Guida completa al bonus nido 2023: via libera alla richiesta sul sito Inps, sarà riconosciuto fino a esaurimento delle risorse.
Via libera alle richieste per il bonus nido per il periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023. Finalmente l’Inps ha aggiornato i propri sistemi autorizzando l’invio delle domande per ottenere il rimborso per l’anno in corso, mantenendo gli stessi importi del 2022.
A seconda dell’Isee - aggiornato al 2023 - le famiglie possono ottenere un rimborso dei costi sostenuti per la frequenza agli asili nido pubblici o privati fino a un massimo di 3.000 euro l’anno. Lo stesso contributo vale per le famiglie con bambini di meno di 3 anni affetti da gravi patologie croniche che hanno fruito di forme di assistenza domiciliare.
Uno strumento importante in quanto consente di recuperare, se non tutta una parte, i costi che verranno sostenuti quest’anno per la cura dei propri figli. A tal proposito consigliamo di richiedere il bonus nido non appena possibile in quanto il contributo viene erogato fino ad esaurimento delle risorse; il rischio, quindi, è di un congelamento delle nuove domande in caso di esaurimento del fondo, scenario che tuttavia negli ultimi anni non si è mai verificato (in quanto i governi hanno sempre autorizzato l’immissione di nuova liquidità per far sì che nessuno ne fosse escluso).
Ricordiamo, prima di vedere come funziona il bonus nido, come farne richiesta e di che importi si tratta nello specifico, che la misura è compatibile e cumulabile con l’assegno unico. Quindi è possibile godere, indifferentemente, sia dell’una che dell’altra misura.
Cos’è e come funziona
Il bonus nido è la misura che favorisce l’inserimento dei minori all’interno degli asili nido pubblici e privati. Come? Semplicemente riconoscendo alle famiglie che beneficiano del bonus asilo nido, erogato dall’Inps, un rimborso di tutta o una parte delle spese sostenute per iscrizione e rette mensili.
E in alternativa al bonus per l’asilo nido è possibile ricevere un rimborso per le forme di assistenza domiciliare in favore dei bambini con meno di 3 anni affetti da gravi patologie croniche.
L’importo del rimborso varia a seconda dell’indicatore della situazione economica del nucleo familiare, il cosiddetto Isee.
Importi aggiornati
Come anticipato, il bonus asilo nido - o per chi ha usufruito di forme di assistenza domiciliare - prevede un rimborso delle somme spese. L’importo massimo del rimborso, come stabilito dalla legge di Bilancio 2020, varia a seconda del valore indicato dall’Isee minorenni, come spiegato dall’Inps nella circolare 27 del 14 febbraio 2020.
Il messaggio Inps pubblicato il 24 febbraio 2021 conferma quindi gli importi del bonus nido previsti per il 2021 e per gli anni a venire (quindi 2023 compreso):
- 3.000 euro per i nuclei familiari con modello Isee di valore fino a 25.000 euro. L’importo massimo mensile erogabile è di 272,72 euro per 11 mensilità;
- 2.500 euro per i nuclei familiari con modello Isee di valore compreso da 25.001 e 40.000 euro. In questo caso l’importo massimo erogabile mensilmente è di 227,27 euro;
- 1.500 euro per i nuclei familiari con modello Isee di valore superiore a 40.000 euro Il massimo erogabile mensilmente è pari a 136,37 euro.
Ricordiamo che si tratta di un rimborso, ergo - come precisato dall’Inps sul suo sito Internet - “il contributo mensile erogato dall’Istituto non può eccedere la spesa sostenuta per il pagamento della singola retta”.
Il bonus asilo nido, dunque, spetta a tutti i neogenitori, indipendentemente dall’Isee. La presentazione del modello Isee sarà quindi fondamentale, ma non indispensabile. Chi non lo presenta non sarà escluso totalmente dal beneficio, ma riceverà l’importo minimo riconosciuto, pari quindi a 1.500 euro.
Si ricorda che, a differenza degli altri bonus famiglia, il riconoscimento del bonus asilo nido è strettamente legato ai mesi di iscrizione: il pagamento viene effettuato dall’Inps soltanto dopo l’invio dei documenti che attestano il pagamento della retta.
Le ricevute corrispondenti ai pagamenti delle rette non presentate all’atto della domanda devono essere allegate entro la fine del mese di riferimento e, comunque, non oltre il mese di aprile dell’anno successivo a quello a cui il bonus fa riferimento.
Ovviamente, quindi, non tutte le famiglie avranno diritto ai 3.000 euro, 2.500 euro o 1.500 euro di bonus asilo nido 2023, ma il totale riconosciuto sarà riparametrato in base ai mesi di frequenza.
