Bank of England alza ancora i tassi, ma non vede più la recessione

Violetta Silvestri

11/05/2023

11/05/2023 - 14:38

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Anche Bank of England ha deciso di alzare ancora i tassi di interesse di 25 punti base, facendo intendere che l’inflazione rimane alta. La recessione, invece, dovrebbe essere evitata.

Bank of England alza ancora i tassi, ma non vede più la recessione

La Banca d’Inghilterra ha aumentato i tassi di interesse di 25 punti base, rivedendo le sue proiezioni economiche per escludere ora la possibilità di una recessione nel Regno Unito quest’anno.

Il Comitato di politica monetaria ha votato 7 contro 2 a favore del rialzo di un quarto di punto per portare il tasso principale della Banca dal 4,25% al ​​4,5%, con l’impegno a domare l’inflazione ostinatamente elevata.

Anche la terza banca centrale più attesa dai mercati, dopo Fed e Bce, ha quindi optato per una linea ancora di lotta contro i prezzi al consumo in salita, che in Regno Unito restano a doppia cifra.

Bankf of England: tassi in rialzo, l’inflazione fa ancora paura

La Banca d’Inghilterra ha alzato il suo tasso di prestito di riferimento al livello più alto dal 2008, affermando che potrebbero essere necessari ulteriori aumenti se le pressioni inflazionistiche persistono.

I funzionari guidati dal governatore Andrew Bailey hanno anche aggiornato le proiezioni di crescita, cancellando una recessione precedentemente prevista e anticipando che entro la metà del 2026 l’economia reale sarà più grande del 2,25% rispetto a quanto previsto a febbraio.

Si prevede che l’inflazione scenderà bruscamente da aprile. Tuttavia, l’MPC stima che l’inflazione diminuirà a un ritmo più lento di quanto precedentemente previsto nel rapporto di febbraio, scendendo al 5,1% entro la fine di quest’anno, rispetto a una stima precedente del 3,9%.

Secondo i funzionari, “Il Comitato continua a ritenere che i rischi relativi alle previsioni di inflazione siano notevolmente inclinati verso l’alto, riflettendo la possibilità che gli effetti di secondo impatto degli shock dei costi esterni sull’inflazione dei salari e dei prezzi interni possano impiegare più tempo a risolversi di quanto non abbiano fatto per emergere”.

Di fatto, la decisione lascia la BoE e la Banca centrale europea alla guida della lotta globale contro l’inflazione. La scorsa settimana Christine Lagarde ha voluto sottolineare che l’Eurozona non aveva ancora finito con gli aumenti dei tassi, ma il tasso sui depositi principali della Bce al 3,25% è ancora ben al di sotto di quello della BoE.

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