Busta paga, allarme trattenute: chi rischia il conguaglio Irpef e quando

Patrizia Del Pidio

11 Maggio 2023 - 12:24

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Dopo la presentazione del 7302023 arriva il conguaglio Irpef e qualcuno è a rischio trattenute in busta paga, vediamo chi e come procedere.

Busta paga, allarme trattenute: chi rischia il conguaglio Irpef e quando

La stagione della dichiarazione dei redditi ha raggiunto il suo momento più caldo. Il 730/2023 precompilato è stato messo a disposizione dei contribuenti dal 2 maggio ma solo dall’11 maggio si può procedere all’invio o alla modifica e integrazione dei dati da trasmettere all’Agenzia delle Entrate.

E proprio con l’invio le dichiarazioni trasmesse saranno poi rese effettive con i crediti o debiti derivanti. Non tutti i contribuenti sono così fortunati da avere diritto ad un rimborso derivante dal 730, ci saranno molti lavoratori che avranno una dichiarazione a debito e saranno costretti a pagare l’Irpef mancante. Da qui l’allarme trattenute in busta paga per chi rischia il conguaglio Irpef a debito. Da quando ci saranno le trattenute sulla busta paga?
Cerchiamo di capire le tempistiche e perché è bene presentare il modello 730/2023 il prima possibile per avere una rateazione del debito più dilazionata nel tempo.

Conguaglio Irpef sul 730/2023

Partiamo con lo spiegare, innanzitutto, cos’è il conguaglio Irpef sul 730. Dopo l’invio del730/2023 il contribuente si può trovare in una situazione di credito o di debito con il Fisco a causa del conguaglio fiscale.
Il conguaglio Irpef risulta a debito quando il contribuente, durante l’anno, ha versato meno imposte in busta paga di quelle che avrebbe dovuto.

E succede nella maggior parte dei casi a chi ha redditi derivanti da più datori di lavoro o a chi oltre al lavoro dipendente ha anche delle collaborazioni o altri redditi sui quali il sostituto di imposta non calcola l’Irpef in modo esatto.

Nel conguaglio fiscale del 730 si sommano tutti i redditi che il contribuente ha percepito e si stabilisce lo scaglione Irpef in cui si rientra e, di conseguenza, anche l’aliquota Irpef da applicare sui redditi in questione. Quando si vanno a sommare i redditi, quindi, l’Irpef dovuta cambia rispetto a quello che, magari, risulta dalle diverse CU. Questo perché ogni sostituto di imposta applica l’Irpef solo sulla parte di redditi che conosce (ovvero quella che lui stesso eroga).

Ci si può trovare a debito anche quando si è nella condizione di dover restituire il Trattamento integrativo percepito se non si rientra nelle soglie di reddito previste per averne diritto. Ed in questo caso le somme percepite indebitamente, mese dopo mese, vanno restituite in un’unica soluzione con il conguaglio del 730.

Come si pagano le trattenute per il 730/2023 a debito?

Le somme a debito risultanti dalla dichiarazione dei redditi vengono sottratte dallo stipendio. La trattenuta viene effettuata dal sostituto d’imposta (il datore di lavoro) direttamente sulla busta paga. Le somme da restituire possono essere anche rateizzate da luglio a novembre, ma in questo caso la rapidità con cui si presenta il 730 è determinante.

Il debito, infatti, va saldato entro il mese di novembre successivo a quello di presentazione della dichiarazione dei
redditi e la rateazione può variare da 2 a 5 rate.

Da quando partono le trattenute?

Ovviamente non per tutti i lavoratori le trattenute in busta paga partono nello stesso momento. Se si presenta la dichiarazione entro il 15 giugno, infatti, l’eventuale rimborso o l’eventuale debito ha i suoi effetti dalla busta paga di luglio. In questo modo vi è la possibilità di avere una rateazione più lunga per saldare il dovuto al Fisco.

Ma se si presenta la dichiarazione dei redditi all’ultimo momento non vi è pi possibilità di rateizzare e si dovrà pagare il dovuto tutto in un’unica soluzione con la busta paga di ottobre/novembre.

Non solo trattenute in busta paga, si può scegliere anche l’F24

Il contribuente che si trova ad avere un 730 a debito, non per forza deve avere le trattenute in busta paga. Può scegliere, infatti, di presentare il 730 il prima possibile senza sostituto d’imposta e versare il dovuto tramite F24 o in un’unica soluzione entro il 30 giugno, o scegliendo la rateazione fino a novembre.

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