Assegno unico per i figli, procedure di infrazione per discriminazione di questi lavoratori

Patrizia Del Pidio

4 Giugno 2025 - 12:52

L’assegno unico è negato ai figli residenti all’estero, una condizione che appare discriminatoria. La normativa è stata deferita alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Assegno unico per i figli, procedure di infrazione per discriminazione di questi lavoratori

L’Assegno unico universale per i figli richiede, tra gli altri requisiti, la residenza fiscale e il domicilio in Italia. I soggetti che hanno figli residenti all’estero e i non residenti Schumacker non hanno diritto al sussidio. Non possono richiedere l’assegno i soggetti iscritti all’Aire che hanno residenza estera, ma ne può beneficiare chi lavora all’estero, ma mantiene la residenza in Italia.

Quella che viene considerata la discriminazione più pesante della misura a sostegno della genitorialità riguarda coloro che hanno figli residenti all’estero: in questo caso, infatti, la prole non convive con il richiedente e non fa parte dello stesso nucleo familiare ai fini Isee. Allo stesso modo l’assegno unico è negato ai non residenti Schumacker, coloro che non sono residenti in Italia, ma che producono almeno il 75% del proprio reddito complessivo nel nostro Paese. In questo caso la misura non spetta perché non c’è residenza fiscale in Italia.

Assegno Unico e i problemi con l’UE

Il vincolo della residenza in Italia per avere diritto all’assegno unico va in contrasto con il Regolamento UE 883 del 2004 che all’articolo 7 prevede l’abolizione delle clausole di residenza. Le categorie oggi escluse dall’Assegno unico, fino al 2022, avevano diritto tanto agli Assegni per il nucleo familiare quanto alle detrazioni Irpef per i figli a carico.

La Legge di Bilancio 2025 è intervenuta limitando anche le detrazioni per i figli a carico che, da quest’anno, sono negate. Il nuovo comma 2 bis, inserito dopo il comma 2 nell’articolo 12 del Tuir, prevede che:

Le detrazioni di cui al comma 1 non spettano ai contribuenti che non sono cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea o di uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo in relazione ai familiari residenti all’estero.

La normativa deferita alla Corte di Giustizia Ue

Il regime giuridico dell’assegno unico non è compatibile con il diritto unionale poiché discrimina i lavoratori mobili dell’Ue. Proprio per questo motivo il caso è stato deferito alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Il fatto che i figli residenti all’estero siano esclusi dal diritto all’Assegno unico evidenzia una disparità di trattamento che colpisce i lavoratori in mobilità che hanno i familiari all’estero e si configura come una discriminazione per requisiti di residenza.
Da sottolineare che i cittadini italiani e stranieri che sono residenti all’estero non possono rientrare nel nucleo familiare ai fini Isee (serve l’iscrizione all’anagrafe della popolazione residente) e questo porta i figli residenti all’estero a essere esclusi dall’AUU.

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