Il colosso giapponese dell’auto annuncia una drastica ristrutturazione: 20.000 licenziamenti globali, chiusura di 7 impianti e una corsa contro il tempo per tornare alla redditività.
Dopo i tagli già annunciati nel 2024, la crisi di Nissan continua ad aggravarsi e il gruppo automobilistico giapponese si prepara a una nuova, pesantissima ondata di licenziamenti che coinvolgerà altri 11.000 posti di lavoro: saranno 20.000 le posizioni eliminate a livello globale entro il 2027, pari a circa il 15% della forza lavoro totale.
Il piano, denominato “Re:Nissan”, prevede anche la chiusura di 7 dei 17 impianti produttivi esistenti, con l’obiettivo di ridurre drasticamente i costi e tentare di riportare l’azienda alla redditività dopo un anno fiscale segnato da perdite record e da un calo delle vendite nei mercati chiave come Stati Uniti e Cina.
Il nuovo CEO Ivan Espinosa, insediatosi ad aprile, ha definito questa fase “un campanello d’allarme” e ha sottolineato la necessità di “auto-miglioramento urgente e rapido”, puntando a una profonda revisione delle strategie e delle priorità aziendali.
Nissan raddoppia i tagli e chiude 7 stabilimenti: le cause della crisi
A pesare sulle sorti di Nissan sono diversi fattori concomitanti. Il gruppo ha riportato per l’anno fiscale 2024 una perdita di 671 miliardi di yen (circa 4,08 miliardi di euro), con un crollo dell’88% degli utili operativi rispetto all’anno precedente.
Il rallentamento delle vendite negli Stati Uniti e in Cina, mercati storicamente strategici per Nissan, è stato aggravato dalla crescente pressione dei produttori cinesi di veicoli elettrici e dai dazi statunitensi, oltre che dal fallimento delle trattative di fusione con Honda e dalla necessità di sostituire il vertice aziendale.
Gli analisti sottolineano che Nissan sta pagando le conseguenze di anni di strategie basate sull’aumento dei volumi di vendita e su forti sconti, politiche promosse durante la gestione dell’ex CEO Carlos Ghosn. Tutte scelte che hanno portato a una gamma di prodotti ormai datata, che il gruppo sta cercando di rinnovare per recuperare competitività.
Tagli, riorganizzazione e nuove alleanze: Il piano Re:Nissan
Il piano di rilancio “Re:Nissan” è articolato su più fronti e mira a risparmi complessivi per 500 miliardi di yen entro il 2026, suddivisi equamente tra riduzione dei costi fissi e variabili.
Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda ridurrà la complessità delle sue componenti del 70%, diminuirà le piattaforme di produzione e sospenderà temporaneamente lo sviluppo di nuovi prodotti post-2026, concentrando le risorse sulle attività a più alto impatto immediato.
La riorganizzazione prevede la chiusura di 7 stabilimenti (che passeranno da 17 a 10 entro il 2027) e una razionalizzazione delle attività di ricerca, sviluppo e produzione. Il taglio dei 20.000 posti di lavoro, che include anche i 9.000 già annunciati a novembre, riguarderà tutte le aree aziendali: dalla produzione, all’amministrazione, fino alla ricerca e sviluppo, coinvolgendo sia personale diretto che indiretto.
Parallelamente, la casa automobilistica punta a rafforzare le sue alleanze strategiche, in particolare con Renault e Mitsubishi, con cui sono già in corso progetti congiunti per il mercato USA e asiatico. Mentre in Europa si concentrerà su SUV di segmento B e C, sfruttando le partnership per ampliare l’offerta e ridurre i costi di sviluppo.
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