Azioni Telecom Italia-TIM in preda ai sell, slitta quel miliardo di euro dallo Stato

Laura Naka Antonelli

27/05/2025

Azioni Telecom Italia-TIM in forte calo dopo notizie su decisione Cassazione. Sale l’attesa per quel canone da 1 miliardo che lo Stato deve restituire.

Azioni Telecom Italia-TIM in preda ai sell, slitta quel miliardo di euro dallo Stato

Azioni Telecom Italia-TIM sotto i riflettori a Piazza Affari, dopo la forte sbandata che le ha portate a scivolare fino a oltre -3% circa sull’indice Ftse Mib.

Il titolo ha recuperato parte delle perdite, confermandosi tuttavia il peggiore del listino benchmark della borsa di Milano.

Alla fine della giornata di contrattazioni a Piazza Affari, le azioni hanno perso il 2,38%, a quota 0,3822 euro.

TIM, brusca inversione di rotta a Piazza Affari dopo notizia su restituzione 1 miliardo dallo Stato

L’improvvisa inversione di rotta, per le azioni TIM, si è manifestata nel primo pomeriggio, quando sono emerse novità dalla Corte di Cassazione in merito alla restituzione a favore del gruppo, da parte dello Stato, di una somma pari a 1 miliardo di euro circa, comprensiva di un canone di poco superiore a 500 milioni di euro, più la rivalutazione e gli interessi maturati.

Da un lato, la Corte ha rigettato il ricorso che lo Stato aveva presentato contro la restituzione della somma.

Dall’altro lato, la stessa ha stabilito, stando a un articolo riportato dalla Reuters, che sono necessari ulteriori controlli per valutare se Telecom Italia abbia presentato un ricorso in modo appropriato chiedendo la restituzione di quel miliardo di euro da parte dello Stato.

Nel corso dell’udienza, la Cassazione avrebbe affermato, stando a quanto riporta Reuters, di avere bisogno di più tempo per esprimersi sulla questione, dando contestualmente alle parti un mese di tempo.

L’anno scorso, in data 3 aprile 2024, Telecom Italia aveva reso noto che la Corte d’Appello di Roma aveva dato ragione all’azienda, chiudendo a favore del gruppo “ un contenzioso durato quindici anni relativo alla restituzione del canone concessorio preteso per il 1998, l’anno successivo alla liberalizzazione del settore, e richiesto in restituzione dalla Società”.

Il governo aveva tuttavia presentato ricorso in appello alla Corte di Cassazione contro la decisione.

Così l’anno scorso Telecom Italia aveva riassunto il contenzioso:

“Sulla vicenda è intervenuta in più occasioni la Corte di Giustizia dell’Unione Europea segnalando il contrasto tra la direttiva sulla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni e le norme nazionali che avevano prorogato per il 1998 l’obbligo di pagamento del canone a carico dei concessionari di settore. In particolare, nel 2020 la magistratura europea ha stabilito che il sistema normativo comunitario non consentiva a una normativa nazionale di prorogare per l’esercizio 1998 l’obbligo imposto a un’impresa di telecomunicazioni, precedentemente concessionaria (come TIM), di versare un canone calcolato in funzione del fatturato, ma permetteva soltanto la richiesta di pagamento dei costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e all’attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali”.

A quanto pare, tuttavia, la questione non è ancora chiusa, e Piazza Affari prezza il rischio che la questione si protragga per ancora un bel po’ di tempo, privando Telecom Italia di quel miliardo di euro che lo Stato dovrebbe restituirle.

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