Allarme siccità, commissario straordinario e multe fino a 50 mila euro: cosa prevede il nuovo decreto

Luna Luciano

8 Aprile 2023 - 07:30

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Approvato il Decreto siccità dal Consiglio dei ministri: previsto un commissario straordinario, previste multe per chi ruba l’acqua pubblica. Ecco cosa prevede il nuovo decreto.

Allarme siccità, commissario straordinario e multe fino a 50 mila euro: cosa prevede il nuovo decreto

Il Decreto siccità è stato ufficialmente approvato il 6 aprile dal Consiglio dei ministri. Il Governo Meloni sembra aver trovato la quadra per poter affrontare in maniera celere l’emergenza siccità che sta affliggendo il nostro paese con risultati devastati. Basti pensare che il Po ormai si trova ai minimi storici, se non a livello siccitoso, così come il lago Trasimeno in Umbria ristagna ai livelli più bassi dal 2019.

Un provvedimento atteso con trepidazione dalle associazioni ambientaliste e dalle istituzioni. Stando a quando si apprende dal Dl, il Governo istituirà una Cabina di regia interministeriale, presieduta dalla premier (Giorgia Meloni) o dal ministro delle Infrastrutture (Matteo Salvini).

Ma non solo. Centrale sarà la figura del Commissario straordinario per la scarsità idrica, figura di raccordo tra la Cabina di regia e realtà locali. Ancora, il Decreto prevede multe da migliaia di euro per chi utilizza senza autorizzazione l’acqua pubblica. Decreto per il quale il Governo ha già stanziato 8 miliardi di euro dei quali una buona parte proviene dai fondi del Pnrr - come riporta il Corriere.

Data l’emergenza idrica che si trova ad affrontare l’Italia intera, è fondamentale sapere cosa prevede il decreto. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Allarme siccità, cosa prevede il decreto: il commissario straordinario

Il Governo non è rimasto sordo all’allarme siccità lanciato dagli esperti in questi mesi. A causa del riscaldamento globale e alle carenze delle infrastrutture l’Italia, specialmente alcune regioni, si è ritrovata ad affrontare una grave emergenza idrica e per questo il decreto siccità risulta essere quanto mai necessario.

Per poter prevenire e cercare di contrastare la siccità, nel decreto è prevista l’istituzione di una cabina di regia, la quale entro 30 giorni dovrà effettuare una ricognizione delle opere più urgenti da fare. A realizzare d’urgenza gli interventi stabiliti dalla Cabina di regia sarà il Commissario straordinario nazionale, una figura dotata di pieni poteri che farà da ponte tra la Cabina e le realtà locali. La facoltà di ricorrere ai poteri sostitutivi del Commissario sarà comunque sottoposta a delibera del Consiglio dei ministri

Il Commissario straordinario dovrebbe rimanere in carica fino a dicembre 2023, ma potrebbe essere riconfermato per l’anno successivo - come spiega il Corriere. Tra i compiti del Commissario straordinario troviamo quello di avviare celermente gli interventi di miglioramento delle infrastrutture idriche e di dragaggio degli invasi, (sistemi artificiali per lo stoccaggio dell’acqua).

Invasi che in tutta la penisola si trovano solo all’11% delle loro capacità, ma per poter “cambiare il corso delle cose dovrebbero essere portati al 35-40%, cosa che accade già in Paesi come Spagna e Portogallo” - come spiegato da Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi (Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue).

Nel caso in cui dovessero continuare a verificarsi ulteriori ritardi o criticità riguardanti i lavori, la Cabina di regia può, se necessario, affiancare al lavoro del Commissario nazionale altre figure di raccordo, in maniera da poter realizzare gli interventi in maniera tempestiva.

Allarme siccità, cosa prevede decreto: multe e procedure più snelle

Sicuramente uno dei provvedimenti più importanti riportati all’interno del decreto siccità è l’attribuzione di una sanzione pecuniaria a chi “ruba l’acqua”. Infatti, a quanto si può leggere nell’articolo 13 del Decreto, chiunque estragga o utilizzi acqua pubblica senza autorizzazione rischierà di pagare una multa piuttosto salata, il cui valore è compreso tra gli 8.000 e i 50mila euro.

E se le operazioni da svolgere per contrastare l’emergenza siccità vedono coinvolti numerosi enti e istituzioni, ciò che veramente contraddistingue il decreto siccità è la presa d’atto che per poter realizzare un simile intervento è necessario “snellire gli iter procedurali”. E a ribadire tale concetto è anche l’Associazione:

Ciò che salta subito all’occhio, leggendo le prime informazioni sul decreto, è una generale sburocratizzazione da parte del Governo: non possiamo più aspettare mille pareri su come risolvere la situazione del livello dei grandi laghi, quando il lago di Garda è già solo al 30% del suo riempimento, o il lago Maggiore, altrettanto in sofferenza, si presenta a poco meno della metà del suo livello.

Allarme siccità, Anbi: “non basta il decreto serve un piano strutturale”

Se il decreto è un primo segnale di maggiore attenzione da parte delle Istituzioni all’emergenza siccità, è anche vero che questo da solo non basta. Sono state queste le parole del presidente dell’associazione Anbi, Francesco Vincenzi.

Nonostante il riscaldamento globale e il cambiamento climatico, per il presidente ormai è evidente come l’emergenza siccità sia un vero e proprio problema strutturale. Per risolvere il problema sarebbe necessario un progetto a lungo termine di almeno dieci anniprogrammando un miliardo di investimento di spesa per ciascun anno”. Un piano quindi che vedrebbe un investimento del governo di almeno 10 miliardi.

Un investimento quanto mai necessario, stando alle parole del presidente dell’Anbi, il quale ha ricordato come solo nel 2022 il settore agricoloa causa della siccità e di una mancata programmazione” abbia subito danni per 7 miliardi di euro. Un investimento mirato e volto a risolvere i problemi che si trovano alla base dell’emergenza potrebbe quindi essere più efficacie nel lungo tempo.

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