebbe vincere.
C’è un candidato sindaco attualmente in carcere accusato di crimini contro l’umanità, ma paradossalmente è il grande favorito per diventare il primo cittadino della sua città natale.
No, non stiamo parlando dell’imminente tornata delle elezioni amministrative in Italia, ma di un voto che a breve interesserà Davao, una delle città principali delle Filippine che con i suoi oltre 1,5 milioni di abitanti è il centro nevralgico dell’isola di Mindanao.
Il protagonista di questa vicenda è Rodrigo Duterte, l’ex presidente delle Filippine che ha guidato il popoloso Paese asiatico dal 2016 al 2022 anni in cui è diventato famoso per aver intrapreso una dura “guerra alla droga”.
Durante il mandato di Duterte infatti si stima siano state uccise fino a 30.000 persone, molte delle quali in operazioni extragiudiziarie condotte dalla polizia in nome al contrasto delle bande di narcotrafficanti.
Tutto questo ha attirato critiche internazionali e accuse di gravi violazioni dei diritti umani, tanto che si è mossa anche la Corte Penale Internazionale (Cpi) che ha deciso di emettere un mandato di cattura nei confronti dell’ex presidente.
L’11 marzo 2025 così Duterte è stato arrestato a Manila dalla polizia nazionale filippina, con le accuse che riguardano crimini contro l’umanità commessi durante la sua presidenza derivanti dalla repressione violenta del narcotraffico.
Nonostante le Filippine si siano ritirate dalla giurisdizione della Cpi nel 2019, il mandato è stato comunque eseguito con la cooperazione del governo attuale guidato da Ferdinand Marcos Jr.
Dopo l’arresto Rodrigo Duterte è stato trasferito all’Aja - nei Paesi Bassi - dove al momento è detenuto in attesa di processo presso la sede della Cpi, ma presto potrebbe diventare sindaco di Davao.
Lo strano caso di Duterte, possibile sindaco ora in carcere
Nella città di Davao è in pieno svolgimento la campagna elettorale per le elezioni del sindaco, con candidati e sostenitori impegnati a raccogliere voti in questa grande città che si trova nel sud delle Filippine.
Uno dei candidati però è Rodrigo Duterte, l’ex presidente filippino che invece di essere impegnato in prima persona nella campagna elettorale si trova in carcere a 11.000 chilometri di distanza, in attesa di essere processato per crimini contro l’umanità per una brutale guerra contro gli spacciatori di droga che ha ucciso probabilmente migliaia di persone - tra cui molti innocenti e passanti - senza praticamente alcun tipo di giusto processo.
Secondo la legge delle Filippine questo però non pregiudica l’eleggibilità dell’ottantenne alla carica di sindaco di Davao, un incarico che in passato ha ricoperto a intermittenza per vent’anni: solo una condanna penale in un tribunale locale infatti può escludere un candidato dalle elezioni.
Quando oggi gli abitanti di Davao voteranno per eleggere il nuovo sindaco Duterte potrebbe benissimo vincere le elezioni, visto che nella sua città gode ancora di una grande popolarità.
Altra cosa molto particolare è che tre generazioni della famiglia Duterte si sono candidati in questa tornata elettorale: il figlio di Duterte, Sebastian, è l’attuale sindaco in carica di Davao e sarà il vicepresidente se il padre dovesse vincere, mentre l’altro figlio, Paolo, si è candidato per la rielezione al Congresso nazionale e due suoi figli sono in corsa per i seggi del consiglio comunale.
Sara Dutarte invece - figlia dell’ex presidente ora in carcere all’Aja - è l’attuale vicepresidente delle Filippine dopo essere stata sindaca sempre di Davao fino al 2022, ma i suoi rapporti con il presidente Ferdinand Marcos Jr. sarebbero pessimi da tempo.
Se Rodrigo Duterte dovesse vincere le elezioni potrebbe prestare giuramento per delega o in contumacia, magari tramite una videochiamata se la Cpi lo dovesse consentire, mentre le sue mansioni quotidiane sarebbero delegate al vicesindaco.
Ma se a Rodrigo Duterte non verrà concesso il giuramento virtuale, il secondo classificato - che si prevede sarà Karlo Nograles - salirà al seggio. Insomma, se da noi pensiamo che la politica sia diventata caotica e ormai una sorta di lotta tra “fazioni”, forse nelle Filippine sono messi anche peggio.
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