Petrolio WTI mette in pausa i ribassi, ma il quadro tecnico resta debole

Ufficio Studi Money.it

19/07/2019

Il ribasso del petrolio WTI ha preso una pausa a ridosso dei 55 dollari al barile. Al momento, la debolezza resta elevata e i venditori potrebbero approfittarne per mettere a segno un altro affondo. Vediamo come operare

Petrolio WTI mette in pausa i ribassi, ma il quadro tecnico resta debole

Seduta di leggeri rialzi per il petrolio WTI, che avanza dell’1,37% dopo sei sessioni negative consecutive.

Il rimbalzo in essere è stato innescato dalle parole del Presidente Usa, Donald Trump, il quale ha affermato che la Marina statunitense ha abbattuto un drone iraniano nello Stretto di Hormuz. Quanto detto è stato poi smentito dal ministro degli Esteri dell’Iran, Javad Zarif, che ha sostenuto di non avere informazioni riguardo alla possibile perdita di droni.

Petrolio WTI, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg

Graficamente, la salita del petrolio WTI è stata frenata dalla resistenza a 60,39 dollari, lasciata in eredità dai massimi del 21 marzo 2019. I ribassi seguenti hanno poi portato l’oro nero alla rottura della linea di tendenza disegnata con i minimi del 18 giugno e quelli del 3 luglio 2019.

Per una ripresa delle quotazioni, è necessario che i prezzi confermino il potenziale modello di Harami bullish che si sta configurando al momento della scrittura, per poi violare velocemente quota 57,55 dollari al barile.

Se invece i prezzi dovessero tornare al di sotto dei 55 dollari al barile, è ragionevole attendersi un aumento della pressione ribassista fino al livello di concentrazione di domanda a 51,80 dollari al barile.

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Strategie operative sul petrolio WTI

Elaborazione Ufficio Studi di Money.it

Vista la forza nel ribasso degli scorsi giorni, è ragionevole attendersi una prosecuzione dello stesso fino al supporto a 51,80 dollari. In questo senso, si potrebbero valutare strategie di matrice short in caso di ritorno a 55 dollari: lo stop loss andrebbe posto a 58 dollari, mentre l’obiettivo principale a 52 dollari. Il target finale sarebbe invece localizzato a 51,80 dollari al barile.

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