Il calciomercato dell’Inter quest’anno è particolarmente attivo, ma pesano evidenti errori commessi anche di recenti: Beppe Marotta e Pietro Ausilio però sembrerebbero essere immuni da critiche.
Il calciomercato Inter è partito con il botto: quasi 70 milioni di euro spesi per l’acquisto di tre giocatori (Luis Henrique, Bonny e Susic) e il riscatto di Zalewsky dalla Roma. Quattro profili giovani - sono tutti ragazzi tra i 23 e i 21 anni - che fanno la spia di come alla Pinetina ci sia aria di rifondazione dopo l’addio di Simone Inzaghi che è volato in Arabia Saudita.
L’Inter negli ultimi anni ha dovuto operare in sede di calciomercato con risorse limitate rispetto agli altri top club italiani e continentali, riuscendo comunque a mantenersi su livelli più che competitivi rimpolpando la già ricca bacheca con ulteriori trofei.
Oltre che di Simone Inzaghi il merito senza dubbio è del presidente - e in precedenza amministratore delegato per l’area sportiva - Beppe Marotta e del direttore Pietro Ausilio. Il fatto di aver concluso l’ultima stagione con “zero titoli” non scalfisce il merito di essere l’unica squadra italiana che al momento può lottare per la conquista della Champions League come dimostrano le due finali disputate negli ultimi tre anni.
Elencati i meriti della dirigenza meneghina occorre però evidenziare anche quelli che sarebbero stati degli evidenti errori di mercato, frutto non solo di valutazioni sbagliate, ma anche di precise strategie che alla lunga si starebbero rivelando un autentico boomerang.
Fermo restando che l’Inter negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con i problemi finanziari della famiglia Zhang - ora le redini sono in mano a Oaktree, una società statunitense di gestione patrimoniale che aspetta di cedere la società al miglior offerente per realizzare un profitto -, la volontà è stata quella di puntare su profili di sicuro affidamento senza puntare sui giovani che, anzi, spesso sono stati utilizzati per realizzare quelle plusvalenze necessarie per far quadrare i bilanci nel limite del possibile.
Calciomercato Inter: tutti gli errori della dirigenza
A differenza degli ultimi anni quest’anno il calciomercato Inter è espansivo, tanto che si parla di un budget di 100 milioni da poter spendere oltre agli eventuali soldi derivanti dalle cessioni. Merito del cammino in Champions League e dei soldi garantiti dal Mondiale per Club.
Per il ruolo di vice Denzel Dumfries - che può liberarsi in questa prima fase del calciomercato estivo per 25 milioni - la scelta è ricaduta sul brasiliano Luis Henrique, acquistato per 23 milioni dal Marsiglia. Se il brasiliano è quello visto al Mondiale per Club c’è da mettersi le mani nei capelli: inefficace in fase difensiva ed evanescente in quella offensiva tra dribbling non riusciti, passaggi elementari sbagliati e cross finiti puntualmente sul fondo.
In precedenza l’Inter ha speso 7,3 milioni per il canadese Tajon Buchanan, autentico oggetto misterioso complice anche un grave infortunio. Sempre in quel ruolo lo scorso anno i nerazzurri hanno venduto Mattia Zanotti al Lugano per 2,5 milioni, con il ragazzo nel frattempo divenuto un pilastro dell’Under 21 che adesso è accostato al Bologna per circa 13 milioni.
Sarebbe bastato puntare sul ragazzo e risparmiare così 30 milioni, ma la strategia è stato ben diversa come si evince anche da altri casi. Il giovane difensore argentino Tomás Palacios è stato preso per 6,5 milioni e, dopo non aver visto il campo con l’Inter, durante il prestito al Monza di certo non ha fatto una buona impressione.
I nerazzurri hanno cercato spesso un centrale mancino, dimenticando però di avere in casa Lorenzo Pirola che è stato ceduto frettolosamente alla Salernitana per 5 milioni e ora gioca in Grecia con l’Olympiacos. Ora poi c’è un’asta per Giovanni Leoni, ma dove erano gli osservatori quando il ragazzo da giovanissimo ha impressionato tutti in Serie B con la Sampdoria? Probabilmente in Argentina a visionare Tomás Palacios...
Michele Di Gregorio è un ottimo portiere, frutto del vivaio dell’Inter e grande tifoso. Venduto per 6 milioni al Monza è stato poi preso dalla Juventus per 14 milioni; nello stesso periodo i nerazzurri hanno speso 13,5 milioni per prendere Josep Martinez dal Genoa.
Errori evidenti di mercato che diventano marchiani in attacco. Per Marko Arnautovic - ormai a fine carriera e zavorrato da problemi fisici - sono stati spesi quasi 11 milioni, mentre al Bologna è stato dato Giovanni Fabbian per 5 milioni.
L’acquisto a parametro zero di Mehdi Taremi è stato infruttuoso come quello di Piotr Zielinsky, mentre se non ci fosse stato il Mondiale per Club ora con ogni probabilità Francesco Pio Esposito sarebbe con le valigie in mano.
Il fratello Sebastiano Esposito lo scorso anno a Empoli ha fatto 8 gol in campionato e 2 in Coppa Italia, ora però verrà venduto probabilmente a meno di 10 milioni. Ange-Yoan Bonny invece a Parma ha fatto 6 gol, ma i meneghini hanno versato 23 milioni ai ducali per averlo.
Anche Yann Bisseck e Kristjan Asllani sono sul mercato, ma nonostante siano stati due giocatori che hanno giocato molto la scorsa stagione - e pure giovani e nazionali - il loro prezzo appare essere inferiore a quello che i club di Premier pagano per assicurarsi un buon giocatore di Championship.
Al netto degli indiscutibili meriti dei dirigenti dell’Inter, siamo proprio sicuri che siano i più bravi d’Italia come da molti spesso ribadito?
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