Dal 1° maggio 2025 per entrare in uno dei Paesi più amati dai turisti serve un permesso di ingresso. Scopriamo di che destinazione si tratta e come richiederlo
L’Estremo Oriente è in una fase di enorme sviluppo turistico e Paesi come il Giappone, la Cina, il Vietnam e la stessa Thailandia, hanno visto aumentare il numero di visitatori in maniera esponenziale negli ultimi anni.
Proprio per chi ha in programma di visitare la Thailandia nei prossimi mesi è arrivata una novità: per entrare nel territorio serverà la Tdac, la Thailand Digital Arrival Card. Vediamo di cosa si tratta, perché è stata inserita e come ottenerla.
Cos’è la Tdac e perché è stata introdotta
A partire dal mese di maggio 2025, chiunque vorrà entrare in Thailandia con un volo, via mare o via terra, avrà bisogno della Tdac, ovvero un nuovo documento digitale che va a sostituire la vecchia modulistica cartacea doganale.
La “carta” è stata introdotta per snellire le operazioni alle dogane e per aumentare la sicurezza dei milioni di turisti che ogni anno visitano il Paese. L’obbligo di Tdac è rivolto a chiunque possegga un passaporto straniero, compresi viaggiatori, turisti o persone in viaggio d’affari. Gli unici esclusi sono coloro che fanno scalo in Thailandia e rimangono in attesa nell’area internazionale dell’aeroporto.
La buona notizia, infine, è che richiedere il visto è semplice e completamente gratuito.
Come ottenere il Tdac per entrare in Thailandia
La registrazione al database del Tdac deve essere fatta al massimo 3 giorni prima della partenza e prevede una semplice procedura online al termine dalla quale si ottiene un QR Code da presentare, una volta arrivati in Thailandia, allo sportello immigrazione dell’aeroporto.
Per registrarsi è sufficiente accedere alla piattaforma predisposta dal governo thailandese e inserire i dati personali, quelli del passaporto, lo scopo del viaggio, le informazioni sull’alloggio e alcuni dettagli sul proprio stato di salute.
In alternativa esistono piattaforme terze che completano la registrazione al posto del visitatore ma che, in cambio, richiedono un piccolo pagamento.
Le altre mete turistiche che richiedono un visto
Il numero di Paesi che richiede un permesso di ingresso è notevolmente aumentato negli ultimi anni. Per entrare in molte destinazioni del Commonwealth come il Canada e l’Australia, ad esempio, è richiesta l’ETA (Electronic Travel Authorisation).
ETA che, in Australia, ha un costo di circa 12 euro. Lo stesso prezzo del visto che, da aprile 2025, è richiesto a chi decide di visitare la Gran Bretagna per fini turistici.
Ancora diversa la situazione nei Paesi del Nord, del Centro e del Sud America. Per entrare a Cuba sono stati introdotti nuovi visti elettronici e sono obbligatori il passaporto e un’assicurazione di viaggio per la copertura di eventuali spese sanitarie in loco.
Per visitare gli USA, invece, è sempre in vigore il visto ESTA, dal costo di circa 19 euro e valido 90 giorni.
Ancora diversa la situazione in Argentina, Brasile e Messico. Nei primi due il permesso turistico è obbligatorio soltanto per le visite di durata superiore ai 90 giorni. Nel terzo l’obbligo di visto scatta soltanto al 180esimo giorno di permanenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA