Banca Etruria: 3 condanne per bancarotta fraudolenta

Marco Ciotola

31/01/2019

31/01/2019 - 22:30

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5 anni per l’ex presidente Giuseppe Fornasari e l’ex dg Luca Bronchi, 2 anni per l’ex vice presidente Alfredo Berni: per tutti la sentenza parla di bancarotta fraudolenta

Banca Etruria: 3 condanne per bancarotta fraudolenta

Condanna con rito abbreviato per bancarotta fraudolenta ai danni di 3 ex-dirigenti di Banca Etruria.

È stato il gup di Arezzo, Giampiero Borraccia, a condannare l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi e l’ex vicepresidente Alfredo Berni, tutti e tre per bancarotta fraudolenta.

Per Rossano Soldini invece, ex membro del Cda, la condanna parla di bancarotta semplice.

A variare sono le pene, più massicce per Fornasari (5 anni) e dai 2 anni in giù per Bronchi, Berni e Rossano.
Rinviati a giudizio, con rito ordinario, gli altri 27 imputati.

Banca Etruria: condannati in 3 per bancarotta fraudolenta

5 anni per l’ex Presidente Giuseppe Fornasari e per l’ex dg Luca Bronchi, 2 anni per Alfredo Berni e 1 anno per Rossano Soldini, condannato per bancarotta semplice. Questa le sentenze iniziali nel processo di primo grado relativo al crac di Banca Etruria.

Le richieste della pubblica accusa erano di 5 anni per Fornasari e Bronchi, di 2 anni e 6 mesi per Berni e di 1 anno e 6 mesi per Soldini. Pene tutte notevolmente ridotte dalla scelta di percorrere il rito abbreviato.

La decisione è arrivata dopo quasi 8 ore di camera di consiglio, ed è stata sancita dalla lettura della sentenza da parte del gip Giampiero Borraccia.

Secondo una fonte vicina al caso, alle parti civili e alla banca sarebbero stati riconosciuti danni morali da liquidare in sede civile.

All’origine dell’inchiesta c’è la relazione degli ispettori di Bankitalia, che poneva sotto la lente gli illeciti presenti nel bilancio del 2012 di Banca Etruria, uno dei 4 istituti bancari «salvati» a fine 2015 dall’ex premier Matteo Renzi.

Sulla questione, lo scorso agosto la Corte d’Appello aveva annullato la quasi totalità delle sanzioni imposte dalla Consob ai danni dell’istituto aretino, per aver omesso di dare informazioni sul suo stato di crisi: secondo i giudici l’authority già sapeva dal 2013.

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