«Prezzi delle bollette rimarranno alti, con crisi di governo soldi del bonus a rischio»: l’intervista a Besseghini (Arera)

Giacomo Andreoli

15 Luglio 2022 - 15:51

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Secondo il presidente di Arera, Stefano Besseghini, intervisto da Money.it, i prezzi di gas e luce rimarranno alti, con la crisi di governo che mette a rischio i fondi per il bonus bollette.

«Prezzi delle bollette rimarranno alti, con crisi di governo soldi del bonus a rischio»: l’intervista a Besseghini (Arera)

«I prezzi di gas e luce rimarranno alti nei prossimi sei mesi. La crisi di governo può lasciare le famiglie in balia degli aumenti? No, ma potrebbero esserci problemi di copertura economica per il bonus sociale, mentre per possibili razionamenti quello che più conta è l’eventuale stop del gas russo». Intervistato da Money.it, Stefano Besseghini, presidente di Arera, non nasconde la preoccupazione per il momento difficile che sta vivendo l’economia italiana, ma tende a evitare estremi allarmismi.

A margine della presentazione della Relazione annuale dell’Autorità di regolazione dell’energia alla Camera, sottolinea quanto su gas e luce la situazione sia delicata, con l’instabilità politica che di certo non aiuta a rasserenare le previsioni sul conto che dovranno pagare famiglie e imprese.

Presidente, dobbiamo aspettarci un rapido stop al gas russo, che copre ancora il 26% delle nostre forniture?

Sicuramente i segnali che arrivano non sono positivi, ma è difficile fare previsioni. Si tratta di un’ipotesi che crea qualche allarme e in quel caso ci sarebbe una preoccupazione dal lato degli stoccaggi.

Non riusciremmo cioè a raggiungere il target dell’80-85% entro ottobre, anche vista la crisi di governo?

Riusciremmo a coprire solo parzialmente le riserve, costringendoci a valutare degli interventi di consumo controllato. Questi giorni saranno fondamentali per capire se Gazprom riprenderà le forniture tramite il Nord Stream 1 una volta terminato il periodo dedicato alla manutenzione straordinaria. Di fronte a questo scenario l’Unione europea deve coordinarsi, con decisioni comuni, facendo in modo che ruoli e responsabilità siano chiari. La crisi di governo sulla dinamica degli stoccaggi non credo avrà un impatto sostanziale, perché gli assetti regolatori e di sistema che era necessario definire sono stati già stabiliti. Da qui a settembre gli strumenti ci sarebbero, stop alle forniture russe permettendo. Poi non dimentichiamo che comunque possiamo fare leva da subito sul risparmio energetico.

Cioè con campagne informative pubbliche che spingano i cittadini a usare meno aria condizionata e riscaldamenti, magari da accompagnare con veri e propri razionamenti?

L’ho detto chiaramente: le campagne informative per il risparmio energetico sono uno strumento importante, che può essere messo in campo subito. Si tratta di spingere a un uso ragionevole dell’energia, non imporre dei razionamenti: qualcosa che dovrebbe valere sempre, ma che oggi si fa indispensabile. Se poi ci fosse uno stop totale al gas russo è già previsto che si intervenga e il settore industriale sarebbe chiamato per primo a «scegliere» i consumi. Tutti i Paesi europei si stanno preparando a questo.

Alcuni analisti prevedono un prezzo del gas sul mercato oltre i 200 euro a megawattora: il costo in bolletta continuerà ad aumentare, anche per la luce elettrica?

Non ho la sfera di cristallo e non è prevedibile a priori un ulteriore aumento, ma i prezzi rimarranno stabilmente alti nel prossimo semestre e in autunno lo saranno in modo significativo. Dobbiamo prepararci e di sicuro riuscire a definire con un interlocutore stabile le politiche prossime è assolutamente importante, direi che è una priorità di cui bisogna tener conto in queste ore di evoluzione politica. D’altra parte il dossier energia credo che sia molto rilevante.

Sta dicendo che se andiamo a elezioni e non c’è un governo nei prossimi mesi sono a rischio gli interventi per famiglie e imprese?

Le fasi di instabilità sono sempre complicate, ma prima delle elezioni si possono comunque continuare a costruire degli interventi che diano qualche certezza, anche se molto è stato già fatto in questa fase. Sono stati spesi diversi miliardi per abbattere i costi a carico degli operatori e stabilizzare i rischi. Per il terzo trimestre, anche grazie al dl Aiuti, è stato messo in campo un intervento robusto che affronta i problemi principali, ora dobbiamo pensare al quarto trimestre.

Per l’ultima parte dell’anno è a rischio la proroga del bonus sociale per le famiglie meno abbienti?

Nì, la possibilità per le famiglie di avere il bonus diventa annuale nel momento in cui viene assegnato, quindi non c’è un problema di diritto dei nuclei a ottenerlo. Semmai c’è un problema di coperture necessarie per prorogare la misura e questo è un tema su cui dovremmo riprendere rapidamente la discussione con il governo in base all’evoluzione che ci sarà.

Di sicuro, però, sarebbe escluso un rafforzamento dell’intervento contro il caro-bollette, famiglie e imprese che conto pagherebbero?

Certamente è una fase delicata, ma speriamo che la gente non sia lasciata in balia degli aumenti, non credo proprio che questo avverrà. Di sicuro un quadro stabile aiuterebbe gli interventi.

Nel frattempo le compagnie di gas ed energia elettrica stanno stabilendo modifiche unilaterali ai contratti, anche quelli a prezzi fissi, con aumenti fino al 500%: alla fine il mercato tutelato è meglio di quello libero?

Dalle analisi più recenti emerge che l’80% delle offerte fisse è risultato meno conveniente della maggior tutela. Detto ciò il mercato libero ha potenzialità ulteriori rispetto a quello tutelato e può offrire ai consumatori offerte particolari che sono convenienti, con una variabilità molto più ampia. Per questo non si può dire in modo generale che il mercato libero sia meglio del tutelato o viceversa. Se non ci si vuole preoccupare di cercare una possibile miglior fornitura e non ci si occupa del problema energia ci si deve basare sulle oscillazioni all’ingrosso che influenzano il tutelato, nell’altro caso bisogna caricarsi l’onere di cercare le offerte. Quelle a prezzi fissi stanno però sparendo dal mercato: cercarle diventerà un impegno maggiore.

Invece tutti gli interventi sull’energia e la transizione energetica del Pnrr rischiano di non andare in porto se cade il governo?

Ripeto: l’instabilità non aiuta in una fase così convulsa e densa di cose da fare, però è anche vero che molta attività è stata impostata. Credo che si possa avere in ogni caso una gestione ordinata di quello che stiamo portando avanti come Italia nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Viviamo un momento drammatico anche per la siccità. Dalla relazione emerge però che gli acquedotti stanno migliorando in quanto a perdite, qual è la situazione?

Gli impianti acquedottistici stanno migliorando, ma il consumo civile non è la componente maggiore, bensì lo è il settore agricolo. Quadruplicando gli investimenti nella rete degli acquedotti (da 1 miliardo a 4 miliardi in dieci anni) le perdite a livello nazionale hanno cominciato a ridursi. Un’analoga riflessione si può fare in altri settori.

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