Assegno di inclusione a rischio sospensione per chi abita in questa grande città

Alessandro Nuzzo

27 Gennaio 2024 - 11:34

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L’allarme è stato lanciato dall’assessore al Welfare ma potrebbe riguardare tutte le città: il nuovo assegno di inclusione sarebbe a rischio per motivi burocratici.

Assegno di inclusione a rischio sospensione per chi abita in questa grande città

Dal 1° gennaio è entrato in vigore il nuovo assegno di inclusione, la misura assistenziale che ha mandato in soffitta il vecchio reddito di cittadinanza, destinato ai non occupabili, quindi a chi in famiglia ha un over 60, un minorenne o una persona con disabilità. Chi ha fatto domanda entro il 7 di gennaio la prima rata la riceverà a partire dal 26 gennaio mentre per tutti gli altri arriverà dal 15 febbraio.

C’è però un problema burocratico che rischia di far saltare l’erogazione dell’assegno dopo soli pochi mesi. La Legge infatti dice che i nuclei familiari destinatari dell’assegno di inclusione, hanno comunque degli obblighi da rispettare, salvo la sospensione del sussidio. Uno di questi è il presentarsi presso i servizi sociali del comune di residenza per la presa in carico e la sottoscrizione del patto di inclusione sociale entro un tot di tempo.

Se per il reddito di cittadinanza erano i centri per l’impiego ad occuparsi delle pratiche, adesso l’onere è finito sui servizi sociali comunali. Una volta che i nuclei hanno sottoscritto il patto di attivazione digitale, hanno 120 giorni di tempo per recarsi dai servizi sociali per la verifica dei dati, la presa in carico del PAD e continuare a percepire l’assegno di inclusione.

La convocazione devono effettuarla i servizi sociali

Dovrebbero essere proprio gli uffici di assistenza sociale dei Comuni a convocare i nuclei familiari entro 120 giorni, altrimenti c’è la sospensione dell’assegno. Laddove la comunicazione non dovesse arrivare l’onere passa ai nuclei familiari che devono presentarsi spontaneamente ai servizi sociali. Quindi a pochi giorni dalla scadenza dei 120 giorni, i nuclei, se non hanno ricevuto convocazione da parte dei servizi sociali, devono recarsi spontaneamente per la conferma del PAD. In caso contrario si rischia la sospensione dell’assegno di 500 euro circa al mese. Il rispetto della scadenza è molto importante per le famiglie. In tal caso la riattivazione del sussidio avviene successivamente se persistono i requisiti. Diverso il discorso se i nuclei non si presentano alla convocazione. Ai sensi dell’articolo 8, comma 6, lettera a, del decreto legge n. 48 del 2023, infatti, se il nucleo familiare non si presenta alla prima convocazione il diritto all’Assegno di inclusione decade immediatamente.

C’è però un problema nel rispettare i 120 giorni ed è di carattere burocratico. A lanciare l’allarme è stato l’assessore al Welfare del Comune di Napoli Luca Trapanese che intervistato da Fanpage, ha dichiarato come le procedure per gli assistenti sociali non sono ancora iniziate perché l’Inps non ha ancora caricato sulla piattaforma Gepi i dati di chi ha fatto domanda.

Cos’è la piattaforma Gepi

La piattaforma Gepi è stata creata dal ministero del Lavoro e Politiche Sociali per gestire i patti per l’inclusione sociale. Sulla piattaforma sono caricati i dati dell’assegno di inclusione e i corsi del Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) ai quali i Comuni possono attingere.

Attraverso la piattaforma gli assistenti sociali del Comune possono fare dei controlli incrociando i dati Inps con quelli Isee e anagrafici per stabilire se i nuclei familiari hanno effettivamente diritto al sussidio. Il problema però è che ad oggi sulla piattaforma Gepi del Comune di Napoli non sono stati ancora caricati i dati.

Per Trapanese stiamo parlando di 25-30mila pratiche che dovranno essere vagliate da 220 assistenti sociali del Comune di Napoli entro 120 giorni per non incorrere nella sospensione degli assegni. Considerato che molti hanno fatto domanda il 1° gennaio, si sono persi già oltre 20 giorni. Una prova di forza non da poco che rischia di mandare in tilt l’intero sistema con famiglie costrette a non ricevere l’assegno a meno che il Governo non preveda una proroga.

Il ritardo del caricamento dei documenti sulla piattaforma presumibilmente non è solo per il Comune di Napoli ma è probabile che sia una criticità riscontrata anche da altri Comuni.

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