Assistente parlamentare, cosa fa, quanto guadagna e come diventarlo

Giorgia Bonamoneta

14 Gennaio 2024 - 20:50

Quali sono le mansioni di un assistente parlamentare? Ecco i guadagni della professione (nota come portaborse) e come diventarlo.

Assistente parlamentare, cosa fa, quanto guadagna e come diventarlo

In Italia si può iniziare il percorso lavorativo nella politica in diversi modi. Non è necessario per forza essere il volto di un partito, ma si può anche coprire la posizione di assistente parlamentare o più comunemente noto come “portaborse”. Diventare un assistente parlamentare prevede diverse e approfondite competenze. L’assistente parlamentare è infatti una figura con importanti incarichi e richiede un grande impegno.

Ci sono diversi requisiti richiesti per occupare tale posizione, oltre alle competenze tecniche sono anche richieste capacità comportamentali come l’essere positivo, la trasmissione di fiducia ed essere ben predisposti al lavoro di gruppo. Questo perché non esistono delle mansioni specifiche o una definizione precisa per l’assistente parlamentare. In Italia infatti il collaboratore parlamentare (assistente parlamentare o portaborse) affianca un politico in diverse mansioni, dalla compilazione dossier, alla produzione di documenti, fino alle relazioni esterne e interne. È un lavoro a tutto tondo che impegna l’assistente parlamentare in mansioni di segreteria, consulenza e gestione e coordinamento in ufficio.

Un assistente parlamentare in Italia può avere un contratto che va dai 500 ai 1.200 euro al mese, molto dipende dal contratto, dal numero di collaboratori parlamentari che il deputato ha e dalle mansioni che svolge. Ecco come diventare assistente parlamentare e quanto si guadagna in media con questo lavoro.

Assistente parlamentare: cosa fa un portaborse e quali requisiti deve avere

L’assistente parlamentare è una figura che supporta il deputato alla Camera o al Senato con diversi compiti, anche piuttosto impegnativi e di ampio respiro. In Italia il ruolo di “portaborse”, cioè il collaboratore parlamentare o assistente parlamentare, non è del tutto regolamentato. A differenza del collaboratore parlamentare europeo, l’assistente parlamentare in Italia affianca un politico anche con forma di lavoro volontario. Tra le mansioni ci sono compiti quali redigere report, preparare fascicoli, gestire la posta elettronica e l’agenda, accogliere delegazioni interne ed esterne al Parlamento, organizzare trasferte, riunioni, incontri con le istituzioni e molto altro.

Per tutte queste mansioni che hanno a che fare con la segreteria, la consulenza e la gestione dell’ufficio un buon assistente parlamentare deve avere competenze anche comportamentali come grande flessibilità e capacità di trasmettere fiducia e positività. Tra le competenze richieste vi è poi la formazione, che può però variare da collaboratore a collaboratore a seconda delle mansioni che gli sono richieste. Tuttavia può essere utile avere una laurea in Relazioni internazionali o in Scienze politiche. In genere può essere anche utile avere competenze informatiche, economiche, sociali, giuridiche o altre che permettono di sviluppare competenze di organizzazione e dialogo con istituzioni, enti e imprese.

L’ultimo bando per portaborse riporta i seguenti requisiti:

  • cittadinanza italiana;
  • età non superiore a 40 anni;
  • idoneità fisica rispetto alle mansioni;
  • capacità visiva naturale o corretta di almeno 16 decimi complessivi;
  • funzione uditiva totale naturale o corretta almeno dell’80%;
  • funzione deambulatoria che non necessita di ausili ortopedici;
  • normale funzionalità degli arti superiori;
  • godimento dei diritti politici;
  • assenza di sentenze definitive di condanna o di applicazione della pena su richiesta per reati che comportano le destituzione (per reati diversi o procedimenti penali in corso c’è un’ulteriore valutazione per la compatibilità della professione).

Quanto guadagna un assistente parlamentare?

Le competenze e le mansioni possono variare da assistente ad assistente e per questo anche lo stipendio può variare di molto. Il lavoro è molto impegnativo e l’affiancamento al deputato può richiedere anche un lavoro di 7 giorni su 7. Ci sono portaborse che lavorano in forma volontaria, per fare carriera, ma ci sono anche occasioni di lavoro retribuito. Le cifre sono minime e vanno da 370 euro mensili, fino a 1.200 euro.

L’assistente parlamentare europeo viaggia su un altro livello di retribuzione, non solo perché hanno un contratto regolare di lavoro. Gli stipendi invece possono arrivare fino a 7.000 euro al mese e a questi si aggiungono tutta una serie di tutele.

Al momento, proprio perché non è una figura poco regolamentata, il portaborse non guadagna bene e in generale non ha molte garanzie. Può essere però una porta d’ingresso nella politica piuttosto importante da attraversare. Per lavorare come portaborse si possono rispondere ad annunci, a richieste dirette da parte del politico o partecipare a concorsi pubblici. Il prossimo concorso, che apre le assunzioni a 25 portaborse, è in scadenza (entro il 26 febbraio 2024).

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