Un nuovo studio ha trovato elevati residui di PFAS in prodotti cerealicoli provenienti da 16 Paesi UE. Ecco i più contaminati in assoluto
I PFAS, i cosiddetti “inquinanti eterni”, sono uno dei grandi problemi della nostra epoca storica. Presenti nell’acqua che beviamo e nei cibi che consumiamo ogni giorno, queste sostanze sono associate a problematiche di salute come danni al fegato e alla tiroide, obesità e tumori.
Ecco perché hanno fatto scalpore i risultati di un recente studio condotto dalla rete PAN Europe (acronimo di Pesticide Action Network), uno degli enti di vigilanza sulla qualità alimentare più importanti del Vecchio Continente.
Uno studio che ha trovato tracce di un PFAS, il reprotossico acido trifluoroacetico (TFA) in prodotti cerealicoli provenienti da ben 16 Paesi Europei.
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La ricerca di PAN Europe
Gli esperti di PAN Europe hanno analizzato 66 prodotti cerealicoli come pasta, pane, farina e cereali per le prima colazione provenienti da 16 Paesi UE.
Si tratta della prima indagine di questo tipo, in quanto le autorità locali non hanno programmi di monitoraggio del TFA contenuto negli alimenti.
Purtroppo i risultati sono stati estremamente scoraggianti. Il TFA è stato trovato in 54 campioni su 66 (l’81,8%) e con livelli di contaminazione molto elevati: la concentrazione media è stata di 78,9 microgrammi per chilo, con un picco di 360 μg/kg in una marca di cereali irlandesi.
Il primo dato che è balzato agli occhi degli analisti è che i prodotti a base di grano sono più contaminati rispetto a quelli realizzati con altri cereali. Il secondo è che il livello medio di contaminazione del cibo è stato di circa 100 volte più alto rispetto a quello dell’acqua del rubinetto.
La pericolosità del TFA
Il TFA è una delle sostanze più pericolose per la salute umana per diversi motivi. Il primo è che è una delle sostanze più resistenti. Ovvero si accumula nell’acqua e nel suolo, entrando direttamente nelle piante e, di conseguenza nella catena alimentare.
Il secondo è che secondo importanti ricerche scientifiche, il TFA in elevata concentrazione può causare danni all’apparato riproduttivo, al sistema immunitario, alla tiroide e al fegato.
In Italia il problema è la pasta
La ricerca di PAN Europe sui prodotti italiani si è concentrata sulla pasta, alimento simbolo della nostra dieta. Anche in questo caso i risultati si sono rivelati preoccupanti: la concentrazione media di TFA stimata sulla pasta è stata di circa 1,3 μg per porzione.
Bambini europei a rischio
Il rischio più grande, però, è quello per i bambini. Secondo la ricerca, l’esposizione media paragonata al peso corporeo negli adulti è di circa 0,064 μg per kg. Per i più piccoli si sale addirittura a 3,32 μg/kg, ovvero il 184% dell’assunzione giornaliera considerata non pericolosa da PAN Europe.
Servono azioni nel breve periodo
A confermare che la questione è di stringente attualità e che serve maggiore attenzione al problema è stato Salomé Roynel, il policy officer di PAN Europe.
Commentando i risultati della ricerca, Roynel ha sottolineato che servono divieti immediati all’uso dei PFAS per salvare la catena alimentare e che la persistenza di queste sostanze in acqua e cibo le rende uno dei pericoli più grandi in Europa per la salute di bambini e adulti.
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