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L’Algeria presenta la richiesta di adesione ai Brics. L’accordo sul gas è in ostaggio?
lunedì 7 novembre 2022, di
Certo, le quotazioni del gas ad Amsterdam a 113 euro MWh appaiono decisamente rassicuranti. Perché, quindi, preoccuparsi per bollette, stoccaggi, approvvigionamenti. Apparentemente, tutto è risolto. Il termine caro-bollette è sparito dai media, di colpo. Sostituita da un evergreen come l’immigrazione, dopo i fuochi artificiali dell’emergenza rave. Insomma, una colossale cortina fumogena.
Mentre nel mondo reale, le aziende e gli esercizi commerciali chiudono o si indebitano, i cittadini fanno i salti mortali per evitare il distacco delle utenze e il governo è costretto a caricare deficit per mettere in campo un minimo di sostegni. In sottofondo, le polemiche per le manifestazioni contrapposte di Roma e Milano, ennesimo esempio di incapacità della politica - totalmente bipartisan - nel fare i conti con la realtà.
Quale? Questa:
🇩🇿 | L’envoyée spéciale en charge des principaux partenariats au ministère des Affaires étrangères, Leïla Zerrougui, indique que l’#Algérie a officiellement déposé sa candidature pour rejoindre les #BRICS. #Russie #Chine #Bresil pic.twitter.com/VfBwx4fPmj
— Maghreb Analyse (@MaghrebAnalyse) November 7, 2022
ovvero, il fatto che proprio oggi l’Algeria ha ufficialmente presentato richiesta di adesione ai BRICS. Tradotto, Algeri chiede a Cina e Russia di far parte del loro club. Casualmente, si tratta del medesimo Paese divenuto dal luglio scorso il nostro fornitore primario di gas, la nostra ancora di salvezza e garanzia strutturale di affrancamento da Gazprom. Almeno, come tale ci era stato spacciato dopo il viaggio taumaturgico dell’ex primo ministro, Mario Draghi.
Ora, la situazione è talmente paradossale nella sua gravità da consentire persino un supplemento di ottimismo. Prendendo per buona la vulgata in base alla quale la controllata statale algerina dell’energia, Sonatrach, sia solo formalmente controllata da Gazprom, chi può pensare che - stante il livello rasoterra dei rapporti fra Roma e Mosca e il carico da novanta di atlantismo che Giorgia Meloni sta ponendo sul tavolo della politica estera - Algeri non chieda consiglio a Russia e Cina prima di dare corso alle forniture promesse all’Italia?
E se anche il contratto dovesse essere rispettato nei tempi e nei controvalori di fornitura, chi può mettere la mano sul fuoco rispetto ai costi? Già un paio di mesi fa, nel pieno delle valutazioni alle stelle, Algeri aveva infatti ventilato un ritocchino, meramente speculativo. Ora in ballo c’è l’adesione al blocco che rischia di divenire esiziale negli equilibri produttivi, energetici e commerciali globali del futuro. E a decidere chi entra e chi no, al netto degli altri membri, sono principalmente Cina e Russia. Entrambi Paesi terminati a tempo zero nel mirino delle strategie estere italiane.
Sicuri di poter fare affidamento, insomma? E se la strategia russa, perfida nel suo intento di vendetta, fosse quella di suggerire ad Algeri un approccio rassicurante da business as usual verso l’Italia, salvo poi cominciare con stop-and-go continui, magari a colpi di interruzioni, manutenzioni inattese e strani incidenti agli impianti? E se l’Algeria ha presentato formalmente domanda, ecco che un altro candidato membro sarebbe pronto a seguirne le orme:
Chinese leader Xi Jinping is planning to visit Saudi Arabia before the end of the year, according to people familiar with preparations for the trip, as Beijing and Riyadh seek to deepen ties https://t.co/SLRXWG1OJf
— The Wall Street Journal (@WSJ) November 7, 2022
con mossa studiata per far sì che l’annuncio del viaggio cadesse in pieno nel bailamme del mid-term statunitense, Xi Jinping ha reso noto che si recherà in Arabia Saudita entro fine anno per consolidare i rapporti fra i due Paesi.
E se l’uomo più potente del mondo si scomoda, non lo fa per mera cortesia. Il tutto, poi, dopo il colpaccio in sede Opec compiuto proprio da Ryad in combutta con Mosca per tagliare la produzione di greggio. Mossa che Joe Biden non ha gradito. Ma ora la Casa Bianca rischia seriamente di divenire il domicilio di un’anatra zoppa. E i sauditi paiono intenzionati a guardare altrove. Comunque tranquilli, andrà certamente tutto bene. A proposito, sicuri di poter sposare la linea dura ad oltranza verso il Maghreb, in fatto di immigrazione?




