Bonus fotovoltaico (autoconsumo), requisiti e come farne domanda

Simone Micocci

3 Aprile 2024 - 11:17

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Impianti fotovoltaici, arrivano i gruppi di autoconsumo. Dall’8 aprile le domande, ecco i requisiti e la misura dell’incentivo.

Bonus fotovoltaico (autoconsumo), requisiti e come farne domanda

Si avvicina il via libera al nuovo bonus fotovoltaico, l’incentivo riconosciuto a chi già possiede un impianto e vuole condividerlo con altre abitazioni presenti nello stesso edificio.

Con l’entrata in vigore del decreto legge n. 162 del 2019, infatti, sono stati introdotti due importanti incentivi per chi possiede un impianto fotovoltaico volti a favorire l’autoproduzione di energia: da una parte il gruppo di autoconsumo collettivo, sul quale ci concentreremo in questo articolo, dall’altra la comunità energetica rinnovabile (Cer).

Dall’8 aprile attraverso la piattaforma del Gse, direttamente dall’area personale, è possibile fare domanda per il nuovo contributi destinati a chi “condivide” l’impianto fotovoltaico all’interno dello stesso edificio.

Stiamo quindi per addentrarci verso una nuova fase, quella che in futuro dovrebbe portare all’addio dello scambio sul posto in favore di incentivi volti a limitare l’immissione di energia nel sistema elettrico premiando l’autoconsumo.

Cos’è il gruppo di autoconsumo collettivo (e differenze con le comunità energetiche)

Parola d’ordine “condivisione”. È questo il principio che accomuna tanto le comunità energetiche quanto i gruppi di autoconsumo. In particolare, quest’ultimi sono dei gruppi formati dal proprietario dell’impianto e altre persone che vivono nello stesso edificio, i quali hanno stipulato un accordo privato per la condivisione dell’energia. Riconosce un incentivo variabile, in media pari a 100 euro/MWh prodotti.

La comunità energetica rinnovabile, a differenza, aggrega più soggetti con impianti fotovoltaici vicini ma non per forza nello stesso edificio. Per chi lo richiede spetta poi un incentivo più alto, pari a circa 110 euro/MWh prodotti.

Requisiti

Con il gruppo di autoconsumo collettivo, quindi, il proprietario dell’impianto mette a disposizione il proprio impianto condividendo l’energia prodotta (anche laddove sia presente un sistema per l’accumulo). Affinché ciò sia possibile è necessario soddisfare dei requisiti:

  • essere titolari di punti di connessione ubicati nello stesso edificio (ad esempio un condominio, oppure una villetta bi o trifamiliare);
  • non svolgere come attività professionale o commerciale la produzione e lo scambio di energia elettrica.

Per quanto riguarda l’impianto, invece, è necessario che:

  • sia di nuova costruzione o comunque realizzati tramite potenziamento di impianti esistenti ed entrati in funzione dopo il 16 dicembre 2021;
  • sia stato realizzato esclusivamente con componenti di nuova costruzione;
  • risulti connesso sotto la medesima cabina primaria.

Alla base di tutto poi deve esserci un accordo con contratto privato che soddisfa i requisiti indicati dall’articolo 42bis del decreto legge n. 162 del 2019 (paragrafo 2.1.1). Dopodiché bisognerà nominare un Referente, ossia colui a cui viene demandata la gestione tecnica e amministrativa della richiesta di accesso al servizio nonché della gestione dei pagamenti effettuati dal Gse.

Solitamente nel caso dei condomini si occupa di tutto l’amministratore.

A tal proposito, è importante sottolineare che per fare domanda di costituzione di un gruppo attraverso l’area personale Gse (il che ricordiamo sarà possibile dall’8 aprile 2024) è necessario che l’impianto sia già in produzione, così come l’accordo già sottoscritto.

Quali vantaggi

Per coloro che costituiscono un gruppo di autoconsumo vengono riconosciute delle tariffe agevolate per l’energia condivisa, la quale viene calcolata togliendo dall’energia prodotta dall’impianto quella condivisa dalle abitazioni che hanno aderito al gruppo, negli stessi orari.

A effettuare il calcolo - virtuale e non fisico - è direttamente il Gse. L’incentivo è pari a una parte fissa e da una variabile: la prima dipende dalla potenza dell’impianto mentre la seconda in funzione del prezzo di mercato dell’energia. Siamo intorno ai 100€/MWh per un impianto fino a 200kW, a cui aggiungere poi altri contributi come quello per le perdite di rete evitate.

È il Gse a farsi carico del pagamento il quale spetta ogni mese e in acconto, in base a una stima dei consumi e dell’importo del premio spettante. Solo nell’anno successivo poi verrà effettuato un conguaglio, sempre su base mensile, di quanto effettivamente spettante.

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