Casa in affitto, il proprietario di casa può vietare di tenere animali?

Patrizia Del Pidio

27 Marzo 2024 - 15:28

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Quando si vive in affitto si deve tenere conto anche di quello che chiede e impone il proprietario dell’immobile? Quest’ultimo può vietare di tenere animali? E può vietarlo il condominio?

Casa in affitto, il proprietario di casa può vietare di tenere animali?

Quando si vive in una casa in affitto, molto spesso, si devono accettare dei compromessi che possono sembrare anche antipatici. Bisogna ricordare, infatti, che il proprietario dell’immobile è una terza persona che, a volte, ha la convinzione di poter mettere bocca su ogni cosa che accade tra le quattro mura che ha concesso in affitto. Può vietare, ad esempio, di tenere animali?

Non tutti i proprietari di immobili sono persone odiose, alcuni si rivelano essere dei soggetti squisiti e disponibilissimi verso gli inquilini, ma purtroppo, non sempre è così. In alcuni casi i proprietari pretendono e impongono senza considerare che l’inquilino versa mensilmente un canone di locazione che non sempre è di importo basso. Ci sono proprietari di casa, ad esempio, che pretendono di mantenere una copia del mazzo di chiavi dell’immobile o altri che, addirittura, pensano di poter vietare ai propri inquilini di ricevere ospiti che soggiornino nell’immobile per qualche giorno (o anche più di qualche giorno).

L’inquilino che paga un affitto tutti i mesi per poter fruire di un abitazione, ha la libertà di tenere nella stessa i propri animali domestici? Il proprietario dell’immobile può impedire agli affittuari di tenere animali? Si tratta di un dubbio che può nascere già nel momento che si cerca l’appartamento di affittare e forse è bene capire cosa dice la legge a tal proposito e in quale momento entrano in campo anche le opinioni delle altre persone presenti in un palazzo.

Al riguardo la giurisprudenza è piuttosto chiara: è fondamentale il momento in cui vengono inserite all’interno del contratto di locazione le eventuali clausole in relazione alla possibilità di tenere animali. Di fatto, quindi, se il padrone di casa non vuole animali domestici nel suo immobile deve specificarlo nel contratto. Se nel contratto non sono presenti di queste clausole, di fatto, il proprietario di casa non può vietare agli inquilini di tenere animali.

Quando il proprietario può vietare di tenere animali

Il locatore non ha il diritto o la possibilità di vietare a un locatario di prendere e tenere con sé uno o più animali domestici a meno che questo non venga esplicitamente segnalato con un’apposita clausola all’interno del contratto. Questo divieto infatti, che il proprietario dell’immobile ha il diritto di inserire, non è presente nei contratti standard e deve essere esplicitamente aggiunto per volere del locatore. Sta poi a chi prende in affitto l’immobile accettare questa clausola o meno. Ma proprio perché deve essere inserita nel contratto, l’inquilino, al suo inserimento, può decidere sempre di non accettare le condizioni e non prendere più l’immobile in affitto. Soprattutto se ha già degli animali domestici o se ha l’intenzione di prenderli a breve.

In pratica, nel momento in cui si firma il contratto in cui non è inserita nessuna clausola di divieto dal detenere animali domestici, non si può impedire all’affittuario di tenerli. Il divieto può sussistere solo nel caso che sia stato precedentemente aggiunto al contratto e specificato anche al locatario che firmando il contratto pacificamente accetta anche la clausola di divieto in esso inserita.

Se tale clausola non è stata esplicitamente inserita nel contratto di locazione, il proprietario non ha diritto di veto sulla presenza di animali in casa e l’inquilino ha sempre il diritto di tenere con sé uno o più animali, adottandoli anche dopo essere entrato in casa, a patto che questo non vada contro le regole del condominio.

Il proprietario di casa non può minacciare di sfrattare il locatario a seguito dell’adozione di un animale nei casi in cui la clausola in questione non è presente. Non può essere aggiunta al contratto in un secondo momento costringendo l’inquilino ad accettarla; può, però, essere inserita alla scadenza del contratto in sede di eventuale rinnovo dello stesso.

