Bonus Partita Iva 2023, l’elenco aggiornato

Simone Micocci

6 Aprile 2023 - 16:45

condividi

Lavoratori autonomi, quali sono i bonus che si possono richiedere quest’anno? Eccone un elenco esaustivo.

Bonus Partita Iva 2023, l’elenco aggiornato

Anche i lavoratori autonomi con Partita Iva se hanno necessità di liquidità possono accedere ad alcuni bonus. Nel dettaglio, possiamo dividere i bonus per chi ha Partita Iva in due sottocategorie: da una parte quelli destinati al sostegno del reddito del lavoratore laddove questo stia attraversando un momento di minor guadagno, e dall’altra invece i contributi a fondo perduto utili per avviare, o comunque sostenere, la propria attività d’impresa.

Nel primo caso abbiamo perlopiù due forme di sostegno: l’Iscro, una sorta d’indennità di disoccupazione riservata ai lavoratori autonomi, e il Reddito di cittadinanza, il quale può essere richiesto anche da chi ha Partita Iva laddove ne soddisfi i requisiti. Dall’altra ci sono invece diversi bandi di contributo a fondo perduto, alcuni dei quali utili per avviare l’attività mentre altri sono destinati a iniziative di ristrutturazione aziendale.

Vediamo, dunque, quali sono i bonus spettanti a chi ha Partita Iva e quali sono le condizioni da soddisfare per farne richiesta.

Iscro

Con la legge di Bilancio 2021 è stata istituita in via sperimentale per il triennio 2021-2023 una sorta d’indennità di disoccupazione per i lavoratori con Partita Iva, chiamata Iscro (Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa). Si tratta di un sostegno riconosciuto a coloro che nell’anno precedente alla presentazione della domanda hanno prodotto un reddito da lavoro autonomo inferiore al 50% - e comunque non superiore a 8.145 euro (importo soggetto a rivalutazione annua) - della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei 3 anni antecedenti.

Per averne diritto è necessario che la Partita Iva sia stata aperta da almeno 4 anni; bisogna inoltre essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria.

Viene erogata per 6 mesi e l’importo complessivo è pari al 25% dell’ultimo reddito da lavoro autonomo. In ogni caso l’importo minimo mensile dell’Iscro è di 254,75 euro e non può superare la soglia di 815,20 euro.

Reddito di cittadinanza

Nel caso in cui i guadagni risultino molto bassi è possibile anche richiedere il Reddito di cittadinanza. O l’uno o l’altro però, visto l’accesso all’Iscro è precluso a chi percepisce il Rdc (come pure ai titolari di pensione).

Il Reddito di cittadinanza è un’integrazione al reddito familiare che spetta indipendentemente dalla presenza di lavoratori - dipendenti o autonomi - in famiglia. L’importante è che il reddito prodotto risulti inferiore alla soglia indicata dalla normativa, pari a 6.000 euro annui per la persona sola (oltre a un Isee inferiore a 9.360 euro). Nel caso di nuclei numerosi la soglia si alza in quanto viene moltiplicata per il parametro di scala di equivalenza: ad esempio, per il nucleo con due maggiorenni, la soglia aumenta fino a 8.400 euro.

Il lavoratore autonomo, sia con che senza Partita Iva, può quindi fare richiesta del Reddito di cittadinanza laddove stia attraversando un momento di difficoltà economica. Si ricorda però che l’Isee tiene conto della situazione reddituale aggiornata a 2 anni prima, quindi il rischio è di non rientrare nei requisiti previsti laddove il peggioramento della condizione economica risalga all’ultimo periodo: in tal caso si potrà ricorrere però all’Isee corrente, il quale tiene conto di redditi e patrimoni riferiti all’ultimo anno.

Contributi a fondo perduto

Per chi invece ha bisogno di liquidità per avviare o comunque migliorare la propria attività, allora in soccorso ci sono gli strumenti conosciuti come contributi a fondo perduto. Ce ne sono diversi, destinati a differenti scopi. Eccone alcuni:

  • ON - Oltre nuove imprese a tasso zero: l’incentivo Invitalia destinato alle micro e piccole imprese composte in prevalenza da giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, o comunque da donne di tutte le età. Tale agevolazione prevede un mix tra finanziamenti a tasso zero e dei veri propri contributi a fondo perduto destinati a supportare investimenti fino a 3 milioni di euro (coprendo il 90% delle spese totali). Lo sportello per le richieste nel 2023 aprirà il prossimo 19 maggio;
  • Cultura Crea 2.0: sempre promosso da Invitalia, questo incentivo sostiene la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali e no profit nel settore dell’industria culturale, creative e turistiche operative nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Anche in questo caso si tratta di un mix tra finanziamento agevolato e contributo a fondo perduto, con una premialità aggiuntiva per imprese composte da giovani, donne e con alto rating di legalità. La domanda può essere già presentata sul sito di Invitalia.
  • Resto al Sud: altro incentivo destinato alle aziende operative nel Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) a cui si aggiungono quelle delle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria), nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord. Destinato a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 55 anni, ne possono fare richiesta le attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, fornitura di servizi alle imprese e alle persone, turismo e commercio. Può essere richiesto anche dalle attività libero professionali, anche se in forma individuale. Copre il 100% delle spese ammissibili (ristrutturazioni, acquisto di macchinari nuovi, programmi informatici e servizi) di cui il 50% di contributo a fondo perduto e l’altro 50% come finanziamento bancario. La domanda può essere effettuata in qualsiasi momento.

Iscriviti a Money.it