Bisogna ricordare che il “premio” asilo nido non è cumulabile con le detrazioni fiscali frequenza asili nido previste dall’articolo 2, comma 6, della legge del 22 dicembre 2008, e questo vale a prescindere delle mensilità percepite.
Come fare domanda Inps
Non cambia la procedura per fare domanda di bonus asilo nido nel 2023. Il bonus nido è un’agevolazione rivolta ai genitori italiani, comunitari e stranieri in possesso del regolare permesso di soggiorno.
Per poterne beneficiare, bisogna presentare domanda online tramite i canali telematici Inps.
Un dettaglio importante da indicare nella domanda di bonus nido 2023 riguarda i mesi per i quali si intende ottenere il rimborso (se successivamente si vorrà chiedere il rimborso per mensilità non indicate nella richiesta bisognerà presentare una nuova domanda).
Nel modulo di richiesta Inps bisognerà inoltre allegare un documento che dimostra il pagamento almeno della prima retta relativa al primo mese di frequenza, oppure la documentazione (per i soli asili nido pubblici) che certifica l’avvenuta iscrizione.
La documentazione necessaria per dimostrare il pagamento delle rette e l’iscrizione all’asilo nido deve essere corredata da alcune informazioni basilari, quali:
- la denominazione e la Partita Iva dell’asilo nido;
- il Codice Fiscale del minore;
- il mese di riferimento;
- gli estremi del pagamento;
- il nominativo del genitore che sostiene l’onere della retta.
Come specificato sul sito ufficiale dell’Inps la domanda si può inviare esclusivamente per via telematica tramite uno dei seguenti canali:
- Web: Servizi telematici accessibili direttamente dalla propria area personale;
- Contact center integrato: chiamando al numero verde Inps;
- Enti di Patronato attraverso i servizi offerti dagli stessi.
Come anticipato, ogni mese bisogna inviare all’Inps i documenti relativi alle spese sostenute per l’iscrizione e la frequenza all’asilo nido; per farlo potete utilizzare l’apposita funzione dell’app Inps Mobile, come indicato dall’Istituto nel messaggio 4464 del 2018.
L’importo mensile - che si può autocertificare in fase di allegazione della fattura per la quale si chiede il rimborso - deve comprendere il pagamento della retta e dei pasti relativi alla mensilità e il bollo. Non deve comprendere, invece, l’iscrizione al nido, il pre e post scuola e l’Iva (con l’eccezione per quegli asili nido gestiti da una cooperativa sociale).
Il bonus nido è riconosciuto anche per quei bimbi affetti da gravi patologie croniche che non possono frequentare l’asilo. In questo caso, il contributo da 1.500 e fino a 3.000 euro viene erogato in un’unica soluzione e può essere utilizzato per finanziare forme di supporto a casa.
Per richiedere il contributo bisogna allegare l’attestazione rilasciata dal pediatra che certifica l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido, per l’intero anno di riferimento, a causa di una grave patologia cronica. Il certificato dovrà essere allegato con tutta le documentazione idonea.
Si ricorda che il termine ultimo per la domanda era il 31 dicembre 2022 per le rette riferite allo scorso anno, mentre appunto è il 31 dicembre 2023 per le frequenze nell’anno corrente.
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Bonus nido, quando si perde
Come anticipato, il richiedente dopo aver inviato la domanda per il bonus dovrà, in un secondo momento e comunque non oltre il mese di aprile dell’anno successivo, allegare la documentazione riferita a ogni mensilità. A tal proposito, contestualmente il richiedente è chiamato a confermare l’invarianza dei requisiti rispetto a quanto dichiarato nella domanda.
A tal proposito, il bonus asilo nido decade in caso di perdita di uno dei requisiti previsti dal giudice. Ad esempio, spettando il bonus anche nel caso dell’affidamento, questo decade in caso di provvedimento negativo del giudice che determina il venir meno dell’affidamento preadottivo.
Nel dettaglio, l’Inps interromperà l’erogazione dell’assegno a partire dal mese successivo all’effettiva conoscenza di uno dei seguenti eventi:
- perdita della cittadinanza;
- decesso del genitore richiedente;
- decadenza dall’esercizio della responsabilità genitoriale;
- affidamento esclusivo del minore al genitore che non ha presentato la domanda (affidamento del minore a terzi).
Attenzione: è comunque possibile il subentro nel beneficio da parte di un soggetto diverso, qualora ovviamente quest’ultimo ne soddisfi i requisiti. Ad esempio, in caso di malaugurato decesso della madre richiedente del bonus, può beneficiare del bonus il padre. L’importante è procedere entro 90 giorni.
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