Se invece era presente fin dall’inizio, e si prende un animale, allora il suo mancato rispetto sarebbe causa di risoluzione del contratto per inadempimento da parte del locatario, obbligandolo quindi a lasciare la casa.

Se si vive in affitto quindi è necessario, prima di prendere un animale domestico:

  • assicurarsi che non sia vietato dal contratto di locazione;
  • controllare che non vada contro il regolamento del palazzo.

Divieti del condominio

Con la riforma del codice civile del 2012 i condomini non possono vietare a chi vive nella palazzina, in affitto o meno, di tenere animali. Questo significa che, tranne in situazioni particolari, un palazzo non può impedire a un singolo di avere un animale da compagnia e che in Italia non esistono, in linea generale, dei condomini pet-free.

Questa regola però non impedisce a un locatore di vietare ai locatari di adottarne aggiungendo una clausola all’interno del contratto. Ma in quali situazioni l’intero condominio ha la possibilità di impedire a un locatario di tenere animali domestici?

Unanimità dei condomini

Nel caso in cui tutti i condomini, proprietari degli appartamenti, decidessero di inserire all’interno dello statuto del condominio il divieto di tenere animali o scegliessero di inserire dei limiti (come quantità, o dimensioni), allora il palazzo potrà essere considerato pet-free. In questa situazione quindi l’opinione di qualcuno che vive in affitto non è rilevante, poiché non può presenziare e votare alle assemblee di condominio, se non con apposita delega.

Il voto in questo caso deve essere assolutamente unanime, e non può passare con la sola maggioranza. Il divieto può essere discusso e tolto durante le riunioni seguenti, rispettando l’iter richiesto dal condominio, con un solo voto contrario o astenuto. Un proprietario di casa che mette in affitto un appartamento in un condominio pet-free ha il dovere di avvisare i futuri locatari riguardo a questa situazione.

Nel caso in cui il divieto venisse discusso dopo che è stato firmato un contratto di affitto, il locatore dovrà discutere la situazione con gli affittuari e informarsi riguardo alle loro opinioni (in particolare in casi di affitto a lungo termine), per evitare incomprensioni di ogni genere.

Infine, si ricorda che il tribunale di Cagliari, con l’ordinanza n. 7170/2014 del 22 luglio 2016 ha stabilito che tutte le clausola di divieto condominiali inseriti nei diversi regolamenti, stabilite anche all’unanimità, prima della riforma precedentemente citata sono da ritenersi nulle e dovranno, quindi, essere ridiscusse e rivotate, seguendo le nuove leggi al riguardo.

Doveri e diritti del proprietario di animali

Il proprietario di un animale, indipendentemente dal fatto che sia o meno in affitto, ha alcuni doveri nei confronti degli altri condomini. Ovvero quello di assicurarsi che l’animale non rechi disturbo agli altri abitanti del palazzo, nei limiti del buon senso, e che non sporchi o rovini le parti comuni, occupandosi tempestivamente di risolvere gli eventuali danni.

Il locatario inoltre dovrà anche preoccuparsi che il suo animale non danneggi i mobili e l’immobile di proprietà altrui. In entrambi i casi è necessario che tutte le parti coinvolte agiscano con buon senso. È normale che un cane abbai qualche volta. Il rumore, in particolare in città e in un condominio, è normale. È infatti giusto ricordare la presenza di specifiche regole in relazione alla quantità e agli orari in cui è consentito fare rumore senza che terzi possano lamentarsene.

Ma nel caso in cui il disagio del disturbo dovesse ripetersi troppo spesso, e/o sempre durante le ore di riposo, e più persone dovessero lamentarsi, sarà necessario procedere con l’isolamento acustico del proprio immobile, per esempio.

In generale comunque il proprietario di un animale domestico è protetto da quanto riferito dal codice civile, che afferma nell’articolo 1138 in un condominio, “le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici“. Questi rapporti infatti sono considerati da salvaguardare al pari di ogni altro rapporto familiare.

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