Una ricerca ha rilevato tracce di TFA, uno dei PFAS più pericolosi, in 15 marche di prosecco presenti nei nostri supermercati. Ecco i livelli di contaminazione
Il Natale è alle porte e molti stanno già pensando al menù per i giorni di festa. Indipendentemente dallo stile e dai piatti scelti, però, quasi sicuramente sulle tavole italiane ci sarà una bevanda: il prosecco.
Ebbene proprio il prosecco è stato oggetto di una recente indagine degli esperti de Il Salvagente, una delle realtà leader nei test di laboratorio per scongiurare truffe ai danni dei consumatori, volta a rilevare tracce di sostanze nocive.
I marchi messi sotto analisi sono stati 15 tra i più comuni presenti nei punti vendita italiani e i risultati sono stati decisamente poco incoraggianti: in ogni bottiglia sono stati trovati residui di TFA, uno dei PFAS più noti e diffusi al mondo.
E in quantità decisamente superiore rispetto alla soglia di sicurezza stabilita dall’Istituto Superiore di Sanità che entrerà in vigore per l’acqua potabile nel 2027.
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Anche il prosecco deve fare i conti con i PFAS
L’analisi sul prosecco è stata da un lato incoraggiante e dall’altro molto sconfortante. Gli esperti hanno iniziato lo studio in cerca di pesticidi e hanno avuto buoni riscontri, con le sostanze potenzialmente pericolose presenti in quantità decisamente inferiore a quella ritenuta accettabile dalle leggi italiane.
La brutta sorpresa è arrivata nel momento della rilevazione di TFA (acido trifluoroacetico), uno dei cosiddetti “inquinanti eterni” che sempre più studi scientifici associano a rischi per la fertilità, per il fegato e per la salute in generale.
In tutte le bottiglie analizzate ne è stata trovata una quantità molto più alta di quella ritenuta accettabile dalle autorità sanitarie per l’acqua potabile.
I risultati dell’indagine
Nelle 15 marche di prosecco sono stati ritrovati da un valore minimo di 30.000 nanogrammi/litro a un valore massimo di 59.000 ng/l.
Tutti valori che, al momento rientrano nei limiti di legge ma che tra meno poco più di un anno non lo saranno più. Il d.lgs 102/2025 stabilisce che a partire dal 2027 sarà tollerato un limite massimo di 10.000 ng/l per l’acqua potabile.
Prima di farsi prendere dal panico è importante sottolineare che l’assunzione occasionale di TFA non viene associata a problemi per la salute, mentre preoccupa molto di più l’esposizione cronica. Il TFA e gli altri PFAS sono presenti nel prosecco in quantità contenuta, ma sono stati ritrovati anche nell’acqua, nel vino e in moltissimi altri alimenti alla base della nostra dieta.
I commenti delle aziende ai risultati dello studio
Interrogate in merito ai risultati delle indagini, le aziende produttrici hanno tutte ribadito la bontà del loro operato e la loro buona fede, seppur con sfumature diverse.
Alcune hanno messo in discussione la veridicità dei dati, altre hanno sottolineato che il prosecco resta molto meno “contaminato” rispetto ad altri vini, altre ancora hanno sostenuto che il valore limite per l’acqua non può essere paragonato a quello delle altre bevande.
Al di là delle diversa tipologia di consumo, però, da più parti si auspica che entri presto in vigore una legge che regoli i PFAS non solo nell’acqua, ma anche nel vino, nel prosecco e negli alimenti alla base della nostra dieta quotidiana.
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