Belgorod, la guerra arriva in Russia: cosa sappiamo sull’attacco e sui colpevoli

Ilena D’Errico

22 Maggio 2023 - 21:48

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La guerra arriva in Russia? Ecco cosa sappiamo sull’attacco a Belgorod e chi potrebbero essere i colpevoli.

Belgorod, la guerra arriva in Russia: cosa sappiamo sull’attacco e sui colpevoli

Per la prima volta in più di un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina, la guerra è arrivata anche in Russia. A Belgorod due avamposti militari hanno subito un attacco che forse c’entra solo indirettamente con quello che sta succedendo in Ucraina. Pare, infatti, che tutte le persone coinvolte nello scontro di Belgorod fossero di nazionalità russa, anche se Mosca accusa apertamente Kiev. Ecco cosa sappiamo sull’attacco e sui colpevoli.

L’attacco a Belgorod, quello che sappiamo sui colpevoli

Belgorod si trova nel confine sud-occidentale della Russia, a soli 40 km dalla città ucraina di Kharkiv. Un dato che fa ipotizzare un certo coinvolgimento di Kiev, come sostiene anche il Cremlino, anche se l’ipotesi contraria ha per ora più elementi a favore. In particolare, l’attacco è iniziato il 20 aprile 2023 e si è concentrato sui villaggi di Kozinka e Grayvoron. Soltanto oggi, però, le azioni sono state rivendicate ufficialmente dai paramilitari di Libertà alla Russia. Il gruppo è nato l’anno scorso per sostenere l’esercito ucraino e rivendicare la libertà della Federazione Russa contro il regime autoritario di Putin.

Siamo russi, come voi. Siamo persone come voi vogliamo che i nostri figli crescano in pace. È ora di porre fine alla dittatura del Cremlino.

Queste sono le parole che i paramilitari hanno condiviso nel video pubblicato su Twitter, rivendicando l’attacco a Belgorod e spiegando le motivazioni che lo hanno sostenuto. La legione combatte fianco a fianco dell’esercito ucraino da diverso tempo, insieme alle altre milizie volontarie straniere, senza però dipendere ufficialmente dai comandi di Kiev. Così, pare che in questo primo attacco nel territorio russo l’Ucraina non sia responsabile. Stando alle dichiarazioni dei gruppi, oltre a Libertà alla Russia ci sarebbe stata anche la collaborazione del Corpo volontario russo, un’altra organizzazione paramilitare di dissidenti russi. Entrambi accusati di terrorismo qualche tempo addietro dal presidente Putin.

La guerra arriva in Russia, sarà l’inizio della controffensiva ucraina?

Le parole dei paramilitari sono state confermate dalle autorità ucraine, che hanno ribadito la completa indipendenza dei gruppi di dissidenti rispetto all’esercito regolare ucraino. Il consigliere Mychajlo Podoljak ha peraltro ribadito che tutte le persone coinvolte nei conflitti di Belgorod sono russe.

Nonostante ciò, i vertici di Mosca sembrano pensarla in maniera del tutto diversa. Vyacheslav Gladkov, governatore della città di Belgorod, ha infatti pubblicamente accusato su Telegram i sabotatori ucraini. Sulla stessa linea d’onda, anche il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, sostiene la responsabilità dell’Ucraina definendo l’attacco come un tentativo di dissuasione dai conflitti in corso a Bakhmut. La cittadina, che i russi sostengono di aver completamente conquistato, potrebbe rivelarsi decisiva nelle sorti del conflitto. Oltre alle versioni ufficiali ci sarebbe poi da considerare che la risposta russa agli attacchi nel territorio è stata a dir poco mite.

I soldati russi si sono infatti limitati a respingere le due milizie oltre i confini per difendersi dall’attacco, che si è concluso con un ridotto numero di perdite per entrambi i fronti e nessuna vittima civile riportata. L’aviazione russa ha perso un elicottero per il trasporto di truppe, ma non si sa ancora se fosse pieno o meno.

In ogni caso per ora tutte le notizie provengono dalle parti direttamente coinvolte nel conflitto ed è difficile stabilire chi abbia la ragione assoluta. È anche vero che i battaglioni di volontari russi che combattono contro la dittatura di Putin e ripudiano la guerra in Ucraina esistono e si sono fatti ben presenti.

Il vantaggio per gli ucraini è altrettanto innegabile, ma comunque giustificabile dagli stessi obbiettivi dei paramilitari. Secondo gli analisti, infatti, l’attacco a Belgorod è servito a testare la vulnerabilità dei confini russi e a costringere lo spostamento di forze armate in queste zone. Un grande contributo per la preparazione della controffensiva ucraina, di cui ormai si attende solo il compimento più volte ritardato. Non si può dire con certezza, comunque, se la strategia sia stata preparata veramente in modo indipendente dai dissidenti, anche se sarebbe una mossa perfettamente coerente.

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