Aspettativa non retribuita per motivi personali: ecco i casi in cui richiederla

Vittorio Proietti

9 Febbraio 2017 - 12:38

condividi

La richeista di aspettativa non retribuita per motivi personali si può chiedere per maternità, per lo svolgimento di altro lavoro o per lavoro autonomo. Ecco una guida.

Aspettativa non retribuita per motivi personali: ecco i casi in cui richiederla

L’aspettativa non retribuita per motivi personali nel 2017 può essere richiesta in molti casi: la richiesta può essere fatta da dipendenti pubblici o da altro lavoratore dipendente. In caso di maternità capita a molte donne di voler chiedere un periodo di aspettativa ma certamente si tratta soltanto di una della situazioni possibili.

Tra i motivi personali, infatti, possono essere raggruppati molti casi, alcuni dei quali obbligano il lavoratore a richiedere l’aspettativa per il tempo impiegato: ad esempio i dipendenti pubblici candidati in politica, costretti ad assentarsi dall’altro lavoro.

L’aspettativa non retribuita per motivi personali, inoltre, può coinvolgere i dipendenti pubblici che aprono un’attività oppure che si dedicano ad altro lavoro autonomo.

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza e quali sono i casi in cui è possibile fare richiesta di aspettativa non retribuita per motivi personali.

Aspettativa non retribuita per motivi personali 2017: ecco i casi in cui richiederla

L’aspettativa non retribuita per motivi personali può essere richiesta per altro lavoro: nel caso di dipendenti pubblici che optano per l’impegno politico, ad esempio, la legge prevede che si possa chiedere.

I motivi personali dell’aspettativa, in questo caso, corrisponderebbero alla volontà di dedicarsi ad altro lavoro utile alla Nazione: ogni cittadino ha il diritto di dedicarsi all’amministrazione del proprio paese, regione o comune. Questo è indiscutibile.

L’aspettativa in questo caso sarà non retribuita, per ovvi motivi non proprio personali, in quanto significherebbe comunque lavorare durante un periodo di sospensione per scelta volontaria: diritto sì, nessun obbligo.

Aspettativa non retribuita per motivi personali 2017: i casi di maternità

L’aspettativa non retribuita riguarda anche la maternità? Per motivi personali s’intende anche questo? No, per la maternità non può essere richiesta un’aspettativa, ma essa è obbligatoria ed è retribuita secondo la legge.

Tra i motivi personali non è considerato il periodo di accudimento dei bambini nati, né il caso di bambini adottati: per la richiesta di aspettativa infatti non fa differenza, poiché anche durante i primi mesi 5 di adozione la nuova mamma deve astenersi dal lavorare.

L’aspettativa per maternità è retribuita e questo è possibile per i due mesi precedenti al parto e per i tre successivi, secondo quanto previsto dal Testo Unico, contenuto nel Decreto Legislativo n. 151 del 26 marzo 2001.

Aspettativa non retribuita per motivi personali 2017: lavoro autonomo

L’aspettativa non retribuita per motivi personali può essere richiesta anche dai dipendenti pubblici che aprono un’attività, o si dedicano al lavoro autonomo, avendo un altro reddito proveniente da altro lavoro.

Per i motivi personali, in questo caso di studio, può essere richiesta anche un’altra tipologia di aspettativa non retribuita: il lavoratore che vince una borsa di dottorato ha diritto all’aspettativa non retribuita per la durata del titolo di studio.

L’aspettativa per un titolo di studio così alto, richiesta o meno per motivi personali, sarà appannaggio di pochi dipendenti; non retribuita proprio perché si beneficia di fondi. Tuttavia è augurabile che diventi pratica comune: la ricerca non può escludere che si lavori durante il percorso, si rischia di perdere il contatto con la realtà.

Iscriviti a Money.it