Assunti per non fare nulla (e con un maxi-stipendio): dove e perché succede

Violetta Silvestri

22 Aprile 2023 - 12:43

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Essere assunti con maxi-stipendio, ma non lavorare: è davvero possibile? Ecco dove succede e perché questa strana strategia di assunzioni sta prendendo piede in un settore chiave dell’economia.

Assunti per non fare nulla (e con un maxi-stipendio): dove e perché succede

Assunti e con buoni stipendi per non lavorare: un’assurdità che sta emergendo come realtà accaduta, addirittura, nelle aziende più importanti del mondo.

In un’analisi del Wall Street Journal viene messo sotto accusa un sistema di reclutamento inutile e poco efficace da parte delle Big Tech Usa, ora travolte da crisi - vere o presunte - e da annunci di licenziamenti record.

Cosa c’è di “marcio” nel mercato del lavoro e nella strategia di assunzioni di multinazionali al top dell’economia globale, come quelle tecnologiche? La storia di assunti - con maxi stipendi - per non fare nulle. Dove accade e perché.

Assunti senza lavorare: le assurdità delle Big tech

La storia base raccontata nell’inchiesta è di Madelyn Machado, 33 anni, che lavorava per Meta e che ha dichiarato che, in realtà, non ha mai davvero lavorato.

La signora Machado, che ha ricoperto una posizione come reclutatrice, ha affermato che dopo essere entrata in azienda nel settembre 2021, ha trascorso gran parte del suo tempo in riunioni che non hanno portato a nulla e che Meta aveva già troppi reclutatori da poter distribuire lavoro per tutti. Con una paga da $190.000 all’anno, il suo caso fa scalpore.

La sua non è una storia isolata visto che altri ex lavoratori nel settore della tecnologia hanno pubblicato video nei quali raccontano di aver ricevuto ricchi stipendi da grandi società tech senza, però, fare molto.

Un tecnico con esperienza, Derrick McMillen, 32 anni, ha lavorato in Facebook e Salesforce prima della pandemia. Durante il suo periodo in Salesforce, spesso si sentiva come se il 20% dei dipendenti facesse l’80% del lavoro, mentre i loro colleghi perdevano tempo in pause pranzo lunghe.

Non solo, molto spesso le assunzioni inutili si sono poi trasformate in licenziamenti.

“Stavano semplicemente accumulandoci come carte Pokémon”, ha dichiarato un’ex lavoratrice di Meta assunta nell’aprile 2022 in un recente video di TikTok sulla sua esperienza in azienda. In un’intervista, Britney Levy, 35 anni, afferma di essere stata assunta come parte di un programma di formazione della durata di un anno dedicato al reclutamento di talenti diversi, ed era frustrata nel ricevere un solo incarico poco prima di essere licenziata a novembre.

Big Tech e assunzioni inutili: la “folle” guerra dei talenti

Come spiegare questo fenomeno? Tali confessioni, che hanno attirato molte critiche online, non sono sorprendenti secondo dirigenti e professionisti del settore. Le aziende tecnologiche, esplose durante la pandemia, erano piene di soldi e hanno quindi assunto lavoratori per costruire un team folto e accumulare talenti per essere all’altezza dei concorrenti, anche se quei lavoratori non risultavano davvero necessari.

“Stavano assumendo prima della domanda” ha spiegato Vijay Govindarajan, professore alla Tuck School of Business di Dartmouth. Una carenza di talenti tecnologici all’epoca ha contribuito a un senso di urgenza che ha alimentato le recenti assunzioni folli. Quando c’è una guerra per il talento, vuoi assumere prima degli altri, ha aggiunto.

Dall’inizio dell’anno, le aziende tecnologiche hanno licenziato più di 168.000 persone, secondo Layoffs.fyi, un sito web che tiene traccia dei tagli di posti di lavoro. Molti dirigenti tecnologici, tra cui il capo di Meta Mark Zuckerberg, hanno fatto mea culpa per l’assunzione esagerata e inutile e per la loro convinzione errata che il passaggio della pandemia alla spesa online sarebbe stato più permanente.

Keith Rabois, uno dei primi dirigenti di PayPal e venture capitalist, ha accusato le grandi aziende tecnologiche di vedere le assunzioni come una «metrica di vanità», assumendo deliberatamente talenti per impedire loro di lavorare per altre società.

Val Katayev, un investitore e imprenditore che ha fondato diverse società di tecnologia pubblicitaria, afferma che la tentazione è grande per le società tecnologiche ricche e in crescita di accumulare assunzioni. Assumono tutti, che ne abbiano bisogno o meno, solo per avere una riserva di talento. Se lo possono permettere”.

Vero è che, come sottolineato da Patrick Moloney, che co-dirige la pratica tecnologica globale presso la società di consulenza Willis Towers Watson PLC, prevedere le esigenze di assunzione è stato difficile durante la pandemia.

Per le aziende tech, fare scommesse a lungo termine su ruoli particolarmente difficili da assumere, come gli ingegneri del software, o in campi richiesti come l’intelligenza artificiale può comportare rischi. Le aziende si aspettano che la strategia di assunzione alla fine ripaghi, anche se c’è un intervallo di tempo tra il prendere un dipendente e assegnargli un lavoro sufficiente per occupare completamente il suo tempo.

A ogni modo, il fenomeno interroga sul mercato del lavoro in uno dei settori, quello tech e delle aziende più grandi e rinomate, protagonista più che mai del nostro tempo.

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