Allarme trichinellosi in Puglia: cos’è, sintomi e come si trasmette

Alessandro Nuzzo

2 Marzo 2023 - 23:20

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Cresce l’allarme in Puglia dopo che sono stati segnalati diversi casi di trichinellosi dell’uomo. Vediamo di cosa si tratta, i sintomi e come prevenirla.

Allarme trichinellosi in Puglia: cos’è, sintomi e come si trasmette

In provincia di Foggia è allarme trichinellosi dopo la segnalazione di dieci casi di positività da zoonosi. Dopo il primo caso accertato di un uomo ricoverato all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, altre dieci persone sono finite nei pronti soccorsi della zona con medesimi sintomi.

Il servizio veterinario di igiene degli alimenti di origine animale della Asl di Foggia ha avviato le prime indagini e sembrerebbe che tutte le persone siano state a tavola dopo una battuta di caccia sui Monti Dauni e avrebbero mangiato carne di cinghiale di origine non controllata.

Gli operatori stanno ricostruendo la catena del contagio e il focolaio potrebbe aumentare, anche se, c’è da specificare, la trichinellosi non si trasmette da uomo a uomo. Ecco tutto quello che c’era da sapere sulla trichinellosi.

Trichinellosi: cos’è

La trichinellosi è una zoonosi causata da vermi appartenenti al genere trichinella. Si tratta di un parassita che si trova a livello intestinale per poi dare origine a una nuova generazione di larve che migrano nei muscoli, dove poi si incistano. La trasmissione non avviene da uomo a uomo ma esclusivamente per via alimentare attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta contenente le larve del parassita. In genere nel nostro paese il veicolo di trasmissione è la carne suina, equina e più raramente i carnivori selvatici.

Il periodo di incubazione è di circa 8-15 giorni, ma può variare da 5 a 45 giorni a seconda del numero di parassiti ingeriti.

Sintomi

I sintomi nell’uomo variano molto: si va dai casi asintomatici fino a quelli più gravi che in alcuni casi possono portare anche alla morte. I sintomi classici sono diarrea, dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.

Per capire se si è stati infettati da trichinellosi è necessario effettuare un esame del sangue e la diagnosi viene suggerita dalla presenza di marcata eosinofilia, leucocitosi, aumento degli enzimi muscolari. La conferma arriva poi attraverso esami sierologici, o biopsia muscolare positiva per trichinella.

Come prevenirla

La trichinellosi può essere prevenuta seguendo alcune semplici regole. Innanzitutto bisogna evitare di mangiare carne cruda ma dev’essere ben cotta, basta anche un minuto a 65 gradi con la carne che da rosa diventa tendente al bruno per rendere inattive o uccidere le larve tramite il calore. Salatura, essiccamento, affumicamento e cottura nel forno a microonde della carne non assicurano l’uccisione del parassita.

Il pericolo in genere arriva da carni di animali di origine non controllata. La selvaggina e i maiali macellati a domicilio devono essere esaminati da un veterinario per determinare l’eventuale presenza delle larve del parassita nelle carni.

Se non siamo in grado di verificare se la carne è stata sottoposta o meno a esame trichinoscopico, è buona norma congelarla per almeno un mese ad una temperatura costante di -15 gradi. Il congelamento prolungato uccide infatti le larve.

Poi in caso di allevanti a domicilio di maiali dobbiamo fare attenzione che questi non mangino carne cruda di altri animali che potrebbero essere stati infettati dal parassita. Quando si macella la propria carne in casa, pulire bene gli strumenti.

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