Boris Bondarev, chi è il diplomatico russo che ha criticato Putin

Giorgia Bonamoneta

24 Maggio 2022 - 00:16

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Boris Bondarev si è dimesso dalla carica di diplomatico a Ginevra perché in disaccordo con Mosca. Nella lettera di dimissioni non risparmia critiche agli oligarchi e al presidente Putin.

Boris Bondarev, chi è il diplomatico russo che ha criticato Putin

Seconda importante defezione tra gli alti ranghi della diplomazia russa. Si chiama Boris Bondarev il diplomatico russo che nelle scorse ore ha inviato a decine di colleghi la sua lettera di dimissioni. Dopo venti anni di servizio nel ministero degli Esteri e alle Nazioni Unite, Bondarev non ha resistito alla guerra e alle bugie. Nella lettera si legge che il sistema è poco professionale e che ha visto crescere l’uso delle menzogne come sistema di distorsione della realtà al fine di perseguire il potere.

L’ex diplomatico russo a Ginevra non risparmia neanche il presidente Putin, che inquadra insieme alle alte schiere politiche come corrotto. “Vogliono solo una cosa: rimanere al potere per sempre - scrive - nella tale impunità”.

Bondarev ha ricoperto per 20 anni cariche pubbliche, arrivando presto a ricoprire ruoli importanti in sedi diplomatiche in Paese difficili. La sua era una carriera di alto livello raggiunta in giovane età (41 anni), ma la vergogna di quanto il suo Paese sta facendo in Ucraina l’ha spinto a lasciarla. “La guerra aggressiva scatenata da Putin [...] è un crimine contro il popolo ucraino, ma anche, forse, il più grave crimine contro il popolo russo”.

Chi è Boris Bondarev: la carriera diplomatica

Boris Bondarev, classe 1980/1981, fino a poche ore fa era un diplomatico russo di medio rango. Nel pomeriggio è giunta la notizia delle sue dimissione, arrivate “col botto”, cioè con una lettera inviata ai suoi colleghi nella quale denunciava il sistema russo.

La carriera di Bondarev è iniziata nel 2002, quando ha prestato servizio prima in Mongolia e poi in Cambogia. L’ultimo ruolo svolto prima delle dimissione è quello a Ginevra, dove si occupava dei dossier legati al disarmo. Nella lettera, inviata ai colleghi e all’ambasciata russa in Svizzera, si descrivere brevemente:

Il mio nome è Boris Bondarev, sono nel corpo diplomatico Russo dal 2002, dal 2019 ad oggi sono stato consigliere dell’Ambasciata Russa all’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra.

Cosa ha scritto Boris Bondarev nella lettera di dimissioni: le critiche al sistema e l’attacco a Putin

L’ex diplomatico russo Bondarev, nella lettera di dimissioni che sta facendo il giro del mondo, ha scritto che negli ultimi venti anni la politica estera russa ha intrapreso una strada in declino. Il punto più basso è stato toccato proprio il 24 febbraio 2022, con l’invasione dell’Ucraina e l’inizio della martellante propaganda interna ed esterna al Paese. “La guerra di aggressione scatenata da Putin contro l’Ucraina, di fatto contro tutto il mondo Occidentale, non è solo un crimine contro il popolo ucraino, ma anche, probabilmente, il più grande crimine contro il popolo russo”, ha scritto.

Sulla propaganda e le menzogne del sistema ha puntato il dito contro il ministro degli affari esteri della Russia. Il ministro Lavrov è un buon esempio della degradazione del sistema dice Bondarev nella lettera. “In diciotto anni è passato dall’essere un intellettuale professionale e colto, che molti dei miei colleghi avevano in grande stima, ad essere una persona che diffonde frasi contraddittorie e minaccia il mondo (che comprende anche la Russia!) con le armi nucleari!”.

In conclusione alla lettera il tono del diplomatico, già piuttosto schietto, si fa anche cupo:

Oggi il Ministero degli Affari Esteri non è più diplomazia. È tutto basato sull’essere guerrafondai, sulla menzogna e sull’odio. Serve per servire l’interesse di pochi, quelle pochissime persone che così contribuiscono all’isolamento e alla degradazione del mio paese.

Secondo le parole di Bondarev la guerra in Ucraina è sciocca, sanguinaria e assolutamente inutile. Per questo ha preso la decisione di abbandonare il proprio ruolo, ammettendo di provare vergogna per ciò che il suo Paese sta facendo.